Cari lavoratori,
in questo secondo numero del 2020 mi soffermerò ancora una volta sulle diverse vertenze aperte con il preciso intento di riuscire a informarvi tutti sul momento che stiamo attraversando.
Intanto si sono conclusi gli approfondimenti su alcune tematiche della nostra piattaforma del rinnovo del Ccnl. Il 23 gennaio abbiamo svolto un incontro formale con i Segretari generali di Fim e Fiom, insieme ai presidenti di Federmeccanica e Assistal, e ai rispettivi direttori generali. Abbiamo acquisito elementi indispensabili per far sviluppare il confronto sul piano del merito. Inoltre, ne abbiamo ricevuti altri importanti. Primo fra tutti la disponibilità, per la prima volta, delle associazioni datoriali ad avere un atteggiamento senza pregiudizi su tutti i temi, nessuno escluso, pur nella complessità in cui si colloca questo rinnovo e la vastità delle nostre proposte.
Un altro elemento che gioca a nostro favore è il fatto che le stesse associazioni datoriali sanno bene di non poter rinnovare il contratto a costo zero. Infatti, alla fine della riunione, è stato fissato un incontro per il 19 febbraio, presso la sede di Confindustria a Roma. Siamo finalmente arrivati al punto più importante, ovvero l’inizio di un vero confronto.
Venerdì 24 gennaio abbiamo partecipato a una partecipata assemblea presso la sede di Leonardo di via Tiburtina a Roma. È stata una bellissima esperienza, un incontro con tantissimi lavoratori e delegati, un momento di discussione dove ogni lavoratore era interessato a conoscere il futuro aziendale, le prospettive produttive e gli investimenti che intendono realizzare per valorizzare tutte le Divisioni.
Considerando la presenza di figure apicali, l’assemblea si è concentrata anche su quello che sarà il ruolo strategico di Leonardo, il tema delle alleanze da rafforzare e di come si intenderà rilanciare il rapporto con le Partecipate. È stata anche l’occasione per fare un bilancio sull’andamento del rinnovo del contratto integrativo, alla luce dei passi avanti fatti finora. Infatti, il 23 gennaio è stato firmato l’accordo su smart working e formazione.
Un altro tema fondamentale è quello degli orari. Molto sentito dai lavoratori, perché le attuali rigidità possono nuocere determinate professionalità nello svolgimento del proprio lavoro, anzi possono rappresentare talvolta un freno. Un grande ringraziamento va alle nostre Rsu e agli attivisti, oltre che alla struttura romana della Uilm.
In quest’ultima settimana si è svolto un incontro sul destino dello stabilimento Whirlpool di Napoli. Appuntamento che abbiamo sollecitato e voluto per conoscere i risultati della Commissione tecnica insediatasi subito dopo l’incontro del mese di dicembre. Con il trascorrere dei giorni, questo momento ha alimentato grandi aspettative, dovute anche alla stanchezza provocata dall’instabilità che i lavoratori vivono da 8 mesi. In un clima è di altissima tensione abbiamo scongiurato il blocco produttivo, confermato dall’azienda all’inizio della riunione, previsto per la fine di marzo, procrastinandolo fino al 31 ottobre. La nostra proposta è stata quella di evitare qualsiasi interruzione produttiva e, in ultima analisi, spostarla al 31 dicembre.
L’amministratore delegato di Whirlpool Italia La Morgia ha invece dichiarato di voler interrompere la produzione il 31 ottobre. Abbiamo insistito tanto nel tentativo di farci spiegare dall’azienda in quale Stato sarà trasferita la produzione di lavatrici, attualmente a Napoli, ma di fatto non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
Abbiamo quindi sospeso l’incontro con un nulla di fatto, consapevoli che il tempo che ci separa da quella data servirà per verificare ulteriormente cosa si può fare per continuare a far produrre lavatrici a Whirlpool evitando una perdita di responsabilità da parte della multinazionale. Purtroppo abbiamo anche constatato come questo Governo, a differenza dei precedenti, sia totalmente impossibilitato e incapace di trovare una soluzione concreta.
Ci auguriamo che il Governo eserciti tutti i poteri che ha a disposizione per costringere la multinazionale al rispetto degli accordi e alla responsabilità sociale. La nostra preoccupazione vale anche per gli altri siti italiani, in cui lavorano 5mila addetti, e ad importanti stabilimenti legati al destino di Whirlpool.
Abbiamo perciò deciso di intensificare la mobilitazione generale in tutti gli stabilimenti del Gruppo, a partire da quello napoletano.
Prima di sottoscrivere un ulteriore proroga degli ammortizzatori sociali, prevista per la fine di marzo, verificheremo ogni elemento tecnico e decideremo in un quadro d’insieme e non riguardo a singoli stabilimenti. Alla fine dell’incontro si sono generati momenti di tensione, legati al nervosismo e alla stanchezza dei lavoratori. Chiederemo ancora al Governo e all’azienda di essere consapevoli della delicatezza della vertenza e di cercare soluzioni in grado di assicurare tutti i lavoratori di Whirlpool, in particolare del sito di Napoli.
Per quanto riguarda la situazione dell’ex Ilva purtroppo il tempo trascorre inesorabile e, da quello che ci risulta, Commissari, ArcelorMittal e Governo non sono ancora riusciti a realizzare un protocollo di accordo. Proprio oggi, 31 gennaio, l’Amministrazione Straordinaria e la multinazionale depositeranno un’ulteriore memoria difensiva prima della sentenza prevista per il 7 febbraio.
Nei giorni scorsi abbiamo manifestato tutta la nostra preoccupazione, soprattutto perché siamo in presenza di un mancato coinvolgimento e assenza di notizie legate alla trattativa. Abbiamo la sensazione che ormai, data la complessità dei temi oggetti di contenzioso, ci sia il forte rischio di affidare il tutto al giudizio del Tribunale di Milano.
Continueremo a incalzare il Governo e, in primis il ministro Patuanelli, a impegnarsi direttamente per evitare che un eventuale accordo possa mettere in discussione l’importante intesa del 6 settembre 2018. Non accetteremo ulteriori esuberi, non saremo assolutamente d’accordo sulla modifica del Piano Ambientale e chiederemo garanzie inderogabili sulla salvaguardia e la tenuta degli stabilimenti.
Manca poco meno di una settimana per decidere il destino ambientale, occupazionale e produttivo di intere comunità.