di Lorenzo Fusco
Passano gli anni ma la situazione del Polo Siderurgico Piombinese fatica a uscire dalla profonda crisi in cui è sprofondata ormai da oltre un decennio diventando area di crisi complessa. Eppure i numeri dovrebbero fare riflettere attentamente chi si appresta a governare questa città, perché nonostante le difficoltà in cui versano le principali realtà industriali e l’ampio utilizzo di ammortizzatori sociali, continuano a essere impiegati oltre 2.400 lavoratori diretti che immettono ben oltre 70 milioni di euro l’anno nell’economia del Comprensorio. Sono trascorsi 5 anni dalla decisione della Commissione europea di dare l’ok al passaggio degli asset ArcelorMittal al gruppo Liberty House Group di Sanjeev Gupta. Tra i vari stabilimenti europei che passarono nelle mani della multinazionale Liberty, oltre ai siti di Ostrava, Galati, Skopje, Liegi e Dudelange, c’era lo storico stabilimento Magona.
TAVOLO DI MONITORAGGIO
In questi anni, anche per il fallimento della loro banca di riferimento Greensill, per i circa 500 lavoratori si sono susseguite varie difficoltà a seguito del forte utilizzo prima della cassa integrazione ed oggi dei contratti di solidarietà, per fare fronte alle difficoltà economiche del gruppo che hanno indebolito la possibilità di reperire coils anche nei momenti di espansione del mercato dei piani. Come Uilm, insieme alle segreterie nazionali di Fim e Fiom, abbiamo richiesto al MiMit la convocazione del tavolo di monitoraggio perché immaginiamo che il futuro della Liberty Magona non potrà più esserci con questo gruppo ed auspichiamo che si concluda positivamente le trattative di cessione di cui si sente rumoreggiare oramai da mesi.
Anche la Tenaris Dalmine, con i loro circa 100 dipendenti, sta vivendo una fase di difficoltà, confermata dall’utilizzo dei contratti di solidarietà in corso da quasi un anno. Le difficoltà sono iniziate con l’abolizione del Superbonus 110% che ha fatto ridurre drasticamente l’attività ed oggi l’auspicio è che nel sito proseguano i progetti per ampliare la gamma delle attività da sviluppare, affinché possa riprendere la piena attività lavorativa.
POLO COMPETITIVO
Se dovesse essere confermato l’arrivo del gruppo ucraino Metinvest a Piombino, entrambe le realtà potrebbero beneficiarne positivamente, sia per la disponibilità a Km zero dei coils in caso di accordi commerciali con Magona, sia perché un maggiore traffico portuale, potrebbe rendere più competitivo il porto di Piombino e spingere tutti i players a maggiori investimenti nei propri siti industriali.
Da mesi si sente parlare degli investimenti che la cordata Danieli-Metinvest sarebbe interessata a fare nelle aree della Ex Lucchini, aree di proprietà del Demanio, in cui sono ubicati gli impianti vergella e barre del gruppo Jsw.
Si sono susseguite assemblee pubbliche e Consigli Comunali sul tema, sono stati firmati a gennaio un memorandum da Metinvest e a marzo un Memorandum da Jsw con l’obiettivo di arrivare a siglare due nuovi Accordi di Programma entro fine Giugno e anche lo stesso Ministro Urso è venuto a Piombino annunciando che il polo piombinese assumerà un ruolo centrale e strategico nel piano siderurgico nazionale.
Da una parte il gruppo indiano Jsw punta a investire sul solo treno rotaie e alla costruzione di un forno elettrico per fare fronte alle prossime restrizioni annunciate a livello europeo con l’introduzione dal 2026 del CBAM. Dall’altra la cordata italo-ucraina punta alla realizzazione a Piombino di un moderno impianto green per la produzione di 3 milioni di tonnellate d’acciaio per produrre coils.
Questi anni fatti di tanti annunci e promesse non mantenute, hanno fatto perdere tutta la fiducia nel gruppo Jsw, avremmo preferito che il Governo italiano, viste le gravi inadempienze della proprietà indiana, sfruttando anche la scadenza delle concessioni demaniali, facesse fare un passo indietro al gruppo Jsw per evitare spezzettamenti del personale che attualmente è composto da oltre 1.500 lavoratori.
Abbiamo molte perplessità sul memorandum siglato dal gruppo Jsw, a partire dal fatto che non compaiono impegni per la realizzazione dell’acciaieria elettrica; non si parla del rilancio della Gsi e della Piombino Logistics; non compaiono tempi certi sulla liberazione delle aree da destinare al progetto Metinvest. Tra la necessità di fare gli smantellamenti, rimuovere cumuli ed effettuare bonifiche, si rischia che trascorra un tempo indefinito e di vedere sfumato il potenziale investimento della cordata Italo-Ucraina.
ASSENZA DI PIANO INDUSTRIALE
Intanto, senza uno straccio di piano industriale, le istituzioni nel memorandum, hanno concesso un disimpegno di Jindal sugli organici permettendogli di impegnarsi solamente su “almeno 400 lavoratori”, togliendo il vincolo di garantire la completa occupazione previsto nell’AdP 2018 che resta tutt’ora l’unico accordo valido legalmente.
Come Uilm sappiamo bene che il Memorandum è un atto non vincolante, ma quella firma con quei numeri ha di fatto indebolito la prossima discussione del tavolo sull’occupazione, nel quale dovrà essere garantita la salvaguardia delle intere maestranze.
Recentemente, in un confronto con i candidati a futuro sindaco di Piombino, come Uilm insieme alla Fiom abbiamo lanciato la proposta condivisa da tutti, di costituire una società di scopo mista pubblico-privata con lo scopo di: riqualificare e bonificare le aree da restituire alla città; bonificare e mettere in sicurezza le aree da destinare ad altre nuove attività; gestire le aree da destinare alla costruzione di infrastrutture stradali e ferroviarie da e verso il porto; occuparsi di un’adeguata e concreta formazione e riqualificazione dei lavoratori che saranno progressivamente reinseriti nei processi lavorativi parallelamente all’attuazione degli investimenti produttivi.
Uno schema simile ha già funzionato altrove e, se i soggetti pubblici e privati coinvolti faranno la loro parte, può essere un progetto da esportare in altre realtà per gestire i cambiamenti della Transizione Ecologica e il rilancio delle Aree di Crisi Complessa.
Le Segreterie nazionali Fim-Fiom-Uilm hanno in questi giorni fatto richiesta di un incontro al Mimit di aggiornamento per capire a che punto siano i tavoli con Jsw e con Metinvest-Danieli, ai quali avevamo chiesto di partecipare almeno da uditori.
La produzione di acciaio con impianti green di ultima generazione, la laminazione di prodotti lunghi e piani, la posizione strategica sul porto da accompagnare con infrastrutture adeguate, magari con condizioni competitive dal punto di vista energetico per chi investe, da chiedere come compensazione al posizionamento a Piombino del rigassificatore, ne farebbero un sito industriale di prim’ordine a livello europeo, ma serve che la politica ed i soggetti privati mettano da parte gli annunci e comincino ad attivarsi concretamente per un vero rilancio del Polo Siderurgico Piombinese.