Estesi ai lavoratori Marelli gli aumenti per il 2023 del CCSL

di Gianluca Ficco

Grazie a una sessione di trattativa tenutasi a Roma dal 20 al 23 marzo, sono stati siglati con Marelli tre importanti accordi su armonizzazione, premio di risultato ed esuberi.
In autunno Marelli aveva difatti annunciato la volontà di lasciare il CCSL, meglio noto come Contratto Fiat, e di rientrare nel CCNL dell’industria metalmeccanica. Come Uilm manifestammo allora il nostro consenso al passaggio purché i lavoratori non ci perdessero nemmeno un euro, compreso l’aumento che contavamo di ottenere nel CCSL per il 2023 e che nel frattempo abbiamo in effetti conseguito con il rinnovo dell’8 marzo. Ebbene è stato concordato che anche i lavoratori Marelli a partire da aprile avranno il medesimo aumento previsto dal CCSL per il 2023, vale a dire il 6,5% della paga base per ciascun livello di inquadramento, pari a 120 euro medi mensili, più 520 euro una tantum, 320 ad aprile e 200 a luglio.

NELLO SPECIFICO
L’importo della una tantum può sembrare in apparenza un po’ diverso da quello del CCSL, ma in realtà il valore è identico se si considera che in Marelli gli aumenti entrano in vigore un mese dopo e che, una volta applicato il CCNL, i 200 euro di welfare aziendale verranno corrisposti in virtù di questo annualmente in modo strutturale. In ogni caso quando entrerà in vigore la nuova paga base del CCNL, che sarà prevedibilmente più bassa di quella del CCSL anche dopo gli aumenti di giugno parametrati all’IPCA al netto dei valori energetici importati, il differenziale sarà inserito in una voce collettiva specifica e permanente, detta Elemento specifico Marelli; va da sé che dal 2024 gli aumenti che i lavoratori Marelli percepiranno saranno quelli del CCNL e non più quelli del CCSL. Con l’intesa di armonizzazione vengono peraltro garantiti tutti gli altri trattamenti di miglior favore del CCSL rispetto al CCNL, come il sesto scatto di anzianità aggiuntivo, la quota oraria di incentivo di produttività e le maggiorazioni notturne.

IL NUOVO PDR
Per quanto concerne il nuovo premio di risultato, anche in questo caso si è fatto qualcosa di analogo al CCSL, incrementando la cifra massima raggiungibile dallo 8,7% al 10,5% della paga base annua. In ulteriormente positivo però si possono segnalare due novità: innanzitutto abbiamo assunto come riferimento due livelli di inquadramento mediani del CCNL, C3 e A1, anche per i livelli più bassi, con evidente effetto positivo sulle cifre erogabili; inoltre la maturazione è garantita anche durante la cassa integrazione. Gli indicatori saranno per il 75% di stabilimento (costi variabili rapportati al valore delle vendite e qualità) e per il 25% di gruppo (utile lordo Marelli Italia). Il premio maturerà durante la cassa integrazione e il suo monitoraggio è affidato alle commissioni di fabbrica. Viene confermato l’incentivo di produttività.

GLI ESUBERI
Per quanto concerne i 400 esuberi dichiarati fra il personale impiegatizio ed operaio indiretto di produzione, a causa della necessità di ridurre i costi fissi, è stato raggiunto un accordo quadro che esclude i licenziamenti coatti e individua l’unico criterio della non opposizione. Gli incentivi per i pensionabili saranno tali da assicurare per i primi due anni il 90% della retribuzione insieme alla NASPI e gli altri due anni lo 80% della retribuzione più l’equivalente dei contributi da versare. Per chi non raggiunge la pensione l’incentivo sarà da 35 a 39 anni pari a 12 mensilità, fra 40 e 49 anni a 24 mensilità, fra 50 e 54 anni a 30 mensilità, da 55 anni in su a 36 mensilità; a queste cifre si aggiungono per chi esce entro il 31 maggio 20 mila euro fino a 49 anni e 30 mila da cinquanta anni in su. Per avere gli incentivi occorrerà in ogni caso avere una anzianità aziendale minima di 2 anni. Infine sarà offerto uno specifico servizio di outplacement.

SINERGIA TRA GLI STABILIMENTI
In conclusione abbiamo non solo raggiunto tre accordi importanti, ma anche gettato le basi per la sigla definitiva del futuro contratto integrativo Marelli, presentando le nostre richieste ad esempio in materia di conferma dello smart working anche nella fase post emergenziale e di incremento delle indennità per i turni disagevoli. Siamo però consapevoli che una volta concluso il confronto contrattuale, si aprirà a giugno quello ancor più complesso sulle prospettive industriali, a iniziare dagli stabilimenti che risentono dei contraccolpi della elettrificazione o delle incertezze nei rapporti col maggior cliente Stellantis. Chiederemo di rafforzare la sinergia fra gli stabilimenti in sofferenza e quelli in espansione, laddove possibile unificandoli del tutto, nonché l’interessamento delle Istituzioni per sostenere i necessari processi di riconversione industriale.

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