Ex Ilva: confermata validità integrativo, ora coinvolgimento nella trattativa

Poteva essere l’ennesima goccia che faceva traboccare il vaso, una nuova protesta dei lavoratori nei confronti di un’azienda inadempiente che non voleva rispettare gli accordi sottoscritti. Invece il 15 gennaio, a poche ore dall’incontro previsto tra le parti, dopo la minaccia di sciopero delle organizzazioni sindacali e l’intervento dei rappresentanti istituzionali nei confronti della multinazionale, ArcelorMittal ha comunicato che manterrà in vigore gli attuali istituti contrattuali del contratto aziendale di secondo livello e ha confermato l’applicazione dei trattamenti economici e normativi derivanti dalla contrattazione collettiva aziendale in vigore presso la società Ilva sin quando non saranno ridefiniti in un nuovo accordo.

RISCHIO SCONGIURATO
La multinazionale unilateralmente voleva non ottemperare a una parte dell’accordo sottoscritto il 6 settembre 2018, in riferimento al contratto integrativo di secondo livello aziendale. Una posizione che Rocco Palombella, segretario generale Uilm, ha immediatamente definito insostenibile, infondata e insensata, aggiungendo che, qualora fosse stata confermata nell’incontro previsto venerdì 17 gennaio, sarebbe stato indetto prontamente il blocco immediato della fabbrica con lo sciopero già a partire da lunedì prossimo.

TRATTATIVA SENZA SINDACATI
Quella che il Governo, i commissari dell’Amministrazione straordinaria e ArcelorMittal stanno portando avanti da settimane, dopo la firma dell’accordo dello scorso 20 dicembre, è “una trattativa segreta, dalla quale le organizzazioni sindacali sono state estromesse, e della quale non si conosce nulla se non quello che esce sui quotidiani” afferma Palombella. “Serve un coinvolgimento diretto e sul merito delle questioni occupazionali, produttive e industriali dei sindacati, oggi spettatori” continua Palombella, perché, spiega, “non vorremmo che ci presentassero un accordo firmato da Governo, commissari e azienda senza nessun margine di trattativa”. Secondo il segretario generale della Uilm “i sindacati non possono essere notai di accordi altrui”, e chiede che “venga immediatamente convocato un incontro tra le parti per discutere dei termini del nuovo piano industriale e occupazionale, partendo sempre da quanto previsto dall’accordo del 2018”.

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