La recente decisione del governo di tagliare nella Legge di Stabilità il fondo automotive, istituito dal precedente Esecutivo, di 4,6 miliardi di euro, pari all’80% delle risorse previste non è stato accolto positivamente dal sindacato e in particolare dalla Uilm.
In un momento in cui l’intero comparto automotive si trova in una fase di profonda trasformazione e crisi, risulta fondamentale un forte sostegno per garantire la competitività del settore, la difesa dell’occupazione e l’innovazione tecnologica, indispensabile per affrontare le sfide del futuro.
DIREZIONE OPPOSTA
Si ignora così un intero settore e le richieste di oltre 20.000 lavoratori, che lo scorso 18 ottobre hanno partecipato allo sciopero nazionale e alla manifestazione di Roma per chiedere un supporto concreto. Questa mobilitazione, anziché trovare ascolto e una risposta positiva, è stata seguita da un provvedimento che va nella direzione opposta a quella auspicata, mettendo a rischio il futuro di migliaia di famiglie e la sopravvivenza di una filiera strategica per il Paese.
Fim Fiom e Uilm hanno chiesto che i 5,8 miliardi del fondo dell’auto vengano non solo ripristinati, ma anche incrementati, in linea con le necessità attuali e con quanto si dovrà ottenere anche a livello europeo, per sostenere una giusta transizione ecologica e occupazionale. Per questo, ribadito l’urgenza di una convocazione ufficiale da parte della Presidenza del Consiglio, con la partecipazione dei vertici di Stellantis e delle aziende della componentistica, affinché si possa discutere insieme delle misure necessarie per salvaguardare l’industria automobilistica italiana e i suoi lavoratori.
RIPRENDERE IL CONFRONTO
La ripresa del confronto con il Governo e con Stellantis è necessaria, infatti, per mettere fine alle sterili polemiche e per provare davvero a salvare il settore automotive. La stessa richiesta è stata espressa da Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, alla audizione parlamentare presso le Commissioni riunite X della Camera e IX del Senato lo scorso 30 ottobre.
“Innanzitutto – argomenta Ficco – occorre modificare Ia politica europea di elettrificazione: il problema non è tanto la data finale del 2035, ma piuttosto il percorso autolesionista che già a partire dal prossimo anno impone di vendere quantità di vetture elettriche irrealistiche per cui il mercato non è pronto. Inoltre il Governo, in sinergia con le Regioni interessate, dovrebbe realizzare una politica industriale che metta l’Italia in grado di competere alla pari per lo meno con gli altri paesi europei, mentre oggi paradossalmente propone nella Legge di Stabilità un taglio di 4,6 miliardi al fondo automotive ereditato dal precedente Esecutivo”.
ACCELERARE CON LE NUOVE VETTURE
“A Stellantis – conclude Ficco – chiediamo di accelerare i lanci delle nuove vetture, di mostrare responsabilità sociale verso l’indotto, di valorizzare le competenze dei centri di ricerca italiani e di assegnare modelli non solo elettrici, ma anche ibridi e di larga diffusione. Bisogna riprendere quei progetti che sono stati interrotti, sospesi o rinviati, ad iniziare dagli investimenti su Termoli. Abbiamo bisogno di poter interloquire con una Stellantis dotata di solida governance, capace di ripristinare un confronto costruttivo e trasparente”.