“Il piano industriale che i vertici di StMicroelectronics hanno presentato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy è sicuramente corposo, ma abbiamo bisogno di approfondirlo e discuterlo nel dettaglio. Non sono state paventate chiusure di siti, ma i nostri dubbi permangono alla luce di una situazione di incertezza finanziaria e del mercato. Abbiamo la necessità di approfondire ed è per questo che abbiamo deciso di chiedere incontri di merito con un calendario che verrà deciso nei prossimi giorni”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella a margine dell’incontro con l’azienda.
I DATI DEL BILANCIO
Nel 2024 Stm ha registrato 1,5 miliardi di utili, in calo del 63% rispetto all’anno precedente, e ricavi in calo di oltre il 23%. Per quest’anno i dati sono ulteriormente in flessione rispetto alla fine del 2024. “Nei due principali stabilimenti di Agrate e Catania – dice Palombella – ma anche in tutti gli altri siti, si vivono momenti di incertezza. Vogliamo capire meglio la situazione degli organici a valle di un piano industriale che prevede profonde trasformazioni”.
Il 21 gennaio scorso è stata avviata una class action negli Stati Uniti da parte degli investitori, in cui si accusa la società di essere stata poco chiara sui problemi finanziari e di mercato.
RIORGANIZZAZIONE
A fine gennaio l’amministratore delegato nel commentare i dati del quarto trimestre 2024, tutt’altro che rassicuranti, aveva affermato che l’azienda avrebbe avviato un programma di riduzione dei costi da 300 milioni di dollari con interventi drastici di razionalizzazione e un piano di riduzione del personale incentivato.
A Catania è stata aperta la CIGO per due settimane a Zero ore per 2.500 persone. Anche ad Agrate la situazione è molto preoccupante, perché la produzione è fortemente strutturata sui settori dell’automotive al 46%, sull’elettronica di consumo al 21%, sull’industrial al 20% e su computer e periferiche al 13%.
Attualmente lo stabilimento risulta saturo con la produzione dei 200mm al silicio. Il problema si porrà nel momento in cui si sposterà la produzione dai 200mm ai 300mm, come annunciato dall’amministratore delegato come futura strategia dell’azienda.
L’avvio eventualmente del piano di riconversione verso i 300mm, se non gestito correttamente temiamo possa provocare lo smembramento del sito di Agrate come già avvenuto nel passato.
RELAZIONI INDUSTRIALI
Abbiamo bisogno di ristabilire – conclude Palombella – un equilibrio nelle relazioni industriali. I rapporti con questa multinazionale non sono dei migliori e abbiamo chiesto al Ministro Urso di interessarsi anche di questo, perché è una condizione imprescindibile. Continueremo a essere presenti, l’obietto resta sempre quello di tutelare tutti i lavoratori”.