A Grottaglie arriva il convertiplano a grazie alle lotte dei lavoratori

Nell’incontro del 24 giugno scorso con i rappresentanti di Leonardo, atteso per avere certezze sulla condizione di criticità che impatta lo stabilimento di Grottaglie a causa della violenta crisi di Boeing, il sindacato ha ricevuto informazioni che delineano potenziali positività ma allo stesso tempo elementi che vedono ancora una distanza soprattutto nel metodo. Come importante novità per il sito pugliese, al netto della conferma di quanto è già in progettazione seppur in fase embrionale e prototipale, è stato annunciato l’arrivo della linea finale del convertiplano AW609. Si tratta di un progetto della Divisione elicotteri che ha sia clienti governativi che privati: un velivolo che è in fase di certificazione. Non è partita la produzione di serie e c’è la volontà di portare la stessa all’interno del sito di Grottaglie. “È una notizia che accogliamo positivamente e che realmente dimostra l’avvio di una vera trasformazione del sito”, hanno dichiarato Bruno Cantonetti, Segretario nazionale, e Davide Sperti, Segretario generale Uilm Taranto, dopo l’incontro a Roma, alla presenza del Responsabile Divisione Aerostrutture Bortoli e del Responsabile Hr Leonardo SPA Liotti.

NOTA NEGATIVA
La nota negativa secondo i sindacalisti è che Leonardo vuole confermare di nuovo la sospensione dell’attività per quattro mesi nel sito di Grottaglie, sempre per la necessità di ridurre il buffer produttivo di fusoliere creato, quindi la produzione effettuata per il magazzino nei mesi e negli anni passati. “Noi – dicono Cantonetti e Sperti – su questo tema, confermiamo la nostra contrarietà anche perché il piano nuovo produttivo Z60 di Boeing, che prevede cinque ritiri al mese, ad oggi concede la possibilità di prevedere una riduzione delle attività senza sospenderle. Riteniamo che si possa anche su questo punto trovare una soluzione diversa – aggiungono – che non preveda la sospensione delle attività, ma una soluzione che venga incontro alle esigenze di tenere aperto il sito e tutelare tutti i lavoratori, compresi quelli dell’indotto senza alcuna distinzione tra persone”.

SERVE UNA SOLUZIONE
La Uilm ha chiesto quindi una soluzione che, da un lato, riesca a conciliare l’esigenza di smaltire la produzione del magazzino e recuperare spazi utili anche alla diversificazione e, dall’altro, venga incontro alle esigenze di continuare a lavorare, seppur in maniera ridotta. L’incontro si è concluso con un impegno ad aggiornare il tavolo entro una settimana.

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