Jabil l’ultimo baluardo dell’elettronica a Caserta ci saluta con un arrogante “bye bye”

di Ciro Pistone

Basta! La crisi dell’industria metalmeccanica che sta colpendo la Provincia di Caserta e che dura da diversi anni, oramai, rischia di portare alla povertà assoluta le lavoratrici e i lavoratori che vivono di lavoro e di salario. Siamo costretti a fronteggiare drammatici processi di deindustrializzazione e di delocalizzazione delle imprese, la maggior parte dei quali avvenuti anche a causa della negligenza i diversi Governi ciechi e indifferenti al dramma sociale di questo territorio.

JABIL
Jabil è solo l’ultimo esempio di come una multinazionale si accaparra gli incentivi dati dal governo italiano e poi dismette senza avere nessuna opposizione, perché le leggi nel nostro Paese purtroppo lo permettono.
Jabil si è insediata sul territorio casertano 15 anni fa assorbendo grandi aziende quali Siemens, Marconi e cubando più di mille lavoratori – di cui 300 ricollocati in Softlab e Orefice ma attualmente fallite – che ad oggi sono ridotti a 400 e che un mese fa la stessa Jabil li ha lasciati a casa alimentando ancora di più il dramma sociale in questa provincia. Jabil, infatti, ha deciso di dismettere le sue attività su Caserta.

PROGETTO SCELLERATO
Noi ci opporremo con tutte le nostre forze, affinché la multinazionale receda da questo scellerato progetto e chiediamo alle nostre Istituzioni una seria politica industriale nazionale e regionale, che indirizzi scelte ambiziose e ricche di contenuti. Abbiamo bisogno di investimenti e idee che possano essere da volano al recupero industriale di una provincia che fino a 10/15 anni fa veniva definita Terra di Lavoro e che ad oggi rischia di essere definitivamente terra di disoccupazione e degrado sociale, industriale ed economico.

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