La storia di Nicolas, dal Senegal a Lecce per un posto di lavoro

Mi chiamo Nicolas Dione, sono nato in Senegal il 12 marzo del 1975 e sono figlio di contadini cattolici.
Alla tenera età di 3 anni ho perso mio padre, dopo qualche anno mia madre si è risposata e sono rimastao con i miei nonni fino all’età di 12 anni. Dopo la morte dei miei nonni sono andato a vivere con i miei zii e a 19 anni ho iniziato a lavorare a Dakar. Contribuivo ad aiutare i miei zii, fin quando ho deciso di dare una svolta alla mia vita e a quella dei miei cari e ho deciso di andare in Francia.

IN FRANCIA
Lì non sono riuscito a integrarmi nella comunità ed è stato difficile per me trovare un lavoro dignitoso e ben pagato. Mi sono così trasferito a Bolzano, dove ho lavorato come ambulante e subito dopo mi sono trasferito a Lecce, dove vivevano i miei amici e c’erano possibilità lavorative. Negli anni successivi ho fatto vari lavori, tra cui un lavoro in fonderia in un’azienda di Galatina dal 2004 al 2006. In questo ultimo anno ho trovato lavoro a copertino in un’azienda di infissi in alluminio CopertiniInfissi, dove pensavo di aver finalmente ottenuto il mio primo contratto a tempo indeterminato. Il 15 novembre però, un mese dopo la mia “assunzione”, un grave infortunio sul lavoro mi ha quasi ucciso e paralizzato a causa di una caduta dal terzo piano. All’arrivo del 118, il mio datore di lavoro sosteneva di non conoscermi e che l’incidente non fosse avvenuto nella sua proprietà. Questo perché non ero assicurato e lavoravo a nero. L’unica cosa che ricordo del mio datore di lavoro è che venne il giorno stesso in ospedale per raccomandarsi che non dicessi nulla dell’accaduto e di dichiarare di non ricordare nulla, e di non preoccuparmi. Fu solo l’ennesima presa in giro: da lì a poco avrei perso il lavoro e neanche un risarcimento per l’incidente, del quale pago ancora le conseguenze.

UN NUOVO LAVORO 
Dopo essermi ripreso ho trovato un altro lavoro ed ero assunto per davvero, ma purtroppo è durato poco a causa della crisi. Nel 2011 trovo lavoro presso la Supermonte e nel 2017 arriva il contratto indeterminato. Io e la mia famiglia stavamo bene e tutto andava per il meglio. Il lavoro in fabbrica era molto importante per me, ero sempre disponibile in qualsiasi giorno e a qualsiasi ora. Non avrei mai potuto immaginare che dopo 14 anni di lavoro, l’azienda mi avrebbe licenziato ingiustamente. In quell’azienda era prassi autorizzare i permessi dei lavoratori senza un documento cartaceo.

IL CAMBIO DI CONTRATTO 
Da quest’anno, però, la Supermonte applica un contratto Cisal, ossia un contratto senza dignità per i lavoratori. Dopo svariati giorni di sciopero, i referenti dell’azienda ci dissero che uno avrebbe pagato per tutti ma non immaginavo che sarei stato io a pagare. Il 10 di ottobre sono partito per il Senegal, con il permesso non scritto del mio referente. Mentre ero in Senegal ho perso tre parenti e ho avvisato l’azienda, che mi ha rassicurato e mi ha permesso di rimanere in Senegal dato che da lì a poco i lavoratori sarebbero andati in cassa integrazione.
Al mio rientro in Italia, appena tornato a casa, ho trovato la lettera di licenziamento per assenza ingiustificata, sostenendo che fossi andato in Senegal senza avvisare. Un duro colpo per me, mia moglie e i miei due figli piccolissimi. Cosa farò adesso?

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