L’Editoriale

Care lavoratrici e cari lavoratori,

in queste ultime due settimane sono stati tanti gli appuntamenti nelle piazze, a partire dalla manifestazione di Cgil e Uil a cui noi della Uilm abbiamo aderito con grande partecipazione. Le vie di Roma, dal Circo Massimo, alla Piramide sono state invase da bandiere, cappellini, felpe dalla Uilm. Il blu era certamente uno dei colori dominanti del corteo e della piazza.

Lo scopo della manifestazione, come sapete, è stato quello di dire “Adesso Basta!” al Governo su tematiche di estrema importanza come salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, diritto alla cura e alla sanità pubblica, riforma fiscale e tutela dei salari. Nel Def non si parla di welfare, e noi chiediamo chiarezza. Le regole europee sono molto esplicite: bisognerà rientrare dello 0,4%. Peraltro, nel patto di stabilità, sottoscritto da questo Governo con l’Europa, sono previste traiettorie di rientro che comporteranno inevitabilmente tagli sullo stato sociale, su sanità e sulle pensioni.

Noi siamo quindi scesi in piazza per ricordare al Governo che questo non potrà succedere, altrimenti non staremo con le mani in mano. Le pensionati e i pensionati vogliono risposte sullo stato sociale e sul sistema sanitario che non è in grado di dare loro un’assistenza dignitosa né di garantire la sanità territoriale. Molti anziani, spesso non autosufficienti, restano da soli: il Governo ha fatto due decreti, ma non ha messo le risorse necessarie. Questo è un Paese che invecchia e, dunque, servirebbe dare più attenzione all’invecchiamento attivo. Servono risposte concrete, di dichiarazioni elettorali non se ne può più.

Un’altra occasione importante per ribadire tutto questo è stata la Festa del Primo Maggio. Quest’anno eccezionalmente il Concertone si è svolto al Circo Massimo e non nella storia location di San Giovanni. È stato presentato dall’inedita coppia artistica Noemi ed Ermal Metal, mentre i tre Segretari generali di Cgil Cisl e Uil hanno tenuto il comizio annuale a Monfalcone.

Il nostro Segretario generale, Bombardieri, ha ribadito come partiamo da un diritto imprescindibile, il rispetto della vita: 1.040 vittime in un anno e 500mila incidenti sono un fatto inaccettabile. La presidente Meloni deve fare di più e convocare Cgil Cisl e Uil. La battaglia sulla sicurezza dura tutti i giorni, non solo il primo maggio. La stessa Uil, infatti, si è fatta portatrice di un importante messaggio contro i morti sul lavoro con la sua campagna Zero Morti.

Per quanto riguarda noi metalmeccanici più nello specifico, ci sono stati incontri di vertenze significative come quella dell’ex Ilva il 29 aprile a Palazzo Chigi, arrivata dopo una nostra richiesta di incontro urgente alla stessa Meloni. È stato un incontro lungo, estenuante, ma dove abbiamo purtroppo constatato che le linee-guida del piano industriale delineato non ci soddisfano.

Come ho dichiarato a margine dell’incontro, manca una solida prospettiva produttiva e occupazionale perché abbiamo tre altoforni che hanno pochi anni di vita e non ci sono alternative adeguate. Inoltre, i due forni elettrici prospettati, che entrerebbero in funzione non prima di tre anni, non potranno garantire una produzione sufficiente ad assicurare il futuro e la sostenibilità dell’ex Ilva. Solo il rifacimento dell’Afo 5, con le migliori tecnologie ecosostenibili e con una produzione annua di 4 milioni di tonnellate, ci darebbe una solida prospettiva industriale, produttiva e occupazionale.

Purtroppo, il Governo ha detto che non è fattibile per l’eccessivo costo e per le attuali regole europee, mentre si preferisce spendere centinaia di milioni di euro per il rifacimento di altoforni che avranno una vita breve. A due mesi dall’avvio dell’amministrazione straordinaria non vediamo nessun miglioramento tangibile rispetto alla precedente gestione fallimentare. Si continua a navigare a vista, senza alcuna certezza e tutto questo è inaccettabile.

Restiamo comunque in attesa del piano industriale definitivo prima di fare una valutazione più precisa e puntuale.

Nel frattempo c’è un’altra vertenza che inizia a scaldare gli animi dei lavoratori ed è quella del Gruppo Stellantis. Il 2 maggio scorso abbiamo tenuto il nostro Coordinamento nazionale e preso una decisione molto importante: come Uilm abbiamo espresso la necessità di una convocazione urgente istituzionale per ottenere le risposte che i lavoratori attendono da troppo tempo. Stellantis deve fare completa chiarezza sui programmi produttivi per il nostro Paese, indicando investimenti e tempistiche. In mancanza di questo assumeremo tutte le iniziative che un sindacato determinato e responsabile deve fare proponendo lo sciopero nazionale del settore automotive alle organizzazioni sindacali con cui ci siamo già mobilitati unitariamente.

È una posizione forte e coraggiosa, sicuramente, ma che tiene conto dell’estrema sofferenza manifestata negli ultimi mesi dai lavoratori di tutti gli stabilimenti italiani del Gruppo.

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