La Uilm tra le protagoniste del “rinnovamento” nel libro di Fabio Storchi

È stato presentato il 2 marzo scorso al Bettoja Hotel Massimo D’Azeglio in Via Cavour a Roma il libro “La passione per il rinnovamento. I miei anni in Federmeccanica”, scritto da Fabio Storchi con il contributo, tra gli altri, del Segretario generale Uilm Rocco Palombella. Il dibattito, moderato dalla giornalista del Corriere della Sera, Rita Quertzè, è stato incentrato sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici del 2016, considerato appunto il contratto del “rinnovamento”.



IL CONTESTO DI QUEGLI ANNI

Come ha avuto modo di raccontare Palombella, si veniva da anni di grandi conflitti all’interno delle stesse confederazioni e delle categorie. Emblematica la vertenza Fiat.
“Subito dopo quello strappo – racconta – presentammo la piattaforma contrattuale del 2012: Uilm e Fim da una parte e Fiom dall’altra. Dato il contesto il rinnovo fu fatto in modo classico, non ci furono grosse novità rispetto al sistema contrattuale”. Nonostante le difficoltà si riuscirono a stabilire un incremento salariale importante in quel periodo sui minimi contrattuali (130 euro al quinto livello), un miglioramento normativo sulle malattie superiori a tre giorni e il periodo di conservazione del posto di lavoro per le patologie gravi (comporto); si riuscì anche a condividere, insieme a Federmeccanica e Assistal, la nascita del Fondo di assistenza sanitaria MetaSalute, con la partecipazione alla spesa di lavoratori e aziende con pesi diversi.

IL CCNL DA SALVAGUARDARE
Sull’onda del contratto non firmato dalla Fiom e delle tensioni che si determinavano all’interno delle aziende, cresceva sempre di più l’orientamento all’interno del sistema industriale verso un unico livello aziendale, incentivando la contrattazione all’interno di ogni singola impresa. In gergo sindacale significava smantellare il primo livello contrattuale e il conseguente indebolimento dell’intera categoria dei metalmeccanici.
Per questo è cresciuta la consapevolezza di Fim, Fiom e Uilm nel cercare di evitare un “non rinnovo” del contratto nel 2016 o un rinnovo sottoscritto da due organizzazioni come avvenuto nel 2012.

CONSAPEVOLEZZA DEL CAMBIAMENTO
“La consapevolezza del cambiamento era già presente all’interno della mia organizzazione – dice Palombella – in questo contesto però la radicalità della proposta di Federmeccanica e Assistal di un contratto di ‘rinnovamento’ devo confessare che mi ha colto di sorpresa. Con altrettanta sincerità devo ammettere che ritengo sia servito invece ad approfondire e a convincerci sulla ineluttabilità del percorso fatto fino a quel momento. Infatti, abbiamo realizzato un contratto che ha messo in primo piano il sistema di relazioni industriali in una ottica partecipativa, non solo tra Federmeccanica, Assistal e le organizzazioni sindacali, ma soprattutto tra le strutture sindacali e le aziende”.
Le modifiche apportate necessitavano di questo tipo di rapporto.
Tra i temi principali inseriti in quel rinnovo sicuramente ci sono le 24 ore di formazione come diritto soggettivo individuale a cui è stata dedicata una parte consistente dei minimi contrattuali. Una scelta coraggiosa, questa, che a distanza di tempo è diventata consuetudine e ha assunto sempre maggiore importanza.
Altro elemento fondamentale è quello del welfare contrattuale con l’istituzione del più grande Fondo di sanità integrativa, MetaSalute, che ha interessato 1 milione e 400mila lavoratori più i familiari a carico, in grado di sopperire alla difficoltà che ha avuto il servizio sanitario nazionale nel garantire prestazioni, per esempio, durante la pandemia.
Molto importante è stata anche la condivisione della gestione delle normative sulle politiche attive del lavoro e quella sul tema della sicurezza, dove sindacati e imprese erano generalmente sempre in conflitto.

RECUPERARE L’UNITA’
Il “rinnovamento” messo in atto con la firma del contratto del 2016 ha avuto il privilegio di aver, in una situazione di crisi industriale, recuperato l’unità delle organizzazioni dopo oltre sette anni di divisioni interne. Quindi l’approccio è stato propositivo.
Sono trascorsi circa sei anni dalla firma del contratto che ha creato una linea di demarcazione molto evidente con passato. “All’inizio della discussione della piattaforma del 2016 abbiamo considerato il termine ‘rinnovamento’ un macigno sulla prosecuzione della discussione. Dalla firma e con la gestione del contratto abbiamo invece consolidato due aspetti chiave: il primo è la presa d’atto che non esistono più parte e controparte, il secondo è lo spirito del ‘fare insieme’. Tutto questo – conclude Palombella – è il frutto del tipo di percorso e della rivoluzione che abbiamo voluto iniziare con la firma del contratto del 2016. 

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