di Chiara Romanazzi
Si è aperta il 20 giugno scorso la Conferenza di metà mandato di IndustriAll Global a Città del Capo (Sudafrica) con la partecipazione di oltre 600 rappresentanti sindacali delle categorie industriali provenienti da 80 Paesi del mondo. La sessione si è aperta con l’introduzione del Presidente di IndustrialAll Global, Jorg Hofmann, che ha parlato delle crescenti disuguaglianze sociali, economiche e occupazionali in tutto il mondo, aumentate ed esacerbate dalla pandemia.
Ha ricordato, inoltre, la centralità di un nuovo contratto sociale che deve includere lavoratori, governi e aziende per prevedere garanzie universali per tutti, per avere migliori salari, diritti, tutele e condizioni. Tutto questo deve avvenire con l’unità del movimento sindacale mondiale per un futuro giusto per tutti.
DISCUSSIONE IN PLENARIA
La giornata è proseguita con la discussione plenaria, introdotta dal Segretario generale di IndustriAll Global, Atle Hoie, sulle importanti tematiche del ruolo del sindacato in un contesto di crescenti diseguaglianze, di gravi effetti della pandemia, dell’inflazione record, della guerra in Ucraina, della mancanza di materie prime, del mancato rispetto di diritti fondamentali dei lavoratori che in molti Paesi del Mondo. A questa sessione ha preso parola il Segretario generale Rocco Palombella che ha sottolineato come il ruolo delle organizzazioni sindacali, soprattutto in un momento di difficoltà delle persone e dei lavoratori, debba essere rafforzato e considerato centrale nella vita sociale e politica di ogni Paese democratico.
SECONDA GIORNATA DI LAVORI
La seconda giornata della Conferenza si è svolta attraverso quattro diversi gruppi di lavoro tematici. La Uilm, rappresentata dal Segretario Generale Rocco Palombella, ha preso parte al primo gruppo sulle disuguaglianze e sul ruolo sindacale. Una sessione di lavoro molto interessante, che ha visto le testimonianze di numerosi rappresentanti sindacali che hanno descritto la realtà che si vive nel proprio Paese. Dalla discussione è venuto fuori un quadro eterogeneo, con punti in comune e differenze.
I Paesi maggiormente in difficoltà sono quelli del Sud del Mondo, come gli Stati africani, molti Stati asiatici e del Sud America. Allo stesso modo anche le zone maggiormente sviluppate e industrializzate, come l’Europa e il Nord America, hanno registrato un peggioramento delle condizioni economiche e sociali dei lavoratori, in particolare per effetto della pandemia, della guerra in Ucraina e dell’inflazione record.
Nei Paesi maggiormente colpiti si registra un forte aumento delle disuguaglianze sociali ed economiche, con una povertà dilagante, in particolare negli strati sociali più disagiati, con donne e giovani che si trovano a rischio esclusione sociale e difficoltà di accedere ai servizi essenziali.
Inoltre, si registra in molte parti del Mondo il mancato rispetto dei diritti fondamentali nei luoghi di lavoro e il largo utilizzo del lavoro minorile. Anche l’emergenza climatica sta causando gravi conseguenze con la desertificazione e scarsità dei raccolti in molte zone. Infine, ci sono state testimonianze sulla persecuzione e arresti di rappresentanti sindacali che chiedono il rispetto dei diritti nei luoghi di lavoro, oltre al mancato ascolto nelle scelte prese dai Governi.
In molti Paesi si denuncia la mancanza o insufficienza di investimenti in infrastrutture, per un’adeguata istruzione e sussidi per le persone in difficoltà.
“Le crescenti disuguaglianze sono frutto di una globalizzazione e un capitalismo senza regole, di fondi di investimento che si muovono nel mondo senza tenere conto delle condizioni sociali e occupazionali” ha dichiarato Palombella nel suo intervento. “Ci troviamo in un momento cruciale per il futuro globale dei diritti e del lavoro, per questo è fondamentale un’alleanza tra organizzazioni sindacali e tutte le forze produttive, politiche e Governi che vogliono realmente rimettere al centro la persona e il lavoro sicuro” ha concluso.
ULTIMO GIORNO
Si è conclusa il 22 giugno la Conferenza di metà mandato di IndustriAll Global a Città del Capo.
La giornata è stata introdotta dal riassunto del lavoro svolto ieri dai quattro gruppi tematici riguardo specifiche tematiche: le disuguaglianze, il ruolo dei sindacati, la strategia e le azioni da compiere nei confronti delle aziende per migliorare le condizioni di lavoro e garantire i diritti fondamentali, una transizione ecologica e digitale giusta ed equa.
È stato tracciato un quadro sociale e occupazionale preoccupante, che vede una forte crescita delle disuguaglianze, con le donne, i giovani e i precari tra i più colpiti.
La pandemia, la guerra in Ucraina e l’inflazione record hanno peggiorato una condizione già complicata in molti Stati, portando milioni di persone a rischio esclusione sociale, con estrema difficoltà ad accedere a servizi fondamentali anche a causa dell’insufficienza delle scelte prese dai Governi per affrontare queste emergenze epocali. Inoltre, si è registrato un aumento della partecipazione dei giovani nelle organizzazioni sindacali ma, allo stesso tempo, si è fatto notare come questa debba aumentare ed essere favorita con il coinvolgimento diretto e decisionale.
Le strategie da mettere in campo riguardano una maggiore cooperazione e coordinamento internazionali, un rafforzamento della solidarietà e della mobilitazione comune tra tutti gli Stati per arrivare a una base di diritti fondamentali garantiti in tutto il mondo, prendendo come esempio i Paesi più virtuosi.
La sfida della transizione ecologica cambierà radicalmente ogni aspetto delle filiere industriali, con il rischio di gravi conseguenze sociali e occupazionali. Per questo sono fondamentali l’avvio di un concreto dialogo sociale e il ruolo centrale della contrattazione collettiva per garantire tutele e condizioni migliori, oltre al rafforzamento della rete internazionale sindacale, in particolare verso i Paesi maggiormente in difficoltà. “Sono stati tre giorni di lavoro stimolanti, in cui si è discusso delle diverse condizioni dei lavoratori nel mondo e del ruolo del sindacato mondiale in questa emergenza senza precedenti – ha dichiarato Rocco Palombella – abbiamo portato la nostra voce in una conferenza che ha visto la partecipazione di oltre seicento rappresentanti sindacali provenienti da tutto il mondo”. “Abbiamo sottolineato come non bisogna fermarci alle parole d’ordine ma allargare il nostro fronte – ha sottolineato il leader Uilm – a tutte le forze produttive e politiche che abbiano come obiettivo imprescindibile la centralità della dignità umana e del lavoro stabile e sicuro”.