L’editoriale

Care lavoratrici e cari lavoratori,

in queste due settimane dal numero precedente di Fabbrica società ho, da un lato, continuato a seguire da vicino le vertenze e le crisi aziendali e, dall’altro, sono stato a diversi Consigli territoriali dove ho avuto modo di incontrare molti di voi per continuare le tante discussioni che come Uilm stiamo portando avanti da mesi.

Come sapete, si è svolto anche il Consiglio nazionale della Uil dove sono state assunte importanti decisioni come quello di dichiarare insieme alla Cgil uno sciopero generale contro l’austerità del Governo per il 29 novembre.

Noi condividiamo pienamente i motivi alla base della mobilitazione ovvero la necessità di cambiare la manovra di bilancio, aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione e servizi pubblici e investire nelle politiche industriali. Per queste ragioni ci impegneremo a garantire la buona riuscita dello sciopero.

La fase di grande cambiamento in cui ci troviamo richiede, infatti, il massimo impegno da parte di tutti per difendere i diritti di lavoratori e cittadini.

Dopo lo sciopero dell’auto del 18 ottobre ci aspettavamo una convocazione alla Presidenza del Consiglio con la presenza di Stellantis, perché riteniamo sia la sede più opportuna per poter affrontare un tema cruciale come quello della transizione all’elettrico. Invece il ministro Urso ha convocato cinquanta interlocutori il 14 novembre rendendo l’incontro praticamente inutile.

Sul fronte del rinnovo contrattuale Federmeccanica e Assistal si avvicina la data del prossimo incontro, fissata per il 12 novembre. Nell’ultimo incontro del 10 ottobre, come sapete la controparte ha presentato un documento che noi abbiamo subito rispedito al mittente. Per noi, infatti, esiste una sola piattaforma ed è quella unitaria e approvata da oltre il 98% dei lavoratori.

I temi imprescindibili che ribadiremo il 12 novembre sono tutti gli 11 punti della piattaforma e se continueremo a registrare distanze con la parte datoriale, non potremo rimanere fermi.
In quel caso avvieremo una fase di mobilitazione dando il via ad Assemblee di fabbrica e a Consigli territoriali e regionali.

Sul fronte delle vertenze, stiamo seguendo molto da vicino quelle dell’ex Ilva, di Piombino, della Berco, di Blutec e non solo. Il nostro settore sta affrontando da mesi un periodo di enormi difficoltà legate alla transizione ecologica e digitale non governata in primis, all’avvento dell’Intelligenza Artificiale, che crea ulteriori incertezze, e alle vicende internazionali.

I segnali che arrivano dalla Germania sono molto preoccupanti. Questa settimana il ministro dell’economia tedesco Robert Habeck lo ha confermato: invece di crescere l’economia tedesca si contrarrà, seppur di poco (-0,2%). Non è tanto la dimensione della contrazione a spaventare, ma una stagnazione che la Germania sta vivendo ormai da quasi due anni: la locomotiva non solo ha perso di potenza ma sembra si stia fermando.

L’elezione di Trump negli Stati Uniti è una notizia che non ci tranquillizza, soprattutto ci dobbiamo augurare che il Presidente abbandoni la logica di inserire dazi e azioni protezionistiche. Quasi tutto il Nord Italia è fatto di aziende che lavorano sulla componentistica dell’auto e i mercati di sbocco sono i Paesi del Nord Europa, ma soprattutto gli Stati Uniti.

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