Ripartire dal lavoro sicuro, stabile e duraturo

Ripartire dal lavoro. E anche un po’ dalle piazze, da quel bisogno di riprendersi qualche libertà persa a causa della pandemia. Il 18 settembre, come in quella del 29 luglio, numerose piazze d’Italia si sono colorate di bandiere, quelle di Cgil Cisl e Uil, in una grande giornata di mobilitazione per far sentire la voce inascoltata dei lavoratori di tutta Italia.
Il Segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, è stato a Trento dove ad accoglierlo ha trovato cittadini, lavoratori e militanti sindacali desiderosi di un Paese pronto a ripartire.
“L’Italia non uscirà da questa situazione di forte difficoltà se non si metterà al centro il lavoro sicuro, stabile e duraturo”, ha sottolineato il leader dei metalmeccanici della Uil. “I fondi del Recovery Fund devono essere destinati ai settori produttivi che creano sviluppo e che rappresentano un valore aggiunto. Investire nell’ecosostenibilità delle filiere produttive, salvaguardando l’occupazione diretta e indiretta, deve essere la strada maestra che deve percorrere il Governo”.

IL RUOLO DELLE PARTI SOCIALI
“Durante la fase acuta della pandemia, il Governo ha assunto una posizione favorevole nei confronti delle organizzazioni sindacali – ha detto Palombella nel suo discorso – coinvolgendole nella discussione e ricerca di soluzioni in tema di salute, sicurezza e lavoro. Con l’attenuarsi della diffusione del Covid-19 l’Esecutivo ha assunto un atteggiamento di chiusura verso le parti sociali, escludendole e consultandole a decisioni già assunte, come sui progetti del Recovery Plan”.
Il Segretario generale della Uilm ha ricordato alla piazza come proprio quando i Governi non hanno ascoltato le parti sociali sono nate riforme sbagliate come quelle sulle pensioni, sugli ammortizzatori sociali, sul mercato del lavoro, sull’articolo 18. “Riforme che hanno peggiorato i diritti e le condizioni di vita e di lavoro dei nostri cittadini”, ha aggiunto.

IL CASO DELLA SICOR
Il leader dei meccanici non poteva evitare di citare il caso della Sicor, azienda trentina oggi in grande difficoltà a causa della decisione unilaterale di recedere da contratto nazionale, provocando un grave danno economico e normativo ai lavoratori. “Da luglio continuano scioperi e mobilitazioni che hanno coinvolto la maggior parte dei lavoratori delle aziende trentine, nel silenzio assordante della Provincia e di Confindustria. Noi non rinunceremo a salvaguardare i diritti dei lavoratori acquisiti negli anni”, ha gridato Palombella nel riverbero degli applausi. Una vicenda molto sentita nel territorio e di cui il sindacato seguirà passo passo le prossime mosse.

UN PAESE DIVISO
E nel suo discorso Palombella ha fatto un bilancio, purtroppo negativo, dell’Italia segnata dalla pandemia: “Oggi abbiamo un Paese più povero, con l’aumento delle disuguaglianze sociali e territoriali, oltre 800 mila posti di lavoro persi nell’ultimo anno e un’economia al collasso. Bisogna ripartire dal lavoro, con riforme strutturali e investimenti tecnologici, in ricerca e sviluppo. Sarebbe imperdonabile disperdere i fondi europei del Recovery Fund in centinaia di progetti”.
Infine, un passaggio sul tema che vedrà le parti sociali molto impegnate da qui ai prossimi mesi: i rinnovi contrattuali. “Se non arriveranno risposte concrete dal Governo e da Confindustria ai dieci milioni di lavoratori in attesa di rinnovare i contratti – ha concluso – noi siamo pronti a tornare in piazza”.
Non c’è più tempo. Lo slogan della giornata di mobilitazioni è chiarissimo: “Ripartiamo dal lavoro, dagli aumenti salariali e dalla sicurezza. Solo così l’Italia tornerà a crescere e potrà uscire da questo clima di estrema incertezza”.

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