Nel primo trimestre dell’anno in corso, l’attività produttiva metalmeccanica evidenzia un’attenuazione dei risultati negativi osservati nel corso dell’ultimo trimestre del 2021 ed allo stesso tempo emerge un ridimensionamento delle prospettive di crescita. Questo i sintesi quanto emerge dai risultati della 162a edizione dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’industria metalmeccanica.
I volumi di produzione nella media dei primi tre mesi dell’anno mostrano una flessione dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e un aumento dell’1,3% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente. I livelli di produzione conseguiti si confermano, inoltre, sostanzialmente in linea con i risultati raggiunti nei mesi immediatamente precedenti lo scoppio della pandemia.
I COMPARTI
Nell’ambito del settore si sono osservati andamenti produttivi tendenziali fortemente differenziati nei diversi comparti che compongono l’aggregato metalmeccanico. Sempre con riferimento al primo trimestre 2022, la produzione di computer, radio TV, strumenti medicali e di precisione è aumentata del 5,8% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, quella di macchine e apparecchi meccanici del 3,6% e gli altri mezzi di trasporto del 2,4%. La fabbricazione di macchine e apparecchi elettrici è diminuita del 2,0%, quella di prodotti in metallo dello 0,9% e di prodotti metallurgici dello 0,7%; sostanzialmente invariata la produzione di autoveicoli e rimorchi.
IN EUROPA
Nei principali Paesi dell’Unione europea, rispetto all’ultimo trimestre del 2021, la produzione metalmeccanica, a fronte di una flessione dello 0,2% osservata nel nostro Paese, è risultata stabile in Germania (+0,1%), mentre è cresciuta dello 0,4% in Francia e dello 0,6% in Spagna. Nel confronto tendenziale si evidenzia una flessione del 5,8% per la Germania, del 3,5% per la Spagna e dell’1,7% per la Francia, mentre nel nostro Paese si è registrata una sostanziale stabilità dei volumi prodotti.
Un contributo positivo all’attività produttiva metalmeccanica nel nostro Paese è stato dato dalle esportazioni che nel confronto con il primo trimestre 2021 hanno fatto registrare un +18,3%. Nello stesso periodo le importazioni in valore sono cresciute del 25%. Occorre osservare che gli incrementi dell’interscambio in valore sono stati influenzati da una forte crescita dei valori medi unitari.
LE ESPORTAZIONI
Con riferimento alle aree di destinazione, le esportazioni verso i paesi Ue sono cresciute del 20,4% mentre quelle verso i paesi terzi del 15,7%. È significativamente aumentato l’export verso i principali Paesi europei (Francia, Germania e Spagna) e verso gli Stati Uniti (+32,2% sul primo trimestre 2021), mentre verso la Cina e la Russia si è avuto un calo intorno al 10%.
Con specifico riferimento alla Russia, nel singolo mese di marzo (mese di inizio dell’invasione dell’Ucraina) le esportazioni metalmeccaniche sono diminuite del 61,4% rispetto a marzo 2021.
Dopo la sostanziale stagnazione dell’attività produttiva osservata nel primo trimestre del 2022, gli indicatori previsivi relativi ai prossimi tre mesi segnalano valutazioni ancora positive ma in peggioramento rispetto alla precedente rilevazione, infatti:
- Il 33% delle imprese intervistate dà una valutazione positiva del proprio portafoglio ordini, in discesa rispetto al 49% della precedente rilevazione.
- Il 29% prevede incrementi di produzione, mentre nell’indagine scorsa erano il 40%.
- Il 25% ritiene di dover aumentare, nel corso dei prossimi sei mesi, gli attuali livelli occupazionali a fronte di un più contenuto 10% che, invece, ne prevede un ridimensionamento. Lo scorso trimestre, invece, erano pari al 31% le imprese che pensavano di aumentare l’occupazione mentre il 6% preannunciava un calo.
Le attese delle imprese sono inoltre fortemente condizionate dalle conseguenze economiche e umanitarie del conflitto russo-ucraino che ha inasprito la spirale dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime oltre alle difficoltà di approvvigionamento.
MATERIE PRIME E PRODOTTI ENERGETICI
Federmeccanica ha anche dedicato un focus all’impatto del rincaro dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici. Questi i principali risultati:
- Il 93% delle imprese partecipanti all’indagine nel quarto trimestre ha registrato ulteriori rincari dei prezzi delle materie prime;
- Pari al 70% la percentuale di chi ha dichiarato difficoltà di approvvigionamento;
- Nel 41% dei casi gli elevati costi delle materie prime e dell’energia hanno comportato la riorganizzazione del lavoro e/o dell’attività produttiva;
- mentre il 4% delle aziende corre il rischio di dover interrompere l’attività produttiva.
L’andamento dei prezzi delle materie prime continua a ripercuotersi sui prezzi alla produzione e, infatti, in questo inizio anno proseguono le dinamiche crescenti osservate nel corso dell’intero 2021. Nel settore metalmeccanico, che risulta il maggior utilizzatore di metalli, a marzo i prezzi alla produzione sono aumentati del 15,4%. Tali dinamiche stanno avendo un impatto negativo sulla competitività di molte imprese e stanno fortemente ridimensionando i margini di profitto ulteriormente erosi dall’incremento dei costi dell’energia. Oltre il 60% ha registrato una riduzione del Margine Operativo Lordo e sono pari al 14% quelle che hanno dichiarato una contrazione superiore al 25%. Infine, il 53% delle imprese partecipanti all’indagine sta risentendo degli effetti del conflitto russo-ucraino: il 60% prevede una contrazione dell’attività produttiva, mentre il 4% corre il rischio di doverla interrompere.