Negli ultimi 15 anni la produzione di veicoli in Italia si è fortemente ridimensionata. Nel 2022 si è arrivati a quota 796mila, di cui 473mila autovetture e 323mila veicoli commerciali. Nei primi sei mesi del 2023 si è registrato un aumento del 15% della produzione rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questo trend positivo, se confermato nei mesi prossimi, potrebbe portare a superare quota 900mila. Bisogna però tornare al 2018 per vedere superato il milione di autovetture prodotte e al 2003 per arrivare al milione. Dati che dimostrano un problema che non può essere risolto con gli annunci e senza interventi strutturali e straordinari, è urgente invece la programmazione degli investimenti e una strategia industriale.
TRAGUARDI
Questa è solamente una parte del tema complessivo che abbiamo discusso nell’ultimo tavolo Stellantis il 24 luglio al Ministero dell’Industria e del Made in Italy con il Ministro Adolfo Urso. Apprezziamo l’idea di provare a siglare un protocollo con Stellantis e più in generale condividiamo gli obiettivi dichiarati dal Governo per il settore automotive, a condizione però che dai principi si passi a qualcosa di più concreto che sia davvero utile a industria e lavoratori. In gran parte si tratta difatti di obiettivi che nei nostri accordi sindacali stiamo perseguendo da tempo.
Per quanto riguarda il traguardo di un milione di veicoli da produrre in Italia, è certamente ambizioso se si escludono dal computo i veicoli commerciali, ma si inserisce comunque in una dinamica di crescita dei volumi determinata sia dai lanci di nuove vetture che abbiamo definito negli accordi sindacali sia dal ripristino di approvvigionamenti regolari di microchip. Per quanto concerne poi l’impegno a una differente politica europea, confidiamo innanzitutto che possa essere bloccato il nuovo standard di motore endotermico euro 7, non solo costosissimo ma del tutto inopportuno se si considera che l’UE sta al contempo spingendo verso un processo assai drastico e veloce di elettrificazione.
INVESTIMENTI
Del tutto concordi ci vede infine il duplice proposito di supportare gli investimenti in Italia, nonché di riservare gli incentivi al consumo alle auto prodotte in Europa, ma sulle risorse predisposte dal Governo c’è ancora poca chiarezza. In particolare, l’idea che gli incentivi al consumo debbano essere vincolati a standard non solo ambientali ma anche sociali l’abbiamo avanzata a più riprese e su più settori produttivi, quindi ora non possiamo che sperare che la politica voglia farla sua. A tutto questo però continuiamo ad aggiungere la richiesta di strumenti specifici di riqualificazione del personale e di ammortizzatori sociali, che affrontino le ricadute occupazionali della transizione e che modifichino alcune delle storture del Jobs Act.
Speriamo che stavolta la politica possa davvero passare dai proclami alle azioni concrete. Non è chiaro se il Governo voglia limitarsi ai 5-6 miliardi già stanziati a suo tempo per il settore automotive e ancora non impegnati, oppure impiegare nuove risorse. Soprattutto speriamo che stavolta qualsiasi incentivo sia ferreamente condizionato al mantenimento e al rilancio della produzione in Italia. Non solo Stellantis ma un’intera filiera produttiva della componentistica devono essere messi in condizione di affrontare la transizione elettrica e di competere con sempre più agguerrita concorrenza internazionale.