Stellantis: immediata convocazione alla Presidenza del Consiglio o autoconvocazione

“L’attuale situazione di stallo nel confronto al Mimit, il taglio di risorse pubbliche e la mancata presenza dei vertici di Stellantis, richiedono l’assunzione di una responsabilità non più rinviabile dopo lo sciopero e la manifestazione nazionale dei lavoratori del settore auto. In assenza di un riscontro positivo ci vedremo costretti all’auto-convocazione con i lavoratori del settore presso Palazzo Chigi”. Si legge nella lettera che il 20 novembre i Segretario generali di Fim Fiom Uilm hanno mandato direttamente alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Il 14 novembre scorso, infatti, è andato in scena l’ennesimo capitolo della saga Stellantis. Il tavolo convocato presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy non ha dato le risposte attese e la Uilm ha, infatti, immediatamente ribadito la necessità di convocare un incontro con presso la Presidenza del Consiglio. “L’aggiornamento al 16 dicembre presso il Mimit – ha commentato Gianluca Ficco, Segretario nazionale Uilm responsabile del settore – proposto dal Ministro Urso, rischia di rappresentare un’ennesima pericolosa dilazione, né si può pensare di coinvolgere Palazzo Chigi solo in caso di esito positivo di una discussione che invece sembra in procinto di naufragare”. 

LE PROPOSTE DI RILANCIO
Le proposte di rilancio del settore automotive, elaborate nelle sessioni tecniche all’unanimità, sono state lasciate inspiegabilmente cadere e anzi il Ministero ha di fatto interrotto le trattative per quasi un anno, permettendo che le cose precipitassero e che la produzione passasse dai circa 800 mila veicoli del 2024 agli scarsi 500 mila attuali.
L’incontro al Mimit purtroppo non è riuscito a invertire questa pericolosa deriva e non è riuscito a risolvere nemmeno le questioni più urgenti, come il rafforzamento degli ammortizzatori sociali, senza il quale avremo ondate di licenziamenti nelle imprese dell’indotto, e la riduzione del costo dell’energia, più alto che in qualsiasi altro grande paese europeo; l’unico punto su cui esprimiamo sintonia col Mimit è la necessità di ottenere una modifica del micidiale regolamento europeo che sostanzialmente impone già nel 2025 quote di auto elettriche impossibili da vendere.

IL FONDO AUTOMOTIVE
“Anche sul fondo automotive non è stato smentito il deprecabile taglio da parte del Governo di 4,6 miliardi di euro ereditati dallo scorso esecutivo, ma ci si è limitati a prospettare un possibile stanziamento di qualche centinaio di milioni. La stessa Stellantis si è limitata a ribadire i lanci dei futuri modelli che già conoscevamo, salvo prospettare la candidatura di Pomigliano per una futura vettura del segmento small, ma siamo solo nel campo delle ipotesi.
“Chiediamo di intraprendere a Palazzo Chigi un confronto effettivo – conclude Ficco – e di ripristinare nella sua interezza il fondo automotive. Dobbiamo provare ad ottenere da Stellantis lanci di vetture non esclusivamente elettriche, la conferma degli investimenti a Termoli, l’assegnazione della vettura small a Pomigliano e garanzie su tutti gli stabilimenti italiani, magari attraverso la sottoscrizione di specifici contratti di sviluppo e la valorizzazione del proficuo lavoro svolto con alcune delle Regioni interessate; al contempo urgono misure straordinarie per supportare la filiera dell’indotto ridotta allo stremo. Dobbiamo unire le forze per contrastare quel processo di deindustrializzazione dell’Italia e della Europa, che è partito proprio dall’automotive”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *