di Vittorio Sarti
Stiamo vivendo un momento storico difficile, anche a causa della guerra Russia-Ucraina che si sta combattendo ai confini europei, per esser precisi a poco più di mille chilometri da Milano.
La parola “guerra” ha sempre fatto paura, ma con il passare del tempo si è affievolita la memoria storica, le persone che ne hanno vissuto gli orrori diminuiscono sempre più per ragioni anagrafiche e, quanto leggiamo sui libri di storia, di certo, non ci tocca nel profondo come invece i racconti dei nostri nonni.
Per questo motivo quest’anno ho pensato di organizzare la riunione del Consiglio Territoriale del 5 dicembre in un luogo insolito e che poche persone conoscono: i bunker Breda.
Si tratta di un luogo misterioso che ci ha fatto ricordare gli orrori della guerra, e soprattutto riflettere su quanto hanno vissuto gli operai di una delle più importanti fabbriche milanesi durante i bombardamenti.
I BUNKER BREDA: LA STORIA
Il triangolo industriale Milano-Genova-Torino decolla a partire dal 1870 con la Seconda Rivoluzione Industriale, grazie alle nuove fonti di energia, elettricità e petrolio che trasformano il processo produttivo, rivoluzionando il sistema economico e sociale.
Solo pochi anni dopo, nel 1883, apre a Milano la prima centrale elettrica d’Europa, seconda al mondo e nel 1886 l’Ing. Ernesto Breda fonda l’accomandita Ernesto Breda & C. per la produzione di materiale ferroviario.
Nel 1900 Milano è al centro dell’economia del paese e a Sesto san Giovanni si concentrano molte delle grandi industrie siderurgiche, chimiche e meccaniche (OSVA, Breda, Marelli, Falck, Spadaccini, Gabbioneta, Garelli, Pirelli).
LA PRIMA GUERRA MONDIALE
Nel 1914 scoppia la Prima Guerra Mondiale e all’industria viene richiesta la produzione di materiale bellico: le officine della Breda producono in tre anni 6 milioni di proiettili, 100mila bombe, 600 siluri, 200 carri ferroviari, oltre ad aerei, mortai ed obici.
Nasce l’aeroporto di Bresso e alla fine del conflitto il complesso industriale copre quasi 2 milioni e mezzo di mq dove vi lavorano 8mila persone tra operai, impiegati, dirigenti e maestranze varie.
Nel 1918 muore Ernesto Breda, l’Austria firma l’armistizio e finisce la Grande Guerra con un bilancio spaventoso: 65 milioni di militari impiegati e 16 milioni di vittime.
IL BIENNIO ROSSO
Nel 1922, dopo un biennio di forti scontri operai, scioperi rivendicazioni sindacali (biennio rosso), in Italia sale al Governo Benito Mussolini, con l’assenso del Re e delle grandi industrie.
Nel 1933 con Adolf Hitler si ha l’affermazione del regime nazista.
Nel 1935 la Breda conta 15mila dipendenti negli stabilimenti di Sesto, Niguarda e Cinisello. A Sesto San Giovanni il complesso industriale si articola in cinque sezioni produttive: elettromeccanica e locomotive, ferroviaria, fucine, siderurgica, aeronautica.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Nel 1939 Mussolini stringe il “Patto d’Acciaio” con la Germania. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1940 la Breda riceve nuove commesse per la produzione di materiale bellico. La sezione siderurgica è il sesto produttore nazionale di acciaio. A questo punto Milano diventa un obiettivo strategico per gli Alleati, iniziano i bombardamenti che sganciano sulla città le bombe chiamate “blockbuster”, cioè “spiana isolati”.
Nel 1942 la Breda aeronautica, per difendere il personale dalle incursioni aeree, costruisce i rifugi, i Bunker Breda, in grado di ospitare sino a 400 operai. La Breda, come altre fabbriche di Sesto, è coinvolta fortemente negli scioperi del 1943, gli operai si organizzano in Gruppi di Azione Patriotica (GAP) che combattono clandestinamente prima il regime e poi l’occupazione tedesca (solo un 4% di operai aderisce al regime fascista).
Vengono organizzati 19 scioperi, eseguiti 400 arresti, la maggior parte degli arrestati finisce a San Vittore e 40 di essi vengono deportati nei lager, di questi 24 troveranno la morte.
Il 30 aprile 1944 un’incursione aerea alleata rade al suolo gli stabilimenti, fortunatamente è domenica e perdono la vita solo 5 custodi. Nel 1945 i partigiani e le truppe alleate liberano il nord Italia e Mussolini viene arrestato e fucilato. Nel 1946 l’attività della Breda viene riconvertita alla produzione civile ma nel 1952 viene chiusa la V Sezione Aeronautica.