L’incontro del 27 maggio scorso a Torino con l’ad di Stellantis, Carlos Tavares, ha lasciato intravedere “luci e ombre” sul futuro del Gruppo in Italia. Così si è espresso, infatti, il Segretario generale della Uilm Rocco Palombella ai microfoni della stampa presente al Centro Stile di via Piave aggiungendo: “Il piano esposto risponde ad alcune importanti richieste che avevamo avanzato e arricchisce il novero dei modelli assegnati alla Italia ad iniziare dalla Fiat 500 ibrida a Mirafiori nel 2026, ma prevede tempi di realizzazione lunghi e quindi implica la condivisione di un percorso ancora difficile con notevoli sacrifici per i lavoratori”.
QUESTIONI IRRISOLTE
Per Palombella ci sono inoltre questioni ancora irrisolte come il rilancio del marchio Maserati e dello stabilimento di Modena. “Anche in considerazione delle incognite della così detta transizione – aggiunge – diventa essenziale un tavolo presso la Presidenza del Consiglio per provare ad arrivare a un’intesa che garantisca un futuro industriale sostenibile all’Italia. Del resto la stessa Stellantis ha rimarcato la necessità di interventi che dipendono dalla politica e che incideranno sulla competitività del Paese e sulla transizione all’elettrico, che vanno dagli incentivi all’acquisto alle reti di ricarica, dal costo dell’energia alla concorrenza cinese”.
Da questi interventi del Governo dipenderà in gran parte, secondo la stessa Stellantis, la possibilità di realizzare appieno il piano industriale e quindi di raggiungere l’obiettivo di produrre un milione di veicoli l’anno.
POMIGLIANO
Al tavolo con l’ad ha fatto seguito il giorno successivo quello su Pomigliano e Cassino presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, a cui ha preso parte il Segretario nazionale del settore, Gianluca Ficco.
Su Pomigliano, Stellantis ha ribadito che investirà sulla motorizzazione euro 7 della Panda e che ciò consentirà di prolungarne la sua produzione per tutto il futuro prevedibile, probabilmente almeno fino al 2029.
“Abbiamo chiesto – spiega Ficco – maggiori delucidazioni sulla vettura in studio per la futura sostituzione della Tonale, ma non abbiamo ottenuto novità rilevanti rispetto a quanto dichiarato dall’amministratore delegato Carlos Tavares. Più in generale chiediamo un quadro dettagliato degli investimenti di prodotto e di processo che servono ad assicurare un futuro alla fabbrica Gian Battista Vico, ad iniziare da quelle sulla produzione di energia rinnovabile”.
La Uilm ha ribadito la necessità di ripristinare un clima di dialogo e di partecipazione con i lavoratori per affrontare e vincere le difficilissime sfide poste dalla così detta transizione; ha posto il problema dell’indotto, che oggi sta soffrendo moltissimo, come dimostrano ad esempio la situazione di Proma, Stirpe e Tiberina. “A Stellantis – aggiunge Ficco – chiediamo responsabilità sociale e al Governo strumenti concreti di tutela. Secondo quanto dichiarato dalla Direzione di Stellantis, delle prime ricadute positive per le imprese della componentistica potranno comunque arrivare dalla produzione della 500 ibrida”.
CASSINO
Anche per quanto riguarda Cassino l’assegnazione di tre future vetture su piattaforma large, a cui si aggiunge il prolungamento della produzione della Maserati Grecale, dà allo stabilimento una prospettiva che però richiede tempi lunghi di realizzazione e quindi ancora pesanti sacrifici ai lavoratori.
I tre nuovi modelli, che si aggiungeranno alla Grecale e sostituiranno le attuali Stelvio e Giulia, saranno messi in produzione uno all’anno fra il 2025 e il 2027. I tempi oggettivamente lunghi e le incognite inevitabili della così detta transizione implicano la necessità di un confronto trasparente e di un effettivo coinvolgimento dei lavoratori, che consentano di affrontare sia le criticità che oggi vive la fabbrica sia la perdurante situazione di calo di lavoro.
Per quanto riguarda le imprese dell’indotto, di servizi e della componentistica, la Uilm chiede “forte responsabilità sociale a Stellantis e un intervento immediato al Governo con il varo di nuovi ammortizzatori sociali, in mancanza dei quali già da giugno rischiamo i primi licenziamenti in alcune ditte appaltatrici. Abbiamo chiesto alla Regione Lazio, oggi presente, di convocare un tavolo regionale di confronto immediato”.
Con la convocazione di Pomigliano e Cassino si chiude la fase per così dire istruttoria del tavolo automotive, è ora il momento di essere convocati presso la Presidenza del Consiglio per trovare soluzioni che possano salvaguardare quello che è tuttora il primo comparto industriale italiano.