L’incontro tenutosi a Palazzo Chigi su Acciaierie d’Italia, il 27 settembre, con Fim Fiom Uilm, il sottosegretario Mantovano e i Ministri Calderone, Urso e Fitto non ha fornito al sindacato le risposte auspicate rispetto ai tantissimi problemi evidenziati in una lettera inviata proprio dai Segretari generali alla Presidenza del Consiglio solo pochi giorni prima.
Il sindacato ha ricordato ai Ministri presenti tutti gli impegni disattesi da parte di ArcelorMittal:
- mancata applicazione del piano industriale condiviso con i sindacati con l’accordo sottoscritto in sede ministeriale il 6 settembre 2018;
- mancato mantenimento dell’occupazione con la messa in cassa integrazione di circa 000 lavoratori, oltre a quelli dell’indotto;
- mancato raggiungimento dell’obiettivo di 6 milioni di tonnellate annue di acciaio, anche in fase di massima richiesta del mercato;
- mancato rifacimento dell’altoforno Afo 5, sempre annunciato e mai realizzato;
- mancati investimenti per l’efficienza degli impianti, con gravi rischi di sicurezza;
- mancata trasparenza sull’utilizzo dei 400 milioni per l’ingresso di Invitalia nel capitale sociale e degli ulteriori 680 milioni immessi quest’anno dallo stesso socio pubblico;
- nessuna certezza sui tempi di reintegro dei lavoratori di Ilva in
“Nell’incontro a Chigi, purtroppo – scrivono in una nota unitaria – non abbiamo ricevuto alcuna risposta chiara su come il Governo intenda risolvere questa annosa vertenza. Restiamo stupiti ed esterrefatti dell’interlocuzione in atto con ArcelorMittal per raggiungere un nuovo accordo, dopo quello di marzo 2020 a noi a tutt’oggi sconosciuto, che nella sua realizzazione sta mantenendo come filo di continuità con i Governi precedenti l’esclusione dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali. Auspichiamo – concludono – che questo Governo, a differenza di quelli precedenti, non si faccia condizionare dal Socio privato che con la sua gestione, in questi anni, ha sprecato risorse pubbliche e ha fatto pagare un prezzo altissimo a lavoratori e cittadini”.
INIZIATIVE DI LOTTE
A valle dell’incontro, Fim Fiom Uilm hanno confermano tutte le iniziative di lotta negli stabilimenti a partire dallo sciopero di 24 ore a Taranto che ha riscontrato un’altissima partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori ex Ilva, Ilva in AS e ditte d’appalto. I lavoratori di Taranto, tra le altre cose, hanno espresso tutta la contrarietà all’evento organizzato dall’azienda che in piena “contraddizione” compie operazioni di marketing e sviluppo commerciale ma al tempo stesso non si organizza per realizzare la risalita produttiva per rispondere ai clienti.
Anche la rsu dello stabilimento di Acciaierie D’Italia di Genova Cornigliano, in continuità con le mobilitazioni di Taranto, hanno dichiarato 24 ore di sciopero. Le iniziative delle lavoratrici e dei lavoratori non si fermeranno fino a quando non ci saranno risposte concrete da parte del Governo e dell’azienda su temi irrisolti da anni sia a livello dei singoli siti che a livello di gruppo.
Il 3 ottobre, i segretari generali di Fim-Fiom-Uilm si sono incontrati e hanno deciso di convocare il Coordinamento nazionale unitario per lunedì 9 ottobre sotto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
L’ATTACCO DI MORSELLI AL SINDACATO
Nel frattempo, il Segretario generale della Uilm Rocco Palombella ha commentato l’archiviazione della magistratura della denuncia ricevuta dall’Ad di ADI: “L’Amministratore delegato di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, tramite una denuncia per diffamazione a seguito di una mia intervista al Quotidiano di Puglia del 6 maggio 2022, ha tentato e pensato di potermi intimidire e di tapparmi la bocca di fronte a una situazione pericolosa per la sicurezza, per l’ambiente, per l’occupazione che riguarda un’azienda strategica per il nostro Paese. L’archiviazione decisa dal GIP del Tribunale di Taranto il 14 settembre scorso rappresenta una lezione di diritto e civiltà, e pone la critica sindacale, anche con toni aspri, come elemento fondamentale nella vita democratica di un Paese e all’interno delle aziende. Il 5 dicembre prossimo saranno 50 anni dalla mia assunzione all’ex Ilva di Taranto e da 13 anni ricopro il ruolo di Segretario generale ma non era mai successo nulla di simile. Nonostante i momenti difficili e le fasi complicate, nessuna azienda si era mai permessa di denunciare le organizzazioni sindacali per una critica alla gestione. Per questo da oggi in poi sarò sempre più vicino ai lavoratori in una lotta incessante che non darà tregua all’azienda e a chi tace e permette questi atteggiamenti. Io non arretrerò mai, anzi continuerò più forte di prima per evitare un disastro ambientale, occupazionale e industriale senza precedenti”.