Ex Ilva: si è aperta una nuova stagione, serve il massimo impegno di tutti

Giancarlo Quaranta finalmente non è più solo, con la nomina di Fiori e Tabarelli i tre Commissari straordinari sono al completo e possono partire per una sfida epocale: riuscire a rimettere l’ex Ilva in una condizione di normalità, salvaguardando i posti di lavoro, per poi rilanciarla avviando un piano reale di decarbonizzazione. Questo deve portare alla fine del contrasto tra la città e il grande stabilimento. Intanto il Governo deve dare il suo contributo, affinché i Commissari abbiano le leve necessarie, finanziarie e non solo, per poter salvare la siderurgia italiana. Non c’è più tempo da perdere, ora ci sono finalmente tutte le condizioni per garantire un futuro alle migliaia di lavoratori e alle loro famiglie, salvaguardare l’ambiente e la produzione”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella, ha commentato il primo marzo la nomina degli altri commissari straordinari.
Palombella aveva già apprezzato le parole di Quaranta che aveva dichiarato di volersi mettere immediatamente al lavoro per recuperare il tempo perso e per iniziare una nuova pagina nei rapporti con le organizzazioni sindacali e con la città.

UNO SPIRITO DIVERSO
Nell’incontro con i sindacati all’interno dello stabilimento di Taranto, avvenuto il 26 febbraio scorso, Quaranta si è impegnato a intervenire nel minor tempo possibile. “Oggi c’è solo un altoforno in funzione – spiega Palombella – il quattro, a marcia ridottissima e un magazzino che non consente una piena risalita. Abbiamo apprezzato l’impegno su sicurezza e ambiente – continua – perché bisogna far finire per sempre questa assurda contrapposizione tra lavoro e salute”.
Nel primo incontro, ha ribadito il leader Uilm “non ci aspettavamo qualcosa di più, ma per la prima volta dopo tanti anni entriamo nello stabilimento con uno spirito diverso, ora deve iniziare una nuova stagione basata su verità e trasparenza. Abbiamo riaperto una vertenza che tutti davano per chiusa, non abbiamo mai smesso di lottare e continueremo a farlo senza sconti a nessuno”.

LA FORZA DEL SINDACATO
In questi anni il sindacato, e soprattutto la Uilm, ha fatto tutto quello che era necessario, battendosi senza esclusione di colpi, anche prendendo querele, poiché la fabbrica si stava spegnendo progressivamente lasciando solo macerie. “Abbiamo scioperato – dice Palombella – fatto presidi e numerosi incontri con il Governo che, dopo vari tentennamenti, ci ha ascoltato e ha preso la strada giusta. Finalmente possiamo guardare al futuro con una speranza, consapevoli, allo stesso tempo, che ancora non sono stati risolti i problemi. Bisogna ridare fiducia ai lavoratori e riallacciare il rapporto con la città, far ripartire gli impianti fermi e far rientrare le persone dalla cassa integrazione. Solo così salveremo l’ambiente, l’intera occupazione, diretta e indiretta, e la produzione di acciaio in Italia. Oggi abbiamo messo la prima pietra, la strada è ancora lunga e complicata ma noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

UN’ILVA GIUSTA
E a chi dice che vorrebbe un’Ilva più piccola, il sindacalista dice che si sta sbagliando di grosso, serve infatti un’Ilva giusta che possa garantire la tutela ambientale, l’occupazione, la produzione e un nuovo rapporto con i cittadini che superi le contrapposizioni del passato.
“Ci lasciamo alle spalle una brutta stagione, che ha visto la fabbrica a un passo dal baratro a causa di una gestione fallimentare – conclude – occorre il massimo impegno di tutti per risolvere i problemi, a partire dalle garanzie ai lavoratori dell’appalto che oggi stanno soffrendo più degli altri”.

SFIDA EPOCALE
Intanto il Governo ha nominato anche gli altri due commissari, Fiori e Tabarelli, e si prepara a vincere una sfida è epocale: riuscire a rimettere l’ex Ilva in una condizione di normalità, salvaguardando i posti di lavoro, per poi rilanciarla avviando un piano reale di decarbonizzazione. Questo deve portare alla fine del contrasto tra la città e il grande stabilimento. “I Commissari – conclude Palombella – devono avere le leve necessarie, finanziarie e non solo, per poter salvare la siderurgia italiana. Non c’è più tempo da perdere, ora ci sono finalmente tutte le condizioni per garantire un futuro alle migliaia di lavoratori e alle loro famiglie, salvaguardare l’ambiente e la produzione”.

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