L’Editoriale

Care lavoratrici e cari lavoratori,

il Consiglio dei Ministri ha approvato lunedì scorso la prima bozza del disegno di legge di Bilancio 2023 contenente 136 articoli, alcuni dei quali sono soltanto titoli.
La premier ha definito la manovra “coraggiosa e concreta”, mentre l’opposizione l’ha bollata come un favore a evasori e corrotti. In particolare, il Movimento e il Pd hanno già invocato la piazza: Letta ha indicato la data del 17 dicembre.

Per quanto ci riguarda, la manovra non affronta con coraggio e determinazione i temi che Cgil Cisl e Uil avevano indicato per sostenere la crescita e contrastare l’inflazione. Il taglio del cuneo contributivo è una proroga del Governo precedente e non c’è un vero taglio delle tasse ai lavoratori dipendenti e pensionati che, come ho detto più volte, farebbe aumentare la capacità di spesa.

Per non parlare poi di Quota 103 che non può essere la soluzione per i lavoratori. Serve una vera riforma delle pensioni, così come stiamo sollecitando da tempo. Non si può pensare che tutti i lavori siano uguali, ci sono lavori usuranti che necessitano di una pensione anticipata rispetto ad altri.

Certamente, lo scoglio più grosso è stato quello del Reddito di Cittadinanza che, anche se non è stato ancora abolito, scomparirà nel 2024. Un tema che ha generato molte polemiche.
Anche se abbiamo sempre detto che ragionare per bonus e misure di assistenza non risolve il problema della povertà in Italia, è chiaro che eliminare il Reddito di Cittadinanza in un momento complicato come questo, aggravato dalla pandemia e dalla crisi, può avere effetti devastanti.
Va riconsiderato certo, ma non abolito.

Non da meno il tema della sanità: i 2 miliardi in più stanziati non coprono neanche il buco dovuto al Covid e caro energia, si parla di 3,4 miliardi di euro. In queste condizioni diventa difficile assicurare le migliori cure a tutti, ridurre le liste di attesa e assumere il personale medico necessario.

Al momento non abbiamo notizia di un incontro tra il Governo e Cgil Cisl e Uil, ma ci auguriamo che avvenga il più presto possibile per affrontare tutti i temi centrali per il futuro del nostro Paese.

Per quanto riguarda il nostro settore, come sapere la vertenza più scottante è quella di Acciaierie d’Italia. L’adesione allo sciopero del 21 novembre è stata altissima, soprattutto a Taranto. La situazione è grave, lo abbiamo detto chiaramente al Ministro Urso nel corso dell’ultimo incontro sostenendo con forza la necessità che lo Stato prenda le redini dell’azienda liquidando senza sé e senza ma ArcelorMittal. La nazionalizzazione resta ormai l’unica strada possibile per mettere fine a dieci anni di problemi gestiti a suon di cassa integrazione e fermata degli impianti.

Non ci fermeremo fino a quando tutti i lavoratori, diretti, indiretti, indotto, Ilva in As, non avranno risposte certe e concrete dal Governo sul loro futuro.

Altro appuntamento degno di nota è stata la Conferenza europea dell’Automotive che abbiamo svolto insieme al sindacato europeo, IndustriAll Europe, il 15 e 16 novembre presso il Centro Congressi Frentani. Hanno preso parte ai diversi panel di discussione sindacalisti provenienti da 15 Paesi europei per mettere l’accento sulla difficoltà che il settore sta vivendo e vivrà a causa della transizione ecologica.

È stato importante discuterne insieme perché, come ho detto nel mio intervento, è giunto il momento di trovare una strategia di azione comune. Servono accordi sovranazionali ambiziosi e vincolanti, che fissino precisi obiettivi e target intermedi, le risorse per raggiungerli, gli incentivi e le sanzioni per chi non li rispetta. Tutto questo deve servire ad arginare concorrenze sleali tra gli Stati che hanno scadenze più̀ lontane nel tempo, rispetto alla data del 2035, nella produzione e commercializzazione di auto endotermiche.

Anche su questo fronte ci attendiamo al più presto la convocazione a un tavolo specifico di lavoro presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex Mise).

Mi unisco al coro di congratulazioni per Luca Visentini che è stato proclamato Segretario generale del Sindacato mondiale a Melbourne il 19 novembre scorso. Un risultato importante che è stato possibile anche grazie al grande sostegno di tutta la Uil. Insieme a lui dobbiamo costruire il sindacato del futuro puntando su una globalizzazione che rispetti tutti e che non lasci indietro nessuno.

In questo numero di Fabbrica società ci sono molti altri temi di grande importanza: la trattativa sul rinnovo del CCSL, le assemblee in Fincantieri, la parità di genere e la sicurezza.
Non mi resta quindi che augurarvi buona lettura!

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