di Andrea Farinazzo
La UNI ISO 45001:2021 che è andata a sostituire la OHSAS 18001 è finalizzata all’implementazione, nel sistema di gestione per la salute e sicurezza, dei fattori che inducono rischi psicosociali. All’interno della norma, a differenza della 45001, è presente un capitolo specifico dedicato ai fattori esterni, segno che questi, nel caso dei rischi psicosociali, rappresentano un punto di particolare interesse.
Cosa sono i fattori?
I fattori sono quegli elementi che possono influenzare la mia organizzazione. L’insieme di tutti i fattori determina il contesto dell’organizzazione (UNI EN ISO 9000:2015 3.2.2). I fattori possono determinare influenze positive (opportunità) o negative (rischi) e conoscerle permette di massimizzare le opportunità e ridurne i rischi associati. I fattori possono essere interni all’organizzazione o esterni.
Quali fattori esterni influenzano i rischi psicosociali?
I fattori esterni sono tutti quelli che influenzano l’organizzazione provenendo dall’esterno. Essendo esterni, non sono sotto la diretta influenza dell’organizzazione, quindi, la stessa, non può modificarli ma può adattare se stessa per rispondere a questi fattori. Conoscere i fattori esterni è, quindi, assolutamente necessario per poter definire il proprio sistema in modo che sia realistico in quanto influenzato dal contesto esterno.
La UNI ISO 45003 individua, come fattori esterni che influenzano i rischi psicosociali dell’organizzazione: la catena di approvvigionamento; le relazioni con i fornitori; la condivisione dei luoghi di lavoro; le richieste dei clienti; le condizioni economiche; la natura dei contratti; la demografia dei lavoratori; rapidi cambiamenti tecnologici; la mobilità della forza lavoro; il contesto geografico dell’organizzazione.
Pubblicata a giugno 2021 la norma ISO 45003 dell’International Organization for Standardization (ISO) la quale è il primo standard a livello globale che fornisce una guida pratica sulla gestione della salute psicologica e la promozione del benessere sul lavoro sul posto di lavoro, come parte integrante di un sistema di gestione della sicurezza e salute.
La norma ISO 45003
Occupational health and safety management – Psychological health and safety at work – Guidelines for managing psychosocial risks’ infatti si integra con lo standard ISO 45001, che indica i requisiti e le azioni necessarie per implementare, promuovere e migliorare un sistema di gestione dei rischi sul lavoro. I rischi psicosociali sono la combinazione della probabilità che si verifichi un’esposizione a pericoli di natura psicosociale (fattori ambientali, sociali, organizzativi, ecc.) legati al lavoro, e della gravità delle conseguenze sulla salute (infortuni, malattie).
Il benessere sul lavoro è dato dalla soddisfazione delle aspettative e dalla realizzazione dei bisogni fisici, mentali, sociali e cognitivi, relativi a tutti gli aspetti della vita lavorativa. Esso può anche contribuire alla qualità di vita al di fuori del lavoro.
I punti cardine della nuova norma:
Il controllo dei rischi psicosociali correlati al lavoro sono alla base della salute e del benessere sul luogo di lavoro e fuori. È importante che i rischi psicosociali siano monitorati costantemente, mediante un sistema di gestione integrato ed implementato. La corretta gestione del rischio psicosociale apporta vantaggi e benefici, ad esempio una maggiore produttività dei lavoratori in termini di organizzazione ed efficienza.
A chi è destinata la ISO 45003?
La ISO 45003 si rivolge a tutte le organizzazioni di tutte le dimensioni e in tutti i settori, per lo sviluppo, l’implementazione, il mantenimento e il miglioramento continuo di luoghi di lavoro sani e sicuri. ISO 45003 è stato stilato per aiutare le aziende e le organizzazioni che utilizzano un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro basato su ISO 45001 – Salute e Sicurezza sul Lavoro;
É utile anche per le organizzazioni che non hanno ancora implementato un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro; la nuova ISO 45003 descrive esempi di fattori psicosociali, dà indicazioni per la valutazione e gestione dei rischi a loro associati, e per le misure di controllo che possono essere utilizzate per eliminare i pericoli o ridurre i rischi.
Cosa si intende per fattori psicosociali?
Si tratta di associati al modo in cui è organizzato il lavoro, a fattori legati all’ambiente lavorativo stesso, alle attrezzature utilizzate e ai compiti da svolgere.
Cos’è il rischio psicosociale?
La ISO definisce il rischio psicosociale come una combinazione:
- della probabilità che si verifichi un’esposizione a uno o più pericoli legati al lavoro di natura psicosociale e
- della gravità delle lesioni e dei problemi di salute che possono essere causati da tali fattori.
La gestione dei fattori psicosociali nella Struttura di Alto Livello (HLS).
Ecco alcuni degli aspetti più rilevanti per ciascuna delle parti della HLS.
ISO 45003 – Contesto dell’organizzazione
Vanno considerati gli aspetti del contesto interno ed esterno che possono influenzare i risultati di salute e sicurezza, e comprese le esigenze e le aspettative dei lavoratori e delle altre parti interessate, adeguando allo specifico contesto la progettazione delle attività per la gestione del rischio psicosociale.
Andranno adattate le attività migliorando la gestione del rischio psicosociale e determinando come verrà utilizzata la valutazione dei rischi psicosociali al fine di realizzare piani d’azione efficaci.
ISO 45003 – Leadership
Occorre dimostrare leadership e impegno nella gestione del rischio psicosociale e nella promozione del benessere sul lavoro, determinando anche le risorse necessarie e rendendole disponibili. La gestione dei fattori psicosociali va resa sostenibile includendola nelle strategie e nei processi esistenti. Vanno fatti sforzi per responsabilizzare i lavoratori, garantendo loro un adeguato livello di competenza per la gestione dei fattori psicosociali, e per dare e ricevere riscontri sull’efficacia della gestione dei fattori psicosociali, rimuovendo anche le barriere alla partecipazione e al dialogo, e proteggendo da ritorsioni chi segnala incidenti, pericoli, rischi e opportunità. Di particolare importanza l’integrazione, nella politica organizzativa per la sicurezza e salute, della considerazione dei fattori psicosociali, determinando anche se occorra una separata politica per questi ultimi, e garantendo la coerenza con le altre politiche organizzative.
ISO 45003 – Pianificazione
Sulla base dell’analisi del contesto, occorre determinare i rischi e le opportunità da affrontare, dando priorità alle azioni in modo da tenere conto della valutazione dei rischi psicosociali.
L’identificazione dei pericoli deve basarsi su processi continui e proattivi, comprendendo le fonti di danno prima dell’adozione delle misure di controllo.
I fattori possono includere aspetti organizzativi, fattori sociali, fattori ambientali incluse le attrezzature e le attività pericolose. Vanno stabiliti obiettivi misurabili e coerenti con la politica, e sviluppati e attuati piani per il loro raggiungimento.
ISO 45003 – Supporto
Le risorse (umane, finanziarie, tecnologiche e di altro tipo) necessarie per raggiungere gli obiettivi in relazione alla gestione del rischio psicosociale vanno stabilite, fornite e mantenute.
Fra le risorse da gestire, sono presenti anche la competenza e la consapevolezza, la comunicazione, le informazioni documentate.
ISO 45003 – Operatività
I processi per gestire in modo adeguato ed efficace i rischi psicosociali e le nuove opportunità vanno pianificati, implementati, controllati e mantenuti. Vanno messi in atto processi per l’eliminazione dei pericoli e la riduzione dei rischi psicosociali, l’analisi dei controlli già in essere e dei loro effetti sugli individui e l’organizzazione. Altri processi specifici che vengono menzionati sono:
- il riesame, l’analisi e la valutazione delle pratiche gestionali in essere e il supporto ai lavoratori per il controllo dei fattori psicosociali, dello stress correlato al lavoro e di altri fenomeni collegati
- l’adozione di una strategia globale a lungo termine
- la progettazione e la gestione del lavoro per la prevenzione dei rischi per la salute e la sicurezza psicologica e per la promozione del benessere sul lavoro.
Come effettuare la valutazione dei rischi psicosociali?
La valutazione dei rischi psicosociali va completata tenendo conto dei controlli esistenti, con il fine di determinare l’adeguatezza dei controlli oppure se essi necessitino di miglioramenti; se la valutazione dei rischi psicosociali ha individuato un danno effettivo o potenziale derivante dall’esposizione a pericoli psicosociali occorre verificare se sono necessari nuovi controlli. Vanno eliminati i rischi psicosociali legati al lavoro, e se non è possibile occorre controllarne i rischi associati, seguendo il principio della gerarchia dei controlli.
Gli interventi nella gestione dei rischi psicosociali possono essere definiti attraverso una combinazione dei livelli di intervento.
ISO 45003 – Valutazione della prestazione
Va stabilito e attuato un sistematico monitoraggio e la misurazione delle attività di gestione del rischio psicosociale e delle prestazioni del sistema di gestione.
Fra le altre cose, occorre determinare in che misura la politica è stata rispettata e gli obiettivi raggiunti, determinare se la gestione dei rischi è efficace, se occorrano miglioramenti.
Misure qualitative e quantitative dovrebbero essere sviluppate in consultazione e con la partecipazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti.
ISO 45003 – Miglioramento
Tenendo conto della valutazione delle prestazioni, dei rapporti sugli incidenti, della consultazione e raccomandazioni dei lavoratori e rappresentanti, degli audit, del riesame, l’organizzazione dovrebbe implementare azioni per migliorare continuamente il sistema di gestione e le sue prestazioni in relazione ai fattori psicosociali.
In questo processo di miglioramento continuo vanno raccolte informazioni sulle opportunità di miglioramento nella gestione dei rischi psicosociali, sull’adempimento dei requisiti, sul raggiungimento degli obiettivi; vanno inoltre valutate le opportunità di attuazione di cambiamenti dando la priorità a quelli che hanno il maggior potenziale di miglioramento della salute psicologica, la sicurezza e il benessere sul lavoro.
La valutazione dei rischi psicosociali rappresenta la nuova metodologia di rischio per tutte le lavoratrici e lavoratori nel contesto di globalizzazione sociale in cui viviamo.