Si è svolto il 30 ottobre l’ennesimo incontro sulla vertenza ex Ilva definito “interlocutorio” dalla Uilm. Di fatto, il sindacato ha ricevuto risposte parziali e insufficienti che ancora non fanno stare tranquilli. “Abbiamo chiesto chiarezza sulle risorse disponibili e sullo stato della gara – ha ribadito il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella – e soprattutto abbiamo continuato a ribadire la necessità di una piena garanzia occupazionale per tutti i lavoratori diretti, indiretti e dell’appalto. Come sapevamo, dei 15 soggetti che hanno manifestato interesse solo tre sono interessati all’intero Gruppo e questo ci preoccupa. Come se non bastasse, le società italiane che hanno manifestato interesse sono interessate a singoli stabilimenti o impianti”.
MASSIMA ATTENZIONE
La Uilm si aspetta dal Governo che ci sia la massima attenzione nel privilegiare soggetti credibili che garantiscano occupazione, tutela ambientale e futuro produttivo con un programma duraturo, non i due anni previsti nel bando. La ripartenza dell’altoforno 1 è stata spettacolarizzata in modo inopportuno, visto che abbiamo oltre 2.500 lavoratori in cassa integrazione, impianti fermi e una produzione, intorno ai due milioni di tonnellate alla fine dell’anno, che segnerà il record negativo nella storia dell’ex Ilva.
“La proroga della cassa integrazione per tutto il 2025 senza accordo sindacale – spiega il Leader Uilm – non risolve i problemi. È arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti concreti per quanto riguarda il protocollo firmato da ADI e Dri Italia. Si tratta del miliardo di cui sentiamo parlare da tre anni, prima previsto nel PNRR, poi inserito in un altro fondo perché non si potevano rispettare i tempi previsti dell’utilizzo entro il 2026”.
SI PASSI AI FATTI
“Serve un cronoprogramma specifico degli investimenti e della partenza degli impianti di verticalizzazione – esorta Palombella – per avviare finalmente la decarbonizzazione. Non è più il tempo delle parole, vogliamo sapere quando si parte con la costruzione dell’impianto di DRI e dei forni elettrici e quando andranno in marcia. Per non ripetere gli errori del passato, è indispensabile una partecipazione statale che abbia il ruolo di effettivo controllo e garanzia a favore dei lavoratori, con poteri reali e non di sola rappresentanza. Lo strumento della golden power è insufficiente e non risolverebbe i problemi accaduti in passato in caso di gestione disastrosa. Inoltre – conclude – è necessario prevedere un piano di strumenti di agevolazione per la maturazione anticipata dei requisiti pensionistici per i lavoratori che ne sono in prossimità”.