L’Editoriale

Care lavoratrici e cari lavoratori,

abbiamo iniziato questo primo mese del 2024 con un carico di impegni che ci lasciano presagire che sarà un anno molto impegnativo sul fronte delle crisi aziendali, a cui come sapete si aggiunge lo sforzo per il rinnovo del CCNL Federmeccanica-Assistal in scadenza a giugno 2024.

E proprio per quanto riguarda il primo punto siamo alle prese, per l’ennesima volta, con la crisi dell’ex Ilva. Siamo arrivati a un nuovo bivio, ci sono voluti quattro anni ma pare che il Governo abbia finalmente capito che non può continuare ad avere rapporti con ArcelorMittal; tant’è che all’ultimo incontro a Palazzo Chigi dell’11 gennaio, i Ministri competenti ci hanno parlato di “divorzio consensuale”, quello a cui starebbero lavorando i legali dei due soci e che dovrebbe sciogliere ogni dubbio la prossima settimana, entro al massimo mercoledì.

Acciaierie d’Italia è da un decennio la vertenza simbolo del nostro Paese, emblema di assenza di politiche industriali e di visione politica. Gli stabilimenti sono ormai al collasso: record negativo della produzione, migliaia di lavoratori in cassa integrazione, incertezze sulla retribuzione per i lavoratori dell’appalto, mancato completamento dei lavori di ambientalizzazione e problemi di sicurezza a causa dell’assenza di manutenzione.

Una cosa è certa: indietro ormai non si torna, il “matrimonio” con Mittal sta per finire e nella nuova fase che si aprirà a brevissimo tempo il sindacato giocherà un ruolo fondamentale nella tutela dell’occupazione. La salvaguardia occupazionale a 360 gradi è il nostro obiettivo principale. Saremo presenti e vigili e faremo la nostra parte con responsabilità, così come abbiamo sempre fatto quando siamo stati coinvolti.

Speriamo che il 2024 sia un anno di svolta per l’ex Ilva, ma anche per tutte le altre vertenze ancora aperte a cominciare da Wartsila che purtroppo sta pagando il prezzo di un Gruppo che si è dimostrato nel tempo totalmente inaffidabile. Un Gruppo che non si è assunto la responsabilità sociale di lasciare integro un patrimonio di capacità industriali e di conoscenze al Paese ospitante.

Quel che è certo è che sarà anche l’anno del rinnovo contrattuale più importante della nostra categoria, poiché mette insieme 1,4 milioni di lavoratori. Da mesi ormai ne parliamo alle nostre riunioni territoriali e insieme a Fim e Fiom abbiamo lanciato un questionario indirizzato agli iscritti sulle tematiche della piattaforma. L’opinione degli iscritti è molto importante ed è per questo che vi chiedo personalmente di diffondere il più possibile questo strumento, per avere un quadro più completo possibile dei temi che stanno più a cuore ai lavoratori che noi rappresentiamo.

Per quanto ci riguarda, per noi la piattaforma contrattuale deve puntare su due leve: incremento salariale e riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione. Come sapete il nostro motto è “Più salario, meno orario” e non mi lascerò intimorire da nessuno nel portare avanti queste tematiche così importanti. Da una parte, infatti, i lavoratori metalmeccanici continua a essere i meno pagati d’Europa (nonostante con la clausola di salvaguardia abbiamo attenuato il carovita legato all’inflazione), dall’altra in una fase di grandi trasformazioni la riduzione dell’orario di lavoro è uno strumento necessario e fondamentale per accelerare il processo di bilanciamento vita-lavoro e rendere le fabbriche attrattive per i giovani.

Nell’ultimo rinnovo dell’integrativo di Leonardo, siglato proprio prima delle ferie natalizie, abbiamo fatto un primo passo fondamentale in questo senso: va riconosciuto il merito e il coraggio del management di Leonardo nell’avviare una sperimentazione della riduzione dell’orario, a partire dal secondo semestre del 2024, coinvolgendo i lavoratori occupati nelle aree produttive di diverse Divisioni. Per la Uilm questa è la strada giusta da seguire e dal principio siamo stati i promotori di questa proposta, che porterà dei benefici sia ai lavoratori che all’azienda con l’aumento della produttività.

Buona lettura!

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