Il 25 ottobre si è svolto l’incontro tra la direzione aziendale di Wärtsilä – nelle persone del neoamministratore delegato Cafagna, in collegamento la referente di Wärtsilä Corporation Traskback, della responsabile delle risorse umane Tessitori e del responsabile di produzione Taboga – e il coordinamento nazionale di Fim Fiom Uilm.
L’incontro è stato convocato dall’azienda per ottemperare al pronunciamento del Giudice del Lavoro del Tribunale di Trieste dello scorso 23 settembre il quale, nel dichiarare l’azienda rea di condotta antisindacale, la condannava anche ad adempiere agli obblighi di informazione previsti dall’art 9 del Ccnl industria metalmeccanica e dagli accordi integrativi aziendali del 2016 e del 2018.
INCONTRO DELUDENTE
Si è trattato di un primo incontro, deludente, che non ha fornito alle organizzazioni sindacali e alla Rsu informazioni di dettaglio sull’andamento economico e produttivo del gruppo e dei singoli siti, sulle prospettive occupazionali, sugli investimenti.
L’azienda ha ripercorso lo sviluppo industriale degli ultimi 20 anni della produzione dei motori, evidenziando che il mercato di riferimento di Wärtsilä continuerà ad alimentare una domanda di motori per un lungo tempo, anche con caratteristiche diverse: più piccoli, più efficienti, più potenti e più flessibili nel poter essere alimentati da diverse tipologie di combustibile. A precisa domanda ha confermato che in questi anni nello stabilimento triestino la produzione dei motori è stata di alta qualità riconosciuta dai clienti.
ULTIMO PERIODO PRODUTTIVO
In particolare, l’azienda sull’ultimo periodo produttivo si è limitata a genericamente descrivere una insaturazione della capacità produttiva installata negli stabilimenti della corporate conseguente alla riduzione dei volumi nel mercato della motoristica per effetto della pandemia e della guerra in corso tra Ucraina e Russia; i contenuti degli accordi intragruppo tra Wärtsilä Italia e Wärtsilä Finland relativi al “Contract Manufacturing Services”, segnatamente l’assenza di clienti propri di Wartsila Italia, nei fatti esecutrice di attività e commesse ordinate alla stessa da Wärtsilä. Sulla base di tali, generiche, informazioni la direzione aziendale ha confermato l’intenzione di dismettere la produzione dello stabilimento di Trieste, anticipando una disponibilità, condizionata alla consegna dei motori, a pianificare transitoriamente nuove commesse di produzione (motori).
Il Coordinamento Fim, Fiom, Uilm nel respingere qualsiasi ipotesi di dismissione della produzione di motori, ha sfidato l’azienda rivendicando la continuità produttiva del sito triestino e l’immissione immediata in produzione di nuove commesse di lavoro, dichiarandosi disponibile a proseguire il confronto sul futuro industriale, produttivo e occupazionale del gruppo anche per approfondire l’informativa prevista dal Ccnl e dall’integrativo.
INCONTRO SOSPESO
L’incontro durato quattro ore è stato sospeso e rimandato a data da concordare. Dopo l’incontro si rafforza il convincimento che la scelta che ha portato all’apertura della procedura di licenziamento dello scorso 14 luglio è totalmente immotivata e pare essere una scelta “politica” della Corporation. L’alta qualità produttiva, confermata dalla stessa direzione aziendale, e la possibilità nell’aumentare la produzione dei motori nel sito triestino permetterebbero a Wärtsilä di mantenere redditività. La vertenza quindi continua, per difendere la produzione, l’occupazione, il know how di operai, tecnici e impiegati nei siti di Trieste, Napoli e Genova.
Il coinvolgimento delle Istituzioni permane. Nei prossimi giorni solleciteremo l’incontro al Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia e successivamente al Ministero dello Sviluppo Economico (di nuova denominazione Ministero delle Imprese e del Made in Italy).