E’ stato raggiunta il 1° agosto, dopo una giornata di trattativa, l’intesa per prorogare l’accordo sottoscritto il 29 novembre 2022 da Governo, Regione Friuli Venezia Giulia, Direzione di Wartsila Italia e Fim Fiom Uilm.
La manifestazione di interesse da parte di due importanti società operanti nel settore della produzione di energia, formalizzate dal Ministero per l’Industria e il Made in Italy, rappresenta per i sindacati una novità positiva. In questo senso, l’accordo riconferma l’impegno della multinazionale e delle parti istituzionali a sostenere il percorso di reindustrializzazione per il sito di Bagnoli. L’intesa sottoscritta integra e dà continuità ai contenuti dello scorso novembre, compreso il vincolo dell’azienda a non aprire alcuna procedura di licenziamento sino alla scadenza dell’addendum, almeno fino al 31 dicembre 2023. L’accordo prevede inoltre che il Governo convochi le parti firmatarie entro il 30 settembre prossimo per presentare lo stato di avanzamento della manifestazione di interesse di Ansaldo Energia e Mitsubishi, con relativo piano industriale comprensivo degli impegni sulla salvaguardia dell’occupazione.
Dare continuità occupazionale e industriale allo stabilimento di Bagnoli per realizzare la filiera della produzione dell’idrogeno, è una scelta di politica industriale che può delineare un nuovo settore strategico per tutto il Paese.
SOLUZIONE PLAUSIBILE
Questa soluzione sembra plausibile, a differenza di quelle proposte dall’advisor, incaricato dalla multinazionale finlandese, che vedevano come unica scelta quella della start-up H2Energy non in grado, da sola, di poter fare un’operazione così complessa come la realizzazione della reindustrializzazione, e oggettivamente non strutturata per consentire di garantire una prospettiva industriale ad elevato spessore tecnologico e di rilevante dimensione occupazionale.
Guglielmo Gambardella, Segretario nazionale Uilm, e Antonio Rodà, Segretario Uilm Trieste-Gorizia hanno dichiarato: “La Uilm ribadisce la propria disponibilità a contribuire al processo di finalizzazione della proposta dei soggetti industriali di rilevanza nazionale e internazionale per la piena valorizzazione dei lavoratori nel futuro progetto industriale. Auspichiamo che da parte di Wartsila ci sia la stessa disponibilità”.
ULTIMO SCIOPERO
A fine giugno, Fim Fiom Uilm avevano divulgato un comunicato congiunto in cui ribadivano il fatto che l’azienda solo a parole confermava la sua disponibilità al lavorare per dare un futuro ai 300 dipendeni del DCT, ma nei fatti aveva posto un solo tema: la cassa integrazione. Con questa premessa Fim Fiom e Uilm nazionali insieme alle RSU avevano respinto la richiesta avanzata dalla multinazionale di utilizzare gli ammortizzatori sociali per i lavoratori coinvolti dalla scelta di delocalizzare la produzione in Finlandia. Una scelta che ha aggravato di fatto la situazione preesistente e che rischia quindi di precipitare già nei prossimi mesi con l’avviso della procedura di licenziamento per i lavoratori in DCT.
Per queste ragioni i sindacati avevano, da un lato, sollecitato il Ministro Urso ad avanzare un progetto credibile per la reindustrializzazione di Trieste, dall’altra avevano proclamato quattro ore di sciopero in tutto il Gruppo, aggiuntive a quelle nazionali proclamate da Fim Fiom e Uilm nelle giornate del 7 e 10 luglio. Ora il progetto sembra più vicino, ma occorre passare ai fatti e dare un’accelerata alla vertenza perché il tempo sta per scadere.