G&W Electric: ritratto di un Paese in balia della speculazione industriale d’oltreoceano

di Marcellino Miroballo

La storia della G&W Electric affonda le sue radici in una delle aziende impiantistiche ed energetiche più grandi d’Italia, orgoglio del Made in Italy: la Tozzi Sud S.p.A. Per l’azienda romagnola, specializzata nella produzione e installazione di quadri elettrici a media e bassa tensione, investire al sud rappresentava una possibilità di riscatto per tanti giovani foggiani che negli anni sono entrati a far parte di questa importante realtà, la quale garantiva un posto stabile, ben retribuito e con una prospettiva di crescita importante. Nel 2019 la cessione del ramo d’azienda alla G&W Electric: storica società statunitense nata a Chicago ad inizio secolo scorso.

L’INIZIO DELLA VICENDA
Dal 2019 a gennaio 2023 l’azienda sembrava vivere un momento di forte crescita, testimoniato anche dal fatto che nel 2022 si sono rese necessarie nuove assunzioni di personale per garantire la produzione necessaria al fabbisogno delle commesse con i vari clienti a livello nazionale e internazionale, prima fra tutte ENEL. Nulla, insomma, che lasciasse presagire ciò che di lì a poco sarebbe successo. A inizio anno, addirittura, le segreterie di UILM, Fim e Fiom attendevano la convocazione da parte della direzione aziendale per discutere di nuovi fabbisogni di personale per saturare gli alti carichi di lavoro. Poi, precisamente il 18 gennaio, l’amara sorpresa: la G&W comunicava a Confindustria e alle segreterie territoriali di Foggia l’avviamento della procedura di licenziamento collettivo per i 114 dipendenti. Tra i lavoratori si scatenava velocemente il panico.

I MOTIVI DELLA CESSAZIONE DI ATTIVITÀ
In una lunga nota, l’azienda spiegava che la decisione di avviare la procedura era scaturita dal fatto che “la situazione economico-finanziaria della società […] è sempre stata di altissima gravità” e che “gli alti costi di produzione, acuiti – a lor dire – dalla pandemia e dalla crisi energetica, sono divenuti nel tempo insostenibili”. Secondo l’accurata analisi fatta dalla società, inoltre “la precedente proprietà aveva già contratto una situazione debitoria importante dalla quale, nonostante i tentativi di risanamento ed i sostanziosi investimenti della nuova società, pare non esserci stata altra via d’uscita”. Infine, concludeva la nota, “le ingenti perdite registrate fino ad oggi non hanno potuto evitare la cessazione dell’attività”.

IL TAVOLO DI CRISI ALLA REGIONE PUGLIA
I Sindacati, recepita la drammatica situazione, attivavano un primo esame congiunto il 23 gennaio, in cui l’azienda confermava la volontà di chiusura del sito foggiano ritenendola una scelta irrevocabile, incurante delle ripercussioni sul tessuto sociale del territorio. Per UILM, Fim e Fiom non restava che intraprendere iniziative di lotta e convocare urgentemente il tavolo regionale del SEPAC. All’incontro del 3 febbraio, presenziato dal Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l’azienda ribadiva le sue intenzioni ma sembrava aprirsi uno spiraglio nel momento in cui lo stesso Presidente Emiliano si è proposto intermediario tra la G&W e la committente ENEL per ritoccare i prezzi dei prodotti ritenuti, a detta dell’azienda, principale causa delle perdite economiche della società. In quell’occasione fu proprio la UILM a chiedere all’azienda di rivedere la propria posizione e di sospendere la procedura di licenziamento collettivo per non vanificare gli sforzi posti in essere anche dalle istituzioni e dare ai lavoratori la possibilità di un approccio morale più sereno.

IL MANCATO ACCORDO
Nei successivi incontri tenutisi presso il SEPAC e la sede Confindustria di Foggia, le Parti sembravano aver raggiunto un accordo per traghettare i licenziamenti al 01/01/2024 ed un incentivo economico corposo per tutti i lavoratori. Lo slittamento della procedura sarebbe stato utilissimo soprattutto a guadagnare tempo nell’eventualità che qualche compratore esterno avesse potuto avanzare un’offerta per rilevare l’attività, cosa per la quale l’azienda si era resa sin da subito disponibile. Protagonista di questo ipotetico accordo, ancora una volta, la UILM che sin dal primo momento ha tentato ogni via di fuga per scongiurare la catastrofe e salvaguardare i posti di lavoro. In un secondo incontro presso il SEPAC, che sarebbe poi avvenuto il 4 aprile, la FIOM si dichiarava indisponibile a siglare un accordo che prevedesse licenziamenti al 01/01/2024: gelo totale in aula, l’ipotetico accordo che avrebbe permesso ampio respiro a questa complicata vicenda era saltato mentre le speranze dei lavoratori svanivano di colpo nel nulla.

L’INCONTRO AL MIMIT E IL LICENZIAMENTO “VIA E-MAIL”
A nulla è valso l’incontro da remoto con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per discutere della vertenza G&W. In quell’occasione anche il MIMIT, nel vano tentativo di salvaguardare i posti di lavoro ed il sito produttivo, aveva chiesto all’azienda di superare le frizioni fin lì generatesi e di agevolare un percorso di vendita dello stabilimento foggiano. Tuttavia, a nulla sono serviti gli sforzi profusi in circa 4 mesi di trattativa: con una raccapricciante e-mail indirizzata ai lavoratori, lunedì 15 maggio la G&W Electric comunicava a tutti i dipendenti la cessazione del rapporto di lavoro. Ansia, sgomento, rabbia e paure prendevano il sopravvento nelle 114 famiglie destinatarie della famigerata e-mail. Il dramma che si è consumato in questo particolare spicchio di territorio pesa come un macigno sulle spalle dei lavoratori e delle loro famiglie. Il nostro più grande rammarico è quello di non essere riusciti ad evitare il peggio e per il momento all’orizzonte non si intravede nulla. Il triste epilogo di questa drammatica vicenda è la testimonianza di come la speculazione delle grandi industrie americane, alla lunga, si rifletta in modo negativo sul tessuto sociale ed economico del nostro Paese.

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