È stata altissima l’adesione tra le metalmeccaniche e i metalmeccanici allo sciopero generale di 8 ore proclamato da Cgil e Uil per la giornata di oggi per cambiare la manovra di bilancio, aumentare i salari, ridurre l’età pensionabile, finanziare sanità, istruzione, servizi pubblici, investire nelle politiche industriali. Fin dalle prime ore del mattino, a partire dal primo turno di lavoro, in tantissime fabbriche del Paese i metalmeccanici hanno incrociato le braccia, bloccando la produzione e svuotando i luoghi di lavoro.
LE MANIFESTAZIONI
Lungo tutto il territorio nazionale, in tutte le Regioni, si sono svolte manifestazioni in 46 piazze che hanno visto la partecipazione di decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori. Forte è stato il sostegno delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici alle rivendicazioni di Cgil e Uil verso il Governo a partire dalla richiesta di investimenti e di scelte di politica industriale per contrastare la crisi, difendere il lavoro e garantire un futuro all’industria italiana.
LE RAGIONI
Questa manovra del Governo penalizza il lavoro dipendente e i pensionati. Con lo sciopero generale di oggi anche i metalmeccanici chiedono al Governo e controparti un cambiamento radicale del modello di sviluppo e di fare impresa. L’aumento dei salari, il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro, la riduzione della tassazione a carico del lavoro dipendente, la lotta all’evasione fiscale e contributiva, sono temi centrali dell’iniziativa del sindacato per dare risposta al diffuso disagio sociale, redistribuire la ricchezza, contrastare la precarietà, sostenere la spesa sociale. Mai come in questa fase servono investimenti per difendere l’industria e salvaguardare l’occupazione, anche con il blocco dei licenziamenti, per dare certezze ai lavoratori e costruire un modello di sviluppo sostenibile in grado di affrontare la transizione ecologica e digitale e renderla compatibile socialmente.
PERCENTUALI
La Fiom e Uilm nell’esprimere soddisfazione per la riuscita dello sciopero, restano impegnati a sostenere le ragioni delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici per dare valore, dignità e riconoscimento sociale alle lavoratrici e ai lavoratori dell’industria.
Di seguito i primi dati parziali rilevati in alcune aziende metalmeccaniche. Con il 90% e oltre di adesione hanno scioperato le lavoratrici e i lavoratori della Siapra de L’Aquila, dell’Italtractor di Matera, degli addetti alla produzione della Kone industrial di Milano, della Lamborghini di Bologna, della Trigano di Siena, della Electrolux di Pordenone, della Cnr di Ancona, della Valeo di Cuneo, della Hiab di Taranto, dell’Asso Werke di Pisa, della produzione Leonardo di Firenze, della Acciai speciali Terni, della Bonferraro di Verona. La totalità dei dipendenti ha scioperato alla Transnova di Napoli, azienda dell’indotto Stellantis, alla Dana di Reggio Emilia, all’Alfa Derivati di Brescia, alla Lagostina di Omegna, all’Isma controlli di Genova, alla Ficomirrors di Benevento, alla Dab Pumps di Padova. Ma ottima anche la risposta delle lavoratrici e dei lavoratori della Leonardo di Caselle e della Schindler di Palermo (80%), della Marcegaglia di Mantova (85%), della Fincantieri di Venezia e dell’Abb di Frosinone (60%), della Bekaert di Cagliari (70%), della Baker Hughes di Vibo Valentia (65%), della Cogne di Aosta (75%).