di Cinzia Pepe
Tutto è iniziato da un bando nazionale “L’Italia delle Donne”, un bando che vuole accendere una luce sulla vita di donne che ad oggi sono ancora poco conosciute o sconosciute del tutto.
La storia d’Italia, così come quella di altri Paesi, racchiude in sé le storie di molte figure femminili di grande valore, che hanno contribuito, spesso rimanendo nell’ombra, allo sviluppo dei territori ai quali erano profondamente radicate. Che siano state artiste, letterate, scienziate o figure legate alla politica e alle istituzioni, si tratta di donne che hanno costruito un legame profondo con le loro comunità, influenzandone in qualche modo il destino.
Recuperare la memoria di queste donne dimenticate, partendo proprio dai territori che, talvolta inconsapevolmente, la custodiscono, è quindi una grande opportunità, sia per gettare una luce nuova sul contributo femminile alla storia del nostro Paese, rendendolo visibile e riconoscibile, sia per dare nuova linfa a quegli stessi territori, i quali potranno scoprire, e quindi valorizzare, luoghi e percorsi finora sconosciuti.
MODELLI FEMMINILI POSITIVI
Con questa consapevolezza è stato promosso questo progetto, ma anche in riferimento alla Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 che prevede la diffusione di modelli femminili positivi e la promozione di role model per la parità di genere e per il superamento degli stereotipi.
Il bando consente quindi di presentare delle biografie di figure femminili italiane o straniere non viventi, influenti, ma non particolarmente note, donne che meritano di essere sottratte all’oblio e di far parte della memoria nazionale, con il coinvolgimento dei territori interessati.
Cosa aggiungere oltre, iniziativa stupenda che merita di essere portata avanti, il Coordinamento della Uil Piemonte si è subito attivato, avviando ricerche nelle varie Province e sono emerse storie di donne fantastiche, che hanno fatto cose straordinarie, talvolta mettendo a rischio la propria vita. Si parla di donne vissute tanti anni fa, le cui gesta non si possono trovare tramite una ricerca in rete, modalità a cui siamo abituati, ma purtroppo le storie di tante sono andate perse senza lasciare traccia, per i motivi più disparati mancata trascrizione dei documenti cartacei ed in certi casi addirittura dispersi.
PERCORSI DI VITA
Non è stato un lavoro semplice ma sicuramente sfidante, giorno dopo giorno arrivavano schede di figure femminili che, a diverso titolo hanno dato un contributo, per quanto riguarda il genere; sapere che queste donne potranno finalmente avere la giusta visibilità, inserendole in enciclopedie, dedicandogli vie o piazze, insomma farle rivivere, è meraviglioso.
Bello è stato andare alla ricerca di informazioni, alla ricerca di documenti, presso le fondazioni, le circoscrizioni, cercando di recuperare materiale, trovare contatti e testimonianze, per poter ricostruire e dare evidenza a questi percorsi di vita.
IRENE SPEZZANO
A me è stato chiesto di preparare una relazione su una donna metalmeccanica “Irene Spezzano” e qui è iniziata la mia sfida, perché Irene io non la conoscevo, lei non era di Torino pertanto anche la ricerca di materiale e contatti sul territorio era da escludere.
La prima domanda: chi ha conosciuto Irene???
Non avevo tante informazioni se non che era stata una componente del Coordinamento Donne e Segretaria Uilm a Roma. Chiamo la nostra Loretta per verificare eventuale materiale presso le nostre sedi ma, ahimè niente, se non un numero di “Donne news” un fascicoletto che usciva ogni due mesi, in cui veniva citata in un articolo.
La mia ricerca parte da lì, cerco i nominativi presenti nell’articolo, donne con cui aveva collaborato, stiamo parlando degli anni ’80-‘90 e non tutte sono ancora attive ma, dopo tante peripezie che non sto a raccontare, finalmente un nome Anna Rea e il suo numero di cellulare, le mando un messaggio e le chiedo 10 minuti per poterle spiegare l’importanza di un suo aiuto. Quando le ho spiegato la motivazione per cui la cercavo e cosa si poteva fare, si è subito attivata e mi ha aperto un mondo, anzi una VITA.
UNA STORIA DA RACCONTARE
Più indagavo su Irene e più scoprivo cose che aveva fatto, ho conosciuto la sorella Saveria, per ora solo al telefono ma spero di incontrarla presto, una donna eccezionale che si è messa in moto andando a recuperare vecchi contatti e documentazioni per cercare di ricostruire la storia di IRENE SPEZZANO, che ora vi racconterò.
Irene nasce a Roma nel 1953, da sempre attiva dai movimenti studenteschi ed entra a far parte della Uil nel 1977 come responsabile del “lavoro a domicilio”, facendo parte della Commissione istituita presso il Ministero del Lavoro.
Dal 1981 entra a far parte della FLM in quota Uilm ed inizia la sua attività per e con le donne.
Nel settembre 1987 un’intuizione, creare uno strumento concreto di supporto, informazione e aiuto contro le discriminazioni e violenze subite nei luoghi di lavoro, e le molestie spesso subite nelle mura domestiche. Irene si era resa conto di quanto fosse necessario far conoscere le pari opportunità alle donne e aiutarle ad essere consapevoli dei propri diritti.
FILO DIRETTO DONNA
Nasce nel 1988 FILO DIRETTO DONNA un progetto pilota nella sede Uilm di Napoli. Venne dedicato un locale con un telefono, nella sede dei metalmeccanici, dove parte la sperimentazione, che in seguito si svilupperà a livello Nazionale.
Il Progetto è gestito dal coordinamento donne Uilm, e con un team di professioniste: avvocate esperte di lavoro, di famiglia e penali, psicologhe e sociologhe, viene accolto con entusiasmo sia dal mondo sociale sia dalla stampa sin dalla sua partenza.
Dal primo report redatto dopo soli 5 mesi di attività, si evidenziano numeri importanti: oltre 500 telefonate, centinaia di contatti, diverse vertenze e molte denunce. Il lavoro fatto per lanciare il FILO DIRETTO DONNA non viene sprecato, le stesse avvocate coinvolte a Napoli daranno vita al Telefono Rosa, tuttora funzionante.
Irene partecipò ai viaggi “Time for Peace” a Gerusalemme negli anni dal 1987 al 1990, marce non violente per la pace in Medio Oriente. L’incontro di pace – promosso dall’Associazione Italiana per la Pace, ACLI, ARCI – nasce dal lavoro di un gruppo di donne italiane, tra cui Irene, che nell’estate del 1987 ed ‘88 hanno promosso alcuni campi estivi con le donne palestinesi dell’Intifada ed anche con le donne israeliane di Peace Now facendo crollare il muro del sospetto ed offrendo la possibilità di confronto e dialogo.
UN RUOLO DECISIVO
Irene entra a far parte del Comitato insediato presso il Ministero del Lavoro per la attivazione della Legge 125/91 “Azioni positive per la realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro”, anche da questo percorso ne derivarono grandi benefici nelle attività che furono programmate.
Irene Spezzano, nella sua grande capacità di trovare e praticare azioni comuni, svolse un ruolo decisivo nell’ideazione prima e progettazione esecutiva poi, dell’iniziativa “Una rete socio-istituzionale per contrastare l’illegalità favorendo la crescita della cultura del lavoro regolare”, per la diffusione della cultura della legalità, e del rispetto delle regole che sono delle garanzie sia per i lavoratori sia per le imprese.
Era componente del Comitato di Sorveglianza del PON Sicurezza, in cui propose attività formative e informative, fu un programma operativo che coinvolse le forze dell’ordine, ispettori del lavoro, rappresentanti dei lavoratori e le istituzioni, tutto ciò per determinare un miglior funzionamento nel combattere il crimine in tutti i suoi aspetti.
Il primo evento di questo Progetto, tenutosi a Cosenza a maggio 2004 fu la sua ultima uscita pubblica, in quanto a luglio dello stesso anno venne a mancare. Il Progetto proseguì fino al 2007, furono coinvolte alle attività formative 4mila persone, circa mille tra istituzioni, associazioni ed organizzazioni, un grande successo ed esempio di comunicazione e cultura.
Le fu dedicato il primo evento, organizzato nel giorno del suo compleanno, ed un libro sul tema.§
UN GRANDE ONORE
…tutto è iniziato da un bando Nazionale “L’Italia delle Donne”, un bando che vuole accendere una luce sulla vita di donne … e posso solo dire essere onorata, di aver contribuito a recuperare la storia di una grande donna della nostra organizzazione che, pur combattendo con una malattia autoimmune, ha dedicato la sua vita e le sue energie fino alla fine, per la difesa dei diritti dei più deboli. Grazie Irene.
È stata un’esperienza sicuramente formativa e positiva, scoprire quante cose sono partite dalla nostra organizzazione, cose non note, o comunque non pubbliche. Chissà quante altre figure femminili hanno avviato progetti, fatto proposte e non ne è rimasta traccia, sarebbe bello avviare delle ricerche nelle diverse province e regioni e confezionare un libro delle donne UILM, affinché la storia non venga dimenticata, ma soprattutto per ricordarci di loro.