di Antonio Rodà
Il 6 luglio scorso, dopo una lunga notte di trattative, è stata finalmente raggiunta l’intesa sull’accordo quadro tra Wartsila Italia, Innoway Trieste e Fim Fiom Uilm. L’importante intesa sindacale, ratificata nei giorni successivi presso il MIMIT, ha stabilito alcuni punti importanti, tra i quali: il passaggio di 251 lavoratori della produzione di Wartsila Italia alla newco Innoway Trieste; il percorso di ammortizzatori sociali che accompagnerà la fase di re-industrializzazione dell’area e le garanzie salariali per i lavoratori trasferiti.
ACCORDO DI PROGRAMMA
All’accordo sindacale si è affiancato l’Accordo di Programma sottoscritto presso il MIMIT il 29 luglio scorso che aggiunge ai contenuti dell’accordo quadro tutta la parte legata al cronoprogramma dei lavori ed investimenti previsti nei prossimi 24/36 mesi per traguardare la riconversione della fabbrica e la riqualificazione delle maestranze. Innoway Trieste, newco neocostituita da MedLog – controllata del gruppo MSC- e l’austriaca Innofraight, già operante nella produzione di carri ferroviari, ha presentato un piano industriale che si svilupperà su tre assi: la produzione di carri ferroviari per il trasporto merci; la produzione di carrelli ferroviari ed una linea di manutenzione. Tutto questo dovrebbe andare a regime nei prossimi due/tre anni.
ORA SI COMINCI
Ora, passata la fase delle cerimonie, c’è la necessità di cominciare a lavorare per mettere a terra l’ambizioso piano industriale che dovrebbe portare il sito di Trieste ad una produzione di circa 1000/1500 vagoni all’anno a pieno regime. Si dovranno allestire le linee di produzione e realizzare i binari per lo stoccaggio e messa in rete dei vagoni prodotti.
A CHE PUNTO SIAMO
Attualmente sono stati individuati i primi 25 lavoratori che hanno il compito di coordinare tutta la fase di separazione e coabitazione delle aree con Wartsila Italia, ed allo stesso tempo lavorare alla configurazione del nuovo layout della fabbrica. La strada che vedrà Innoway passare da una newco concettuale ad un’azienda pienamente produttiva è ancora lunga e molto dipenderà anche dai tempi della burocrazia pubblica nel rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione delle reti ed infrastrutture al servizio del riconvertito sito produttivo. Per certi aspetti inizia ora la fase più difficile, ovvero quella di un costante monitoraggio dell’avanzamento piano contenuto nell’Accordo di Programma. Tale impegno vedrà la Uilm come sempre in prima linea nell’interesse dei lavoratori e della salvaguardia di un’area industriale fondamentale per il territorio triestino.