Forum AutoMotive: tra transizione ecologica e caro energia

“Automotive al bivio decisivo: il buonsenso come via maestra”, sotto questo slogan si è tenuto il 25 ottobre scorso a Milano il Forum AutoMotive promosso dal giornalista Luigi Bonora e al quale ha partecipato tra gli altri il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.
“Imprese automotive tra riconversione all’elettrico e bollette impazzite” la tavola rotonda a cui ha preso parte il Leader delle tute blu della Uil.
Prima del talk show con Gianmarco Giorda, direttore generale di Anfia, Corrado La Forgia, vice presidente Federmeccanica con delega alla Transizione tecnologica ed ecologica, Fim e Fiom, sono intervenuti in collegamento alcuni delegati.
Gianluca Rindone, delegato Uilm alle Carrozzerie Mirafiori, ha parlato del problema legato alla mancanza di microchip che va avanti ormai da diversi mesi e della difficoltà per una famiglia come la sua, composta da quattro persone, di pagare bollette triplicate con stipendi medi.

Il delegato Uilm Gianluca Rindone in collegamento

IL DIBATTITO
La Forgia, riconoscendo le preoccupazioni di tutti, ha ricordato che l’Italia è solo una piccola parte del processo che riguarda la transizione ecologica in uno schema “forzato” voluto da un’Unione europea che ha fissato il capo da gioco e le sue regole. Inoltre ha riconosciuto la necessità di intraprendere un percorso unitario e consapevole per chiedere al Governo in che direzione intende andare e se l’Italia può esprimere ancora un unicum.
Per Rocco Palombella: “I lavoratori e i cittadini hanno buoni motivi per essere preoccupati. Noi abbiamo affrontato negli anni una riorganizzazione del settore dell’automotive e siamo riusciti in 10 anni a rendere questa industria competitiva nel mondo. Nel momento in cui svolgevamo questo compito, la politica dormiva”. “La riduzione della CO2 – aggiunge – non è una moda, ma una necessità e come tale va trattata. L’Europa incide per l’8% e l’Italia per l’1%, dobbiamo sapere quindi che se anche altri Paesi nel mondo, in particolare la Cina e gli Stati Uniti, non decideranno di seguire questa strada, da soli non saremo in grado di salvare l’ambiente”.
“Lo stop al motore endotermico dal 2035 voluto dell’Unione europea è una realtà – spiega il leader dei metalmeccanici della Uil – e noi siamo stati capaci soltanto di chiedere un rinvio. Ma che Paese è mai questo? Non si può gestire un Paese con i rivii e con la superficialità”.
Giorgia ha quindi illustrato alcuni dati dell’Anfia circa le imprese della componentistica che per il 78,8% sono ancora legate ai motori tradizionali. Nei prossimi cinque anni serviranno nuove figure professionali da destinare ai processi produttivi (62%), all’automazione e ai sistemi meccatronici (53%), ai prodotti e materiali (48%), alla sostenibilità ambientale (47%). Il 2021 si era chiuso in ripresa, dice, ma ora per le imprese della filiera si moltiplicano le sfide: alti costi energetici e delle materie prime, crisi internazionale e accelerata transizione ecologica.
“Senza una ripresa dell’economia e l’aumento degli stipendi – aggiunge Palombella – le persone non potranno acquistare un’auto elettrica né fare il pieno di energia. Come ho già detto altre volte, uno degli strumenti che la politica dovrebbe prendere in considerazione è la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Bene questa iniziativa di oggi – conclude – insieme dobbiamo incidere su chi ha responsabilità per fare gli interessi del nostro Paese nel rispetto dell’ambiente”.

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