di Lorenzo Fusco
Mercoledì 19 luglio ancora una volta i metalmeccanici di Piombino hanno deciso di scioperare e tornare a manifestare non soltanto per il rilancio dello stabilimento Jsw, ma per chiedere al Governo interventi straordinari che impediscano il declino del sito industriale siderurgico piombinese e il conseguente impoverimento economico ed occupazionale dell’intero Territorio. Al fianco dei lavoratori Jsw, Piombino Logistics e Gsi, che sono quelli direttamente coinvolti, hanno scioperato e sfilato con i propri striscioni molti metalmeccanici della Liberty Magona, della Tenaris Dalmine e delle altre aziende metalmeccaniche del Territorio.
LA VERTENZA PRINCIPALE
La vertenza Jsw è la principale vertenza Toscana e alla manifestazione regionale erano presenti molti cittadini e pensionati, i segretari provinciali della Uilm Toscana, i segretari di altre categorie della Uil e anche le Rsu di molte altre aziende per portare sostegno e solidarietà.
Sotto il sole cocente di luglio, dalle 9.30 un lungo corteo ha sfilato per le vie di Piombino fin sotto il Palazzo Comunale, rallentando il traffico, urlando la propria rabbia per lanciare l’ennesimo allarme a tutta la politica affinché, dopo anni in cui Piombino è stata soltanto usata e abbandonata adesso, che il tempo è oramai scaduto, si decidano ad intervenire con determinazione e rapidità.
Il Gruppo Jsw ha acquisito lo stabilimento di Piombino a giugno 2018, sono trascorsi oramai 5 anni, e nulla si è visto degli investimenti annunciati né sui tre treni di laminazione né per quanto riguarda la produzione d’acciaio tramite forni elettrici. I lavoratori hanno visto soltanto crescere in maniera esponenziale le ore di cassa integrazione, erodere il proprio salario e peggiorare le proprie condizioni lavorative a seguito dei mancati investimenti.
IL SILENZIO DELLA POLITICA
Tutto ciò sta avvenendo nel silenzio generale della politica, con il solo Sindacato che denuncia la gravità della situazione, l’avvicinarsi della scadenza degli ammortizzatori sociali ed il rischio di un dramma sociale ingestibile e pericoloso.
Dalla fermata nell’aprile del 2014 dell’altoforno si sono susseguiti imprenditori inaffidabili e accordi di programma mai rispettati, gli unici a rispettare gli impegni assunti sono stati esclusivamente i lavoratori che si sono visti con una conciliazione decurtare gli stipendi e in cambio hanno ricevuto solo promesse mai mantenute. A Piombino il Porto doveva essere il volano della ripartenza ma, ad oggi, non ha prodotto né sviluppo né posti di lavoro e le ingenti aree, costate centinaia di milioni di fondi pubblici, continuano ad essere deserte ed abbandonate. Il turismo si sta sviluppando, è una risorsa importante, ma non riuscirà mai a reimpiegare le migliaia di posti di lavoro dell’industria e manifattura.
BENE STRATEGICO
A Piombino si produce un bene strategico come le rotaie, nel Pnrr si annunciano miliardi di investimenti previsti per sviluppare il trasporto ferroviario, ma mentre Jsw con il colpevole silenzio della politica sfrutta gli ammortizzatori sociali e fa lavorare l’impianto a singhiozzo, dal 2021 l’Italia è diventata un paese importatore di rotaie dopo decenni in cui le abbiamo esportate in mezzo mondo. Per questo dal palco Guglielmo Gambardella della Segreteria nazionale Uilm e il Coordinatore regionale Uilm Toscana Vincenzo Renda hanno ribadito con determinazione che Piombino ha bisogno di una fabbrica moderna e sostenibile e non può rinunciare all’industria.
Il 31 luglio, grazie alla Manifestazione guidata da Fim-Fiom-Uilm, siamo stati convocati al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e stavolta ci aspettiamo una calendarizzazione di impegni precisi e definitivi per rilanciare lo stabilimento di Piombino.
SCADENZE E RISPOSTE
Abbiamo davanti a noi delle scadenze fissate cui vanno date risposte in tempi brevissimi, visto che a fine settembre scadranno le concessioni portuali e la cassa in deroga per i 140 lavoratori della Piombino Logistics, mentre a gennaio scadrà la cassa in deroga per i circa 1.500 lavoratori della Jsw. Dopo anni in cui i governi e i Ministri che si sono susseguiti hanno scelto di lanciare la palla più lontana e non gestire la vertenza, ora siamo arrivati in fondo al muro e la palla sta tornando indietro.
Adesso il Governo deve decidersi a giocare questa difficile partita e per questo occorrerà adottare provvedimenti straordinari, con dei Decreti specifici, al pari di quelli che sono stati adottati e che dovranno essere adottati per salvare l’ex Ilva di Taranto, partendo proprio dalla salvaguardia e rilancio della produzione delle rotaie della ex Lucchini di Piombino che è strategica per l’Italia.