Si è svolto il 31 maggio scorso al ministero dello Sviluppo economico l’ennesimo incontro per la vertenza su Jsw di Piombino. Quello che è emerge, purtroppo, è il continuo rimando di decisioni da parte della politica italiana che ancora una volta sceglie di non fare nulla.
“Non solo non decide – dice Lorenzo Fusco della Uilm di Piombino – ma non è più nemmeno presente ai tavoli di crisi, lasciando la discussione in mano a tecnici che hanno la grande capacità di incassare le pesanti critiche delle organizzazioni sindacali senza nemmeno ribattere. Questo lascia un profondo senso di amarezza e rabbia nei confronti delle Istituzioni che dovrebbero rappresentare i cittadini e i lavoratori”.
GIORGETTI ASSENTE
Di fatto tocca constatare come il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgietti, non sia mai stato presente ai tavoli e la viceministra, Alessandra Todde, non si vede da quando fece un’apparizione al consiglio comunale di Piombino.
Annibaletti, dopo aver chiesto lo scorso dicembre di fidarsi di lui, con estrema semplicità ha dichiarato che dopo gli annunci dell’ingresso nell’arco di pochi giorni di invitalia nel capitale sociale fatti dalla Morani e poi da Patuanelli nel 2020, dopo una due diligence prorogata nonostante la contrarietà del sindacato perché sarebbe stata solo una perdita di tempo, non si sarebbe riusciti a trovare un accordo tra Jsw e Invitalia.
COSA FARA’ JINDAL
Sajjan Jindal ha dichiarato recentemente alla stampa estera di voler cedere lo stabilimento. “Quando – si domanda Fusco – il ministro Giorgietti penserà di chiamarlo?”. Si vocifera dallo scorso anno, e nessuno lo ha smentito, di un interesse di vari gruppi siderurgici italiani allo stabilimento. “Quando – ribatte ancora il sindacalista della Uilm – il Ministro penserà di confrontarsi con loro?
Intanto, a Piombino abbiamo l’unico impianto che produce rotaie in Italia, c’è di mezzo una importante commessa miliardaria di rotaie per Rfi, enormi investimenti previsti dal Pnrr per il materiale rotabile, c’è la necessità in Italia di aumentare la produzione di acciaio per far fronte alla carenza dovuta alla guerra in Ucraina, “eppure la politica del Governo dei migliori è assente e discute di un Addendum ad un accordo di programma che rischia di essere peggiorato oltre che mai rispettato fino ad oggi”.
LA POSIZIONE DELLA UILM
La Uilm ha ribadito di non siglare accordi con un gruppo che ancora una volta ha confermato di essere inaffidabile, “si è dimostrato capace solo di fare annunci smentendo anche i loro precedenti Business Plan”, sottolinea Fusco. “Nell’attuale accordo di programma ricordiamo a tutti che la clausola sociale prevede la salvaguardia dell’intera occupazione, quindi ai firmatari di tale accordo chiediamo di non siglare accordi peggiorativi. Attenzione a non firmare atti senza prevedere dei vincoli precisi e clausole che non richiedano anni di contenziosi legali che sarebbero poi impraticabili”.
Al tavolo al Mise la Uilm ha intravisto preoccupanti distinguo in merito ad eventuali firme all’Addendum da parte delle Istituzioni, soprattutto da parte della Regione Toscana. “Su questo – conclude Fusco – servirà quanto prima avere dei chiarimenti per capire se siamo tutti allineati. Noi non siamo disponibili a mollare”.