Acciaierie d’Italia: Governo reagisca all’ennesimo ricatto

Negli ultimi giorni è scattata l’offensiva a tutto campo da parte di Acciaierie d’Italia. Unico obiettivo: chiedere ancora risorse pubbliche italiane per la gestione ordinaria dell’azienda”. Così Rocco Palombella, Segretario generale Uilm commenta le ultime notizie sull’ex Ilva.
Il Ministro Urso ha dichiarato nelle scorse ore che non intende statalizzare l’azienda ed è tornato a parlare di un piano nazionale della siderurgia. “Si tratta di un dossier strategico – ha spiegato – la nostra intenzione è quella di mantenere e rafforzare la funzione strategica dell’industria siderurgica con l’obiettivo di realizzare un Piano siderurgico nazionale che non c’è mai stato”. E per l’ex Ilva si augura “una sempre maggiore partecipazione privata per una soluzione che sia quella della ricapitalizzazione d’impresa”.
Lo sciopero organizzato in tutto il Gruppo e le richieste di Fim Fiom Uilm continuano a rimanere inascoltate, mentre gli impianti vengono fermati e i lavoratori sono in cassa integrazione.

LE TAPPE
Il 13 novembre ADI ha sospeso 145 aziende e 2.500 lavoratori con una lettera. Il cda riunitosi due giorni dopo, incapace di trovare soluzioni, ha deciso di convocare d’urgenza l’Assemblea dei soci per il 25 novembre. Il 17 novembre l’azienda ha disertato l’incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy con i Ministri Urso e Calderone. “Nonostante lo sciopero molto partecipato del 21 novembre in tutti gli stabilimenti del Gruppo – spiega Palombella – l’Assemblea dei soci non si è riunita né il 25 novembre né il 2 dicembre per motivi non ben precisati”.

COSA ASPETTA IL GOVERNO
“Di quale altra prova ha bisogno il Governo per assumere una decisione forte e definitiva nei confronti dell’azienda? – si domanda il sindacalista – Se non si interviene subito, il passo successivo sarà inevitabilmente la completa fermata degli impianti ormai ridotti ai minimi livelli produttivi. Se il Governo non trova il coraggio di riprendere il pieno possesso degli impianti, così come avvenne nel 2012, non si riuscirà a evitare una catastrofe ambientale, sociale, occupazionale ed economica. Noi non staremo a guardare, continueremo a lottare e denunciare una situazione che ha dell’incredibile. Non si può continuare a giocare sulla pelle dei lavoratori”.
“Se la nazionalizzazione non è la soluzione, ci attendiamo di sapere come il Governo intende risolvere la questione di Acciaierie d’Italia. Il destino della siderurgia in Italia dipende dall’ex Ilva”, conclude Palombella.

 

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