Fox Bompani: un’azienda di interesse nazionale che aspetta di essere salvata

di Alberto Finessi

Per parlare della Fox Bompani inizio dal fatto che fu, qualche anno fa, il ministero dell’allora Sviluppo economico del nostro Paese a iscrivere il Marchio nel Registro Speciale dei Marchi Storici di interesse Nazionale, un riconoscimento riservato unicamente ai marchi Italiani in uso continuativo da più di 50 anni e relativo a imprese produttive nazionali di eccellenza storicamente collegate al territorio.
Una storia, quella dell’azienda, infatti che nasce nel 1954 grazie all’intuizione del suo fondatore, Renzo Bompani, che con capacità imprenditoriale e ambizione ha saputo creare e far crescere nei decenni un’azienda manifatturiera di elettrodomestici importante e internazionale grazie al lavoro e all’ingegno propri della comunità modenese e poi, dagli anni settanta, anche ferrarese, valorizzandone le migliori qualità e conoscenze tipici del “saper fare italiano”.

DAGLI ANNI D’ORO ALLA CRISI
In quegli anni l’azienda occupava fino a 800 persone, oggi parliamo invece di 130 lavoratori circa in gran parte nello stabilimento di Ostellato, unico stabilimento produttivo. 
Prima della crisi fatturava mediamente 25 milioni di euro anno, esportando il 90% della produzione e l’area di export principale è il Medio Oriente (ben il 70%).
Con la pandemia e lo stop produttivo imposto dal lockdown l’azienda ha avuto un problema di liquidità che si è aggravato nel corso nel 2021 fino allo stop produttivo nel 2022. Parliamo di una crisi finanziaria e non di business: gli ordini non sono mai mancati e l’azienda ha sempre avuto un portafoglio ordini consistente. Anche in questi giorni, pur essendo ferma da settembre, ha 5 milioni di euro di portafoglio.
Per risolverlo, la società ha avviato contatti con Invitalia già nel 2021 e aveva individuato I’intervento del Fondo di Salvaguardia Imprese come lo strumento più veloce per risolvere il problema. Infatti, pur avendo trovato una banca disposta a finanziarla per 3 milioni di euro era necessario un aumento di capitale di 1,5 milioni. L’aumento di capitale era stato studiato con l’intervento di una società esterna al Gruppo, ma di proprietà degli attuali soci che avrebbe fatto un aumento di capitale di 500 mila euro e Invitalia quindi di 1 milione di euro.
La domanda per mandare avanti l’aumento di capitale è stata presentata il 12 aprile 2022 dopo avere ottenuto da Invitalia il parere favorevole alla struttura dell’operazione.

UN FRENO DALLA REGIONE
Purtroppo la Regione Emilia-Romagna non si è presentata al tavolo del Ministero (propedeutico alla presentazione della domanda). Anzi, prima del tavolo ha revocato alla Bompani i contributi già erogati per la legge 14 (1 milione di euro). Questo ha frenato il processo, perché ha tolto credibilità alla compagine societaria attuale, rendendo Invitalia scettica sull’operazione.
Infatti da quel momento le cose si sono complicate e a fine novembre 2022 è arrivato il diniego, quando Invitalia di norma decide in 30 giorni. Il diniego prevedeva la presentazione di una nuova domanda per un’operazione più cospicua, considerando il milione di euro da restituire alla Regione e 1 milione di euro per sanzioni e interessi per i ritardati pagamenti all’erario.
Nel luglio 2022 intanto gli attuali soci hanno comunque effettuato e versato l’aumento di capitale di 500mila euro e il 27 febbraio 2023 la Bompani ha presentato una nuova domanda seguendo le indicazioni di Invitalia.
Essa prevede 1 milione da un nuovo socio terzo (da cercare al di fuori della compagine attuale), 250mila da parte dei soci attuali, circa 3 milioni da Invitalia e un finanziamento di 4 milioni da parte della banca.
La banca è già andata in delibera per il finanziamento, proponendo 5 milioni con mutuo a 6 anni. Invitalia invece non ha ancora approvato l’operazione.

SI CONTINUA A PROCASTINARE
Ovviamente senza l’approvazione di Invitalia (sebbene condizionata all’entrata del nuovo socio e alla delibera positiva della banca) è tutto molto più difficile. Se la società potesse presentarsi agli investitori e ai creditori con un’operazione approvata sarebbe molto diverso. In realtà c’è la sensazione che Invitalia continui a procrastinare, rendendo sempre più difficile che l’operazione si concluda. E’ importante sedersi a un tavolo con Regione, Mimit, Invitalia e azienda e trovare una soluzione, perché purtroppo al momento non sono percorribili altre strade. Trovare un socio con l’azienda ferma da 6 mesi è già di per se difficile, se poi manca una presenza decisa di Invitalia diventa impossibile.
Il piano industriale prevede una crescita dell’azienda, investimenti e non prevede licenziamenti, anzi assunzioni nei 5 anni del piano. I clienti sono ancora qui ma non lo resteranno ancora a lungo perché non consegniamo prodotti da tempo.

VELOCIZZARE L’OPERAZIONE
A fronte di tutto questo, Noi come Uilm Ferrara siamo a chiedere con forza alla regione Emilia Romagna e a tutte le istituzioni locali di attivarsi con tutti i mezzi necessari per sensibilizzare e velocizzare l’operazione di finanziamento da parte di Invitalia nei confronti della società Fox Bompani, i tempi stretti oramai non permettono più alcun temporeggiamento, questa importante realtà della provincia di Ferrara, si trova a un passo dal fallimento in una zona geografica dove oramai è in atto una desertificazione del tessuto lavorativo e, dove il tasso occupazionale più che paragonabile a zone del Meridione d’Italia.
Augurandoci che per una volta qualche fondo salvaimprese venga utilizzato per rilanciare una Azienda che ha rappresentato e rappresenta da molti anni una eccellenza del Made In Italy. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *