di Antonino Di Bella
Il 24 e 25 maggio a Genova, alla presenza del nostro Segretario generale Rocco Palombella, si è svolto il XVII congresso Uilm il cui titolo era “Industria manifatturiera: motore del rilancio”.
Nel primo giorno hanno dibattuto dell’argomento imprenditori, politici, il Segretario Uil, ospiti degli altri sindacati e i cappellani del lavoro. Padrone di casa è stato il Segretario provinciale, nonché figura storica dei metalmeccanici genovesi, Antonio Apa che attraverso la relazione introduttiva ha indicato gli argomenti della discussione. Ma per noi, delegati al congresso, il secondo giorno è stato quello più interessante. Infatti, proprio in questa occasione i presenti hanno potuto esprimere le proprie idee, i propri pensieri e anche le preoccupazioni che attanagliano persone e famiglie. Ho ascoltato con interesse le colleghe e i colleghi intervenuti perché tutti hanno portato qualcosa di importante per il nostro sindacato.
IL RILANCIO
Sono salito anch’io sul palco e nel mio breve discorso ho messo l’accento sulla parola “rilancio”, perché rilancio vuol dire che c’è stato un passato spesso lontano decenni, c’è il presente perché anche oggi noi facciamo la storia del lavoro, e ci sarà sicuramente un futuro perché possiamo ancora decidere del nostro futuro. Il passato non è solo il tempo trascorso, le conquiste ottenute con enormi sacrifici da parte dei lavoratori, gli anni difficili del terrorismo, ma anche un attacco alla persona tramite la rimozione della memoria collettiva. Come spiegarsi altrimenti la cancellazione di diritti attuata da una classe partitica che dall’inizio degli anni novanta è diventata padrona dello stato. Terze e quarte linee di parvenu della politica che sono andate a colmare il vuoto lasciato da Mani Pulite e da ciò che ne è seguito. Questo fino all’arrivo dei “salvatori della patria” che in pochi anni hanno effettuato una “macelleria sociale” rimuovendo, ad esempio, l’articolo 18 e introducendo il tristemente famoso Jobs Act e altri meccanismi simili che di fatto liquidano il posto fisso. A tutto ciò si aggiunge la famigerata controriforma delle pensioni del governo Monti. Come diceva un ministro del lavoro della Prima Repubblica e cioè Carlo Donat Cattin “Il Paese dovrà affrontare grandi sacrifici e i grandi sacrifici si accettano quando si è guidati, nel doverli compiere, da un’alta dignità morale”.
IL PRESENTE
Non credo che i politici che oggi governano il nostro paese possano avere questa dignità morale. Eccoci arrivati quindi al presente che è dominato dal precariato, dalle morti sul lavoro ma anche da un costante attacco ai diritti minimi. Per una certa stampa che risponde agli ordini di centri di potere economico noi operai e impiegati siamo quelli ipertutelati, quelli dei diritti acquisiti, quelli che non rischiano perché in qualche modo hanno i cosiddetti ammortizzatori sociali. Sembra quasi che ci vogliano ributtare negli anni Settanta, farci indossare una tuta blu, tenere la testa china e suggerirci che dopotutto siamo fortunati ad avere un lavoro! Mi sono chiesto il perché di tanti attacchi mediatici e mi sono dato la risposta: credo che oggi i metalmeccanici, e noi della Uilm in prima fila, siano diventati la vera “coscienza critica” del Paese. Una coscienza che non accetta compromessi quando ci sono in ballo sicurezza e dignità dei lavoratori.
LA POLITICA ASSENTE
La politica, invece, ha perduto la sua forza contrattuale a beneficio di un’economia dominata dai poteri forti. Ed ecco allora la mancanza di conoscenze specifiche sempre da parte della politica che genera insicurezza quando si tratta di discutere sulle centinaia di crisi aziendali che scoppiano in Italia, la vertenza ex Ilva è la punta dell’iceberg! Invece di adoperarsi quindi per far ottenere più diritti a tutti i nostri parlamentari si inventano bonus a pioggia, bici e monopattini elettrici, qualche centinaio di euro qua e là, talune agevolazioni ai soliti noti e il reddito di cittadinanza. Poi ci sentiamo anche dire che le pensioni ce le pagheranno le “nuove risorse”, no cari signori le pensioni ce le siamo pagate noi con i nostri versamenti di decenni, basta prese in giro! In ultimo lanciano anche l’idea del salario minimo che invece per noi della Uilm esiste già e ha un nome e cognome, si chiama Contratto Nazionale!!!
IL FUTURO
Il futuro invece lo vorrei vedere come portatore di contratti a tempo indeterminato, con i cosiddetti asset strategici in mano pubblica, con una formazione continua che permetta un miglioramento non solo professionale ma anche economico per i lavoratori; vorrei che i nostri figli non sognassero di andare via dall’Italia. Noi della Uilm siamo pronti a fare la nostra parte, ma le aziende, sempre in prima fila a stracciarsi le vesti per ottenere aiuti e fondi pubblici, lo saranno altrettanto?
Ricordate il famoso “tesoretto” di prodiana memoria? All’inizio doveva andare ai lavoratori, poi dopo le proteste di Confindustria doveva andare per metà alle aziende, infine, se non erro, quasi interamente alle imprese che avevano promesso di creare migliaia di posti di lavoro… la realtà purtroppo è stata diversa.
A riguardo del futuro vorrei fare un appello alle donne e agli uomini che saranno delegati al Congresso Nazionale di Roma del prossimo ottobre: riprendiamo in mano la nostra vita, non solo quella lavorativa, e continuiamo ad essere la vera coscienza critica del sistema Italia!
CONSIDERAZIONI FINALI
A proposito di congresso riprendo alcune frasi che Rocco Palombella ha detto a quello di Genova del maggio scorso. La prima riguarda una considerazione e cioè che nessuno vuol parlare col sindacato forse perché noi rappresentiamo l’attaccamento alle radici. La seconda è quella che riporta il fatto che la transizione dobbiamo gestirla e non farci inglobare da essa ma dobbiamo anche domandarci: chi governa l’energia? In ultimo mi ha colpito quando il nostro Segretario ha considerato i rapporti personali, anche tra gli iscritti verso i suoi confronti, molto importanti a tal punto che anche un selfie con lui è segno della stima e perché no anche dell’affetto dei lavoratori. A questo punto per la cronaca va detto che in occasione del congresso genovese oltre al rinnovo del Direttivo, di cui mi onoro di far parte, è stata eletta la nuova Segreteria. Per quanto riguarda il nuovo Segretario provinciale, a succedere a colui che per decenni ha portato la Uilm a crescere in modo straordinario e cioè il mitico Antonio Apa, che diventerà coordinatore regionale Uilm, è stato chiamato Luigi Pinasco, 46 anni che era già componente della segreteria e funzionario con la responsabilità di alcune aziende del Tigullio.
All’amico Luigi il mio augurio per un lungo cammino alla guida della Uilm. Giunto alla conclusione di questo articolo devo ringraziare coloro i quali organizzando e lavorando dietro le quinte hanno fatto sì che il XVII congresso Uilm di Genova fosse veramente un momento formativo, di incontro e discussione e non solo una formalità. Poiché inoltre reputo la comunicazione una fonte essenziale per la vita del nostro sindacato voglio esprimere gratitudine per chi ha curato questo aspetto sia nel capoluogo ligure che su queste pagine in particolar modo alla direttrice Rosa Pugliese e a Dario Antonini vero “uomo media” del nostro Segretario Rocco Palombella che invito ancora una volta a visitare le aziende del mio Tigullio.