Duecento bare in Piazza della Signoria: un pugno allo stomaco per chi continua a negare diritti

di Samuele Nacci

Lo scorso 7 maggio uno strano silenzio regnava sopra Piazza della Signoria, nel cuore di Firenze. Locali e turisti che si ammutolivano dinanzi alla vista che gli si parava davanti agli occhi, consci della sacralità del momento: duecento bare disposte tra l’arengario di Palazzo Vecchio e la Loggia de’ Lanzi. Bare che non solo vogliono commemorare le vittime in Toscana dell’assurda strage sul lavoro che non accenna a fermarsi, ma che soprattutto ricordano il loro essere persone prima di numeri, vite vissute prima di una voce in un lungo elenco. Un pugno allo stomaco per chi continua a negare diritti, a deviare responsabilità, a disinvestire sulla sicurezza.

ABBRACCIO MORTALE
Sull’arengario quel giorno si sono susseguiti pochi ed esaustivi interventi, tra cui quello del Segretario Organizzativo UIL Nazionale Emanuele Ronzoni, quello del Sindaco di Firenze Dario Nardella e di Emma Marrazzo, madre della giovane Luana D’Orazio, uccisa sul lavoro il 3 maggio di tre anni fa, inghiottita in quello che è stato definito un “abbraccio mortale” con un orditoio, volontariamente manomesso per impedire alla macchina di fermarsi.
Di quell’abbraccio mortale resta un solo oggetto. Una scarpa antinfortunistica, volata via a Luana mentre il resto del suo corpo veniva brutalmente stritolato. Alla madre, quel giorno di tre anni fa, le è stato restituito quell’unico oggetto. Il 7 maggio 2024, non appena concluso il proprio intervento, in un gesto tanto emozionante quanto simbolico, Emma ha deciso di posare la scarpa su una di quelle bare, sottolineando come, seppur vuote e di cartone, quelle bare rappresentassero tutte le vittime sul lavoro. “Qualcuno le ha riempite” diceva dolorosamente.

STAVA LAVORANDO
Non appena conclusi gli interventi, la mattinata è proseguita con una profonda discussione sulla sicurezza sul lavoro e le tutele che offre il patronato ITAL UIL. Nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio ne hanno parlato il Segretario Generale della UIL Toscana Paolo Fantappiè – che ha portato i saluti dell’organizzazione regionale – il Segretario Organizzativo UIL nazionale Emanuele Ronzoni, l’Assessora del Comune di Firenze Benedetta Albanese, il Presidente ITAL UIL nazionale Giuliano Zignani, il Direttore centrale Rapporto assicurativo INAIL Agatino Cariola, la Responsabile area salute e sicurezza ITAL UIL Maura Tabacco e la madre di Luana D’Orazio Emma Marrazzo. È intervenuto anche il Presidente ANMIL Grosseto Graziano Campinoti, mentre la moderazione è stata del Responsabile Comunicazione UIL Toscana Riccardo Imperiosi.
Da citare un particolare passaggio della tavola rotonda, quando alla madre di Luana è stato ricordato di quel fatidico giorno: “Ricordo i carabinieri alla porta. Signora apra, Luana ha avuto un incidente. Non è possibile, mia figlia è a lavorare, non può aver avuto un incidente”. Luana al sicuro, in quell’azienda, non era mai stata. Ma questo non lo immaginava lei e nemmeno sua madre. Non poteva essere in pericolo, stava lavorando. Perché la normalità dovrebbe essere la sicurezza sul lavoro, non il contrario.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *