AST Terni: un “ponte” verso il futuro

di Guglielmo Gambardella

In tutte le vertenze che quotidianamente affrontiamo, proviamo a condividere con le controparti percorsi che prevedano iniziative e azioni di lunga prospettiva per assicurare continuità e stabilità industriale e occupazionale. Questo è possibile realizzarlo se il contesto decisionale è circoscritto nell’ambito in cui avviene la discussione (sindacati e azienda) e se è possibile controllare tutte le variabili che intervengono nella costruzione del processo concordato. Quando invece il confronto fra le parti si inserisce in un perimetro più ampio, eventuali accordi potrebbero essere modificati da eventi indeterminabili al tavolo di trattativa, come nel caso delle multinazionali. Allora bisogna realizzare la migliore intesa possibile che consenta di consolidare il presente e provare a guardare verso il futuro.

IL VALORE DELL’ACCORDO
Rispetto a questa premessa, quindi, possiamo considerare ancora più importante il valore dell’accordo raggiunto lo scorso 12 giugno presso il ministero dello Sviluppo economico con i rappresentanti aziendali di Acciai Speciali Terni.
Un’intesa che impegna il management di AST, azienda siderurgica controllata dalla multinazionale Thyssenkrupp, a consolidare le capacità produttive del sito ternano e gli attuali assetti produttivi.
Altrettanto importante è l’impegno del governo che con quell’accordo ha confermato la disponibilità a supportare lo sviluppo dell’azienda e delle sue peculiarità produttive attraverso tutti gli strumenti disponibili a legislazione vigente ribadendo la strategicità delle produzioni di acciaio inox del sito ternano per il sistema manifatturiero italiano.

GLI IMPEGNI
Con l’intesa del 12 giugno abbiamo impegnato AST a investire 60 milioni di euro (su impianti, sicurezza e ambiente) nei prossimi 15 mesi, oltre ai 22 milioni già previsti per l’interconnector, 65 milioni per il Progetto Scorie, mantenere i volumi produttivi a 1 milione di tonnellate annue di acciaio colato con salvaguardia dei livelli occupazionali a 2.350 unità; l’azienda, infine, si è resa disponibile a mettere a disposizione 4,1 milioni di euro per il rinnovo dell’integrativo aziendale.
Purtroppo è mancato, al tavolo di trattative, una condizione al momento “indeterminabile” che poteva assicurare una prospettiva di lungo periodo: la certezza sul futuro assetto di Thyssenkrupp.
E’ oramai noto che Thyssenkrupp, dopo avere subito la bocciatura del progetto della joint venture con Tata steel, debba rivedere il suo piano di riorganizzazione del gruppo.

L’ALLEANZA FALLITA
Quell’alleanza che avrebbe dovuto far nascere un grande colosso europeo della siderurgia è fallito rimettendo in discussione le scelte strategiche dei tedeschi per far fronte alle difficoltà finanziarie e industriali della multinazionale, con sede ad Essen, generate (forse) da una estrema diversificazione delle attività perseguita negli ultimi anni. Una bocciatura che risulta ancora più pesante in una situazione di mercato europeo molto difficile.
Le dichiarazioni del management tedesco non lasciano tranquilli i sindacati e i lavoratori della multinazionale: tagli dei costi della corporate per circa 200 milioni di euro e una riduzione dell’ organico di circa 6mila persone in tutto il gruppo.
Con il mancato conferimento degli asset dell’acciaio al carbonio di Thyssenkrupp nella prevista JV con Tata, la Divisione Steel Europe diventa ora strategica mentre l’altra Divisione, in cui è presente Acciaia Speciali Terni, Materials Services (business da circa 14 miliardi di euro di fatturato annuo), al momento resterà sotto il controllo della multinazionale tedesca.

VIGILARE E LAVORARE
Purtroppo i risultati economici del primo trimestre dell’anno non mostrano segni di miglioramento.
Nei prossimi mesi occorrerà, dunque, vigilare e lavorare su una prospettiva di lungo periodo per AST.
Questo è l’impegno che la Uilm nazionale e la Uilm di Terni hanno assunto: monitorare, a livello europeo, l’evoluzione delle scelte strategiche della capo gruppo Thyssenkrupp sul posizionamento del sito ternano all’interno della multinazionale tedesca e degli eventuali riflessi sul controllo di Acciai Speciali Terni.

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