Dalle elezioni politiche del 25 settembre è uscito un risultato netto: il centro-destra è risultata la coalizione più votata ottenendo oltre il 44% di consensi. Allo stesso tempo è emerso il record storico dell’astensionismo: il 36%, più di un terzo dei cittadini non è andato a votare. Tutto questo rappresenta una crescente disaffezione e distanza nei confronti della politica.
VERSO IL NUOVO GOVERNO
Dopo la riforma costituzionale che ha ridotto il numero dei parlamentari, avremo una Camera dei Deputati che passerà da 630 a 400 membri e da un Senato della Repubblica che passerà da 315 a 200 membri.
Dopo l’esito delle elezioni del 25 settembre si attende la proclamazione degli eletti da parte degli uffici elettorali presso le Corti d’appello. Per il prossimo 13 ottobre è stata già fissata la riunione dei nuovi deputati e senatori. In questa prima seduta verranno proclamati gli eletti e si procederà all’elezione dei Presidenti di Camera e Senato.
Dopo l’elezione dei Presidenti delle due Camere, secondo la prassi il Presidente della Repubblica convoca le consultazioni. Prevedibilmente la finestra per le consultazioni si potrebbe aprire già dal 17-18 ottobre. I primi che saliranno al Quirinale saranno gli ex presidenti della Repubblica, seguiti dai due Presidenti appena eletti e i rappresentanti dei partiti presenti in Parlamento, di solito i capigruppo a cui normalmente si uniscono i leader.
L’INCARICO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Se l’esito delle consultazioni sarà chiaro, ci sarà un iter veloce che si concluderà con l’incarico a un presidente del Consiglio da parte del Presidente della Repubblica. Solitamente l’incaricato accetta con riserva e conduce proprie “consultazioni” con i partiti disposti a sostenere il suo esecutivo. Si comincia a formare un programma e a stilare una lista di ministri. Se il risultato è netto indicativamente la conclusione avverrà nell’arco di uno o due giorni.
In caso di esito positivo, l’incaricato torna al Quirinale, scioglie la riserva e viene nominato presidente del Consiglio. All’uscita dallo studio alla Vetrata, dove ha appena parlato con il Capo dello Stato, il neopresidente del Consiglio legge la lista dei ministri. A questo punto, il giorno dopo o poche ore dallo scioglimento della riserva, il presidente del Consiglio e i ministri giurano al Quirinale nelle mani del presidente della Repubblica. Indicativamente, qualora non sorgesse nessun problema nella coalizione vincitrice, il Governo potrebbe giurare già negli ultimi giorni di ottobre.
SCADENZE E INTERVENTI
Il nuovo Governo avrà di fronte molte scadenze, in primis la legge di Bilancio, e gli interventi urgenti da mettere in campo per contrastare l’alta inflazione, il caro energia, l’aumento del carrello della spesa e per evitare una recessione economica. Per quanto riguarda la Legge di Bilancio, la scadenza ufficiale per l’invio a Bruxelles del Documento programmatico di Bilancio, ovvero una bozza di manovra con i principali interventi, è prevista per il 15 ottobre. Ma nel caso in cui un Paese non abbia a quella data un governo in carica con pieni poteri, come già avvenuto in Germania, Austria e Portogallo, la Commissione Ue è disposta ad accettare un progetto di bilancio a politiche invariate, senza indicare nuove misure. Quindi la scadenza per la presentazione della legge di Bilancio completa alla Commissione europea, quella che rispecchia l’orientamento politico del nuovo esecutivo, è prevista per la fine di novembre. L’approvazione da parte del Parlamento italiano dovrà avvenire entro il 31 dicembre.