Care lavoratrici e cari lavoratori,
come sapete in questi giorni c’è qualcosa che più di tutto ha attirato la nostra attenzione e soprattutto la nostra preoccupazione. Non si fa che parlare e leggere sulle prime pagine dei giornali dei “dazi” imposti dagli Stati Uniti d’America.
La Premier Meloni si recherà presto dal presidente americano, mentre l’Europa prova a trovare soluzioni e le borse crollano. A tal proposito, il nostro Segretario generale Bombardieri ha scritto proprio alla Meloni per chiedere misure concrete, serie e condivise. Un patto che però va costruito con il coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate, a partire dalle organizzazioni sindacali.
Trump ha infatti sospeso per un periodo di novanta giorni i suoi provvedimenti, una finestra che anche io come Bombardieri considero preziosa e che l’Italia deve cogliere. In questi mesi si possono definire soluzioni comuni che tutelino il lavoro, il nostro sistema produttivo e la coesione sociale. I dazi non colpiscono solo le imprese, ma milioni di lavoratori, con il rischio concreto di licenziamenti, aumento dei prezzi e ulteriore impoverimento del potere d’acquisto.
Ci auguriamo che la Premier convochi nel più breve tempo possibile Cgil Cisl e Uil. Dobbiamo considerare che tra gli effetti dei dazi ci potrebbe essere un aumento dei prezzi. Se a questo si sommano i rischi occupazionali e la stagnazione dei salari, il risultato per le famigli italiane potrebbe essere drammatico.
Una situazione che ci preoccupa enormemente, anche perché si aggiunge purtroppo alla crisi che stiamo vivendo da tempo e che ha messo il settore industriale a dura prova. In questo contesto così complesso siamo alle prese con il rinnovo del CCNL Federmeccanica e Assistal, con una trattativa ancora ferma e una controparte sorda alle nostre richieste.
Insieme a Fim e Fiom siamo stati costretti a dichiarare ulteriori otto ore di sciopero da effettuarsi nel mese di aprile e che si sommano alle 24 già realizzate nei mesi passati. Ho più volte spiegato che per noi lo sciopero non è uno sport, nessuno è contento di scioperare: le aziende perdono, i lavoratori perdono. Ma il rigido atteggiamento di Federmeccanica e Assistal ci costringe a continuare.
Sostengono che abbiamo chiesto troppo: 280 euro di incremento medio in tre anni. A voi sembra troppo? Eppure tutti dicono che i nostri sono gli stipendi più bassi d’Europa e non solo. Non è forse arrivato il momento di restituire dignità ai lavoratori? Chi potrà comprare i prodotti delle nostre aziende metalmeccaniche se non si aumenta il potere di acquisto delle famiglie?
Abbiamo già visto come il settore dell’automotive stia vivendo la sua ora più buia, a causa dell’incertezza della transizione all’elettrico da una parte, ma anche della impossibilità dei lavoratori italiani di acquistare un’auto, indipendentemente dal tipo di motorizzazione.
A proposito di questo, dopo aver letto indiscrezioni sulla possibilità di uno spin-off di Maserati, ho voluto scrivere ancora una volta al presidente John Elkann a proposito dei dati drammatici del primo trimestre del 2025 e in continuità con la mia lettera precedente, datata 30 luglio 2024. Ho ribadito ancora una volta la necessità di salvaguardare il settore e i maschi storici italiani come Maserati.
Per quanto riguarda le altre vertenze, come l’ex Ilva e Beko ma non solo, seguiamo con grande attenzione tutti passaggi. Abbiamo incontrato i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia in AS proprio poco prima del viaggio verso l’Azerbaigian e abbiamo ribadito le nostre preoccupazioni e soprattutto le nostre richieste: essere coinvolti nel negoziato e salvaguardare tutti i posti di lavoro, l’ambiente e la produzione dell’ex Ilva.
Per quanto riguarda Beko, invece, dopo dodici ore di confronto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy è stato raggiunto un testo preliminare di intesa, che in questi giorni sarà portato a conoscenza delle lavoratrici e dei lavoratori nelle assemblee nei singoli stabilimenti e sottoposto a referendum.
In caso di approvazione, l’accordo sarà siglato la prossima settimana, probabilmente lunedì 14 aprile.
Come potete constatare non ci fermiamo, e non ci fermeremo.
Abbiamo in corpo sempre e solo un obiettivo: salvaguardare il settore metalmeccanico e tutti i lavoratori. Così faremo per le vertenze in atto, così faremo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro.