Iveco riporta in Italia la produzione di autobus: saranno realizzati nel nuovo stabilimento di Foggia, dove il gruppo è già presente con il sito di Fpt Inustrial dedicato ai motori industriali e ha 1.600 dipendenti. L’investimento è di circa 40 milioni di euro e beneficerà dei fondi del Pnrr. A regime verranno prodotti mille autobus all’anno ad alto contenuto tecnologico, con propulsioni a zero emissioni (elettriche a batteria e a idrogeno) e a basse emissioni (metano, biometano, a carburanti tradizionali e biofuel) e ci lavoreranno cento persone. Il progetto coinvolge altri 200 dipendenti a Torino, metà nella produzione delle batterie elettriche e metà al centro ricerche.
SODDISFAZIONE DEL SINDACATO
Una notizia che la Uilm, ha accolto con particolare soddisfazione, poiché come spiega Gianluca Ficco, segretario nazionale che segue il settore “rappresenta una prova non solo di impegno industriale nel nostro Paese, ma anche di responsabilità sociale nell’affrontare i contraccolpi occupazionali del processo di elettrificazione”.
A Foggia attualmente esiste un importante stabilimento di motori diesel per veicoli commerciali e per macchine agricole, che offre occupazione a circa 1.600 dipendenti ma che è destinato a declinare nel tempo a causa del processo di elettrificazione. La allocazione nel medesimo sito di una nuova fabbrica di autobus a zero o a basse emissioni acquista dunque una importanza speciale se visto in prospettiva. Inoltre, questo investimento conferma ulteriormente la bontà della decisione assunta nel 2019, allorquando siglammo un sofferto accordo sindacale che scongiurava il rischio di chiusura a Foggia in seguito al venir meno della fornitura dei motori Ducato.
PRIMI RISULTATI E NUOVE SFIDE
La costruzione della fabbrica di bus di Foggia rappresenta peraltro un caso di ottimo utilizzo dei fondi del PNRR. Abbiamo molto insistito anche coi governi precedenti affinché i fondi pubblici fossero impiegati per incentivare le riconversioni e i nuovi insediamenti industriali. Oggi con la fabbrica di bus a Foggia, così come a Termoli con la fabbrica di batterie, cogliamo i primi importanti risultati. Ma molte altre sfide ci attendono, per fronteggiare il processo di elettrificazione e più in generale per attirare in Italia nuove produzioni.