La fortuna non è un dispositivo di sicurezza

di Andrea Farinazzo

Quello che stiamo vivendo è senza dubbio uno dei peggiori momenti per quanto riguarda le morti sul lavoro. Il 2019, fino a oggi, sta infatti registrando un possibile nuovo aumento degli incidenti rispetto al 2018, che aveva già segnato un rialzo di oltre il 6% di morti bianche. Lo scorso anno le denunce di infortunio con esito mortale sono state – secondo dati Inail – 1.133, contro le 1.148 del 2017 e le 1.154 del 2016. Ma nei primi sette mesi di quest’anno le denunce sono state 599, 12 in più rispetto ai primi sette mesi del 2018.

DATI INAIL SUI PRIMI SETTE MESI DEL 2019
Da gennaio a luglio sono aumentate in particolare le denunce per i casi mortali avvenuti in occasione di lavoro (18 in più, da 414 a 431) mentre sono diminuiti quelli occorsi in itinere (da 173 a 167). L’agricoltura ha registrato nei primi sette mesi di quest’anno un aumento di 22 denunce (da 56 a 78) a fronte di 10 casi in meno nell’industria e servizi (da 522 a 512), mentre le denunce contro lo Stato sono state nove in entrambi i periodi. Dall’analisi territoriale emerge un aumento dei casi mortali solo nell’Italia centrale e meridionale: 10 in più al Centro (da 110 a 120), 15 in più al Sud (da 119 a 134) e 12 in più nelle Isole (da 46 a 58). Nel Settentrione si rileva, invece, una diminuzione di due casi nel Nord-Ovest (da 155 a 153) e di 23 nel Nord-Est (da 157 a 134). A livello regionale spiccano i 16 casi mortali in più denunciati in Puglia e i 17 in meno del Veneto. L’analisi di genere mostra, nel confronto tra i primi sette mesi del 2019 e del 2018, un andamento opposto tra i due sessi: 21 casi mortali in più per gli uomini (da 527 a 548) e nove in meno per le donne (da 60 a 51). In aumento le denunce di infortunio con esito mortale per i lavoratori comunitari (da 29 a 40) ed extracomunitari (da 64 a 71), mentre tra gli italiani si registrano sei casi in meno (da 494 a 488). Gli incidenti “plurimi”, espressione che indica gli eventi che causano la morte di almeno due lavoratori, nei primi sette mesi del 2019 sono stati 12 e hanno provocato la morte di 24 persone, prevalentemente sulla strada. Tra gennaio e luglio dell’anno scorso, invece, i decessi furono 26 in 10 incidenti plurimi.

UN’ESTATE NERA
Al di fuori delle statistiche ufficiali dell’Inail, la cronaca riporta ad agosto e settembre una serie continua di incidenti sul lavoro con vittime: a oggi già 18 i casi segnalati.
Il 7 agosto un uomo è morto nel Ferrarese per il cedimento di una cinghia mentre installava una pesa. Il 9 agosto sono deceduti un muratore colpito da un tondino di ferro in provincia di Bergamo e un operaio che a Cremona stava scaricando delle travi d’acciaio. Il 14 agosto un operaio ha perso la vita schiacciato da una pedana in provincia di Bergamo. Lo stesso giorno una donna è caduta dal quarto piano di un palazzo mentre stava pulendo i vetri. Il 16 agosto un operaio è precipitato da una scala in una azienda di logistica alle porte di Piacenza. Il 17 agosto un operaio è morto nel cosentino in un cantiere, incastrato con la testa tra un container e la cabina comandi. Il 20 agosto un muratore è precipitato da una terrazza nel catanese; nello stesso giorno nel riminese una donna è morta cadendo da una scala mentre era impegnata nella manutenzione di una giostra. Il 26 agosto nell’aquilano un uomo ha perso la vita schiacciato dalla pedana di un mezzo pesante che stava riparando. Il 30 agosto nel frusinate un operaio è morto travolto da metri di terra in un cantiere. Nello stesso giorno a Varese un operaio è rimasto schiacciato da un rullo. Il 4 settembre un operaio edile è caduto da un ponteggio a Latina.  L’11 settembre nel catanzarese un uomo è rimasto schiacciato da un trattore. Il 12 settembre quattro operai sono morti annegati a Pavia in una vasca di liquami. La tragica vicenda dei quattro operai morti a seguito della caduta in una vasca per la raccolta dei liquami in una azienda agricola della campagna pavese che si occupa di allevamento di bovini riporta in primo piano il problema della tutela dei lavoratori che operano nei cosiddetti “ambienti confinati”, che con drammatica periodicità mietono vittime innocenti in varie parti del Paese.

LA POSIZIONE DELLA UILM
Da un’analisi effettuata dall’ufficio Ambiente Salute e Sicurezza della Uilm Nazionale in base ai dati Istat emergono numeri importanti che fanno delineare una diminuzione percentuale degli infortuni, delle morti sul posto di lavoro, ma un aumento sostanziale delle malattie professionali.
Dal 2012 al 2018 la percentuale di infortuni, in base alle persone impiegate, sono passati dal 3,01% al 2,53%, per le morti dal 0.0055% allo 0,0044, per le malattie professionali dallo 0.18% allo 0,23. Se lo analizziamo in base alle ore lavorate il risultato è il seguente: per gli infortuni siamo passati dallo 0,0017 allo 0,0014, per le morti dallo 0.0000031 allo 0,0000026 e per le malattie professionali dallo 0,00010 allo 0,00013.
In merito a tutto ciò, l’ufficio Ambiente Salute e Sicurezza della Uilm Nazionale ha intrapreso un percorso di formazione partito il 25 di ottobre 2018 dal Veneto e chiuso il 17 di luglio in Liguria. Abbiamo formato 700 Rls su tutto il territorio nazionale, e tutto questo ha portato a una coscienza della materia in modo tecnico; le tematiche affrontate sono state molteplici: dal ruolo tecnico degli Rls, riconosciuti come figure che hanno un ruolo fondamentale caratterizzato da scambi di percorsi tecnici con gli R.s.p.p. delle unità produttive.
Abbiamo creato un sistema di interscambio di problematiche su tutto il territorio nazionale facendo in modo che la soluzione di un problema verificatosi in una data Regione diventi insegnamento anche per altre.
Ogni giorno abbiamo inviato a tutte le strutture aggiornamenti in merito alla valutazione dei rischi, al documento unico valutazione dei rischi da interferenze, microclima, rumore e movimentazione manuale dei carichi.
Nei territori abbiamo trovato persone molto preparate, con la voglia di apprendere un nuovo modo di fare sicurezza sul lavoro, e abbiamo messo il nostro Rls in contatto diretto con gli R.s.p.p., spiegandogli come è più opportuno comportarsi.

TERRITORIO PER TERRITORIO
Sono stati analizzati i dati degli infortuni riferiti a ogni singolo territorio mettendo in evidenza le problematiche connesse agli stessi, cercando di capire quali potessero essere le cause. Abbiamo affrontato il rischio metalmeccanico, attrezzature, rischio elettrico, cadute dall’alto, rischio esplosioni, rischio chimico, agenti fisici, agenti biologici, illuminamento, dpi, e alla fine di ogni corso le persone partecipavano ad un test attitudinale dove si coinvolgevano le persone in risposte multiple, ma non cartaceo, bensì con gruppi di lavoro, facendo emergere dubbi e perplessità così da far scaturire in loro una fonte di dubbio. Abbiamo messo a disposizione di tutti gli Rls due opuscoli digitali: “ABC della sicurezza ad uso dei Rappresentanti dei Lavoratori” e “I Dispostivi di Protezione Individuale”; questi sono stati inseriti anche sulla piattaforma www.iclhub.it di libreria digitale tecnica, creando un sistema di interscambio di nozioni, in modo che chiunque potesse scaricarlo.
Ora sarà importante creare in ogni struttura regionale un referente per ogni provincia così da potersi interfacciare con lui, creando i coordinamenti provinciali come richiesto dall’articolo 7 del decreto 81/08.
Per noi della Uilm la Sicurezza è “una carezza alla vita” e come tale dovrà essere insegnata già a partire dalle scuole, perché i bambini di oggi saranno i lavoratori del futuro; dovremmo coinvolgerli in ambito territoriale su progetti di accrescimento della Cultura della Sicurezza.
La sicurezza dovrà essere un comportamento di vita quotidiana partendo dalle famiglie in cui tutte e sere dobbiamo ritornare, la vita è “un opera d’arte” e gli Rls della Uilm faranno di tutto affinché l’opera non possa mai decadere ma bensì acquisire di valore.

 

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