Seminario di approfondimento “Violenza e molestia nel mondo del lavoro”

di Loretta Tani

La scorsa settimana ho partecipato al Seminario di approfondimento “Violenza e molestia nel mondo del lavoro”, maggiormente incentrata sulla convenzione ILO 190, ratificata in Italia nel gennaio 2021, depositata ad ottobre dello stesso anno ed entrata in vigore un anno dopo.
Nell’illustrazione abbiamo avuto il piacere e l’onore di ascoltare il direttore dell’ufficio ILO per l’Italia e San Marino Gianni Rosas. Nel suo intervento ci ha spiegato innanzitutto il lavoro che c’è stato a monte di questa convenzione, un lavoro per la sola stesura del testo durato due anni con la partecipazione di 198 Paesi, e quindi 198 governi, altrettante parti sociali e datoriali.
Si è vista la necessità di sviluppare un primo trattato internazionale che regolamentasse le molestie e la violenza nei luoghi di lavoro sia sotto l’ottica della parità di genere che della salute e sicurezza nel mondo del lavoro.

DEFINIRE IL LUOGO DI LAVORO
È il primo trattato, infatti, che ridefinisce il luogo di lavoro, sia pubblico che privato che sociale, non più inteso come quello tradizionale dell’ufficio o dello stabilimento ma come tutto ciò che è ad esso connesso anche in itinere; perciò, tiene conto del percorso casa lavoro, del viaggio per lavoro e anche dell’utilizzo degli strumenti telematici e del cellulare. Inoltre, amplia la platea dei soggetti protetti, tenendo in considerazione non solo le lavoratrici e i lavoratori con un rapporto lavorativo regolare ma anche chi è in ricerca del lavoro, i volontari e i tirocinanti in formazione.
La Convenzione chiede agli Stati membri di dare la responsabilità ai datori di lavoro di sviluppare delle politiche aziendali di prevenzione, attraverso la contrattazione tra le risorse umane e il sindacato, di effettuare la valutazione dei rischi nell’ambito della Salute e sicurezza e che si organizzino dei corsi di formazione ed informazione per tutte le lavoratrici ed i lavoratori.
La ratifica della C190 e l’entrata in vigore è stato solo il punto di partenza, l’Italia deve procedere all’adeguamento della normativa nazionale, e qui diventa importate che il sindacato, in quanto parte sociale sulle iniziative del governo, rientri nella contrattazione così come previsto dalla Convenzione 144 sulle consultazioni tripartite relative alle norme internazionali, anche questa ratificata dall’Italia ed entrata in vigore nel 1978.

DDL DI ADEGUAMENTO
In Italia nella precedente Legislatura (XVIII) erano stati presentati diversi DDL di adeguamento parziale o globale della legislatura, decaduti con il cambio. Attualmente con la nuova legislatura ci sono due DDL sull’introduzione del reato penale di molestie sessuali e un DDL è in fase di elaborazione per l’adeguamento globale della legislatura nazionale.
Importante è stato il contributo apportato dal Prof. Edoardo Ales, docente di Diritto del Lavoro dell’Università Parthenope di Napoli che ha fatto una disamina di alcuni termini chiave partendo dalla definizione di luogo di lavoro utilizzato dal legislatore al momento della stesura della legge di ratifica della convenzione, che sminuisce la C190 che la estendeva al mondo del lavoro, come sopra menzionato. A questo diminutivo si potrebbe ovviare facendo riferimento all’art. 2087 del codice civile sulla tutela delle condizioni di lavoro dove si fa riferimento alla figura dell’imprenditore, e non al datore di lavoro, che è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e morale dei prestatori di lavoro.

DISCRASIE NELL’UE
Il passaggio successivo è stato quello di spiegarci la discrasia in materia di definizione di molestie utilizzato dall’OIL e dall’Unione Europea: l’OIL definisce le molestie un comportamento inaccettabile, quindi oggettivizza il comportamento presupponendo che a monte ci sia una definizione di ciò che sia accettabile e cosa sia inaccettabile. In questo caso diventa importante il ruolo del sindacato che ne definisca i margini nella contrattazione con la controparte.
La legislazione europea definisce le molestie un comportamento indesiderabile, quindi soggettivizza il comportamento, è il soggetto che stabilisce cosa sia desiderabile o meno. Perciò carica sulla persona la responsabilità di stabilire cosa sia un bene o un male per lui. Ma sappiamo bene che ogni persona ha un parametro diverso di valutazione, ed è forse questo uno dei motivi per il quale ci sono poche denunce di casi di molestie sul lavoro.
La ricercatrice Roberta Paoletti della Fondazione Brodolini ci ha illustrato come delle frasi di uso comune possono trasformarsi in micro-aggressioni che sono quei comportamenti quotidiani verbali o non, che vanno a screditare la persona sotto l’aspetto della razza, del genere, dell’lgbtq+ e della religione, portandoci in visione un simpatico video che raffigurava come la singola puntura di zanzara sia facilmente gestibile, rispetto alle diverse punture ricevute da uno sciame di zanzare. È stato un ottimo esempio per capire la diversa reazione di una persona quando riceve una sola micro-aggressione rispetto alle tante che si ripetono quotidianamente nel tempo, e il conseguente devastante effetto psicologico.
È proprio sugli effetti psicologici delle violenze che è intervenuta Roberta Musu, Segretaria della UILCom e formatrice della categoria, spiegando che valutare il malessere psicologico di una persona derivante da molestia o violenza è difficile in quanto la persona tende a ripiegarsi su se stessa e a non denunciare per paura di ripercussioni o perché scoraggiata o rassegnata al fatto che il luogo di lavoro si  identifica come luogo di incontri e scontri e che non c’è soluzione al fatto che le cose vadano così.

IL RUOLO DEL SINDACATO
Il sindacato deve giocare un ruolo fondamentale sulla prevenzione, essere il nostro faro guida, deve creare una rete più stretta e infiltrante con le associazioni datoriali, con quelle istituzionali, quelle sanitarie ma anche al nostro interno, chiedendo il contributo di persone esperte che hanno le competenze specifiche su questi temi. Deve poi anche rilanciare il lavoro sui codici condotta rimodernandoli sulla valutazione del rischio e definire regole procedure e figure di riferimento a cui rivolgersi quando c’è una situazione disturbante.
Irene Delaria, funzionaria di Salute e Sicurezza UIL, ha focalizzato il suo intervento sull’importanza della formazione ed in particolare sul tema della Salute e Sicurezza, tema centrale e trasversale per la UIL,  sottolineando che sarebbe molto utile partire già dalle scuole inserendolo nei programmi scolastici, utilizzando in ogni caso degli Enti formatori certificati, quelli più rappresentativi, e utilizzando persone esperte, rimarcando l’importanza che il corso venga fatto in presenza o quanto meno in forma sincrona. La formazione di per sé è importante per le persone in quanto fa comprendere, mentre per le RLS, gli RLST ma anche le RSA e le RSU dà gli strumenti per agire e la capacità di saper comprendere, approfondire e redigere i Documenti di Valutazione dei Rischi.
Giovanna Tranfo è intervenuta in qualità di direttrice DIMEILA INAIL (dipartimento medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale) che è un settore di ricerca all’interno di un ente pubblico che si interfaccia con Ministero della Salute. L’impatto della loro ricerca è fondamentale in quanto viene utilizzata per rilevare gli infortuni e le malattie professionali e per indennizzarli. L’importanza di questo Centro fa sì che venga utilizzato per contribuire alla elaborazione della normazione sul tema, ma anche come consulente dei Ministeri interessati in quanto il loro lavoro ha un impatto immediato sulla salute e sicurezza.

I METALMECCANICI

In ultimo, durante il dibattito dei partecipanti, ho preso la parola io stessa in quanto il Prof. Ales aveva menzionato nel suo intervento i buoni risultati del contratto dei metalmeccanici e quindi ho colto l’occasione per raccontare brevemente l’iniziativa che stiamo organizzando con la Commissione PO Federmeccanica Assistal Fim Fiom Uilm dal nome “GENERIamo cultura”.  Abbiamo chiesto alle aziende che partecipano alla Commissione, con la viva speranza che facciano da faro guida alle tante altre aziende metalmeccaniche di organizzare iniziative nei luoghi di lavoro per l’intero mese di novembre 2023, mese nel quale ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Gli obiettivi e la struttura dell’evento andranno valutati dalle direzioni aziendali in raccordo, ove presenti, con la R.S.U. e/o le strutture sindacali territoriali. Importante sarà inserire il tema in un quadro più ampio che tenga conto, da una parte delle diverse forme di violenza (economica, psicologica, fisica, sessuale etc.) che possono essere messe in atto contro le donne, e dall’altra della necessità di prendere consapevolezza che occorre promuovere un cambiamento culturale per rimuovere vecchi e radicati stereotipi che impediscono il percorso verso la riduzione delle disparità legate al genere.

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