La Uilm a Lecce: ora il Lavoro

di William Maruccia

Nonostante la pandemia, la Uilm di Lecce ha dato alle persone risposte, orientato, accompagnato, senza chiedere a nessuno se avesse o meno la nostra tessera. Lo abbiamo fatto e basta, nella speranza di contribuire a mantenere vivo il senso del nostro essere comunità. Ce l’abbiamo messa tutta e siamo consapevoli, oggi più che mai, che Lecce ha bisogno di ritornare protagonista nei programmi regionali e di governo nazionale perché da questo territorio il mondo dell’impresa ha fatto grandi i suoi bilanci economici, ma non ha ancora ridotto le diseguaglianze economiche e sociali che le persone vivono.

CHIUSURE E CASSA INTEGRAZIONE
In Puglia non tira una buona aria. Le notizie dal fronte del lavoro hanno un segno univoco: fabbriche che chiudono, esuberi, cassa integrazione, licenziamenti. Gli aumenti vertiginosi dell’energia elettrica (pari al 100% in un anno, secondo Confindustria) e quelli delle materie prime (oltre il 70%), oltre che scaricarsi nel carrello della spesa falcidiando i redditi delle famiglie, stanno strozzando la produzione e le imprese procedono ormai diffusamente alla riduzione o al blocco delle attività. Lecce naturalmente è dentro questa tempesta. Prima di questa crisi la task force per l’occupazione, a conferma della fragilità di pezzi rilevanti del tessuto imprenditoriale regionale, aveva sul tavolo ben 39 crisi aziendali che coinvolgevano circa 4mila lavoratori. Le cronache di questi giorni non lasciano dubbi: a Lecce si allunga l’elenco delle imprese che cessano l’attività e procedono a licenziare. Torna drammaticamente il tema del lavoro e l’ampliarsi delle fasce di disagio sociale e delle povertà. Naturalmente non esistono ricette facili per frenare questo declino. Ma non è neppure ammissibile che sulla crisi industriale e occupazionale che attraversa Lecce, e che può diventare sistemica, si siano mobilitati il sindacato, le prefetture e i vescovi mentre i vertici della regione nonostante il loro impegno estenuante ancora non impattano energicamente il governo nazionale, come accaduto per la desertificazione del territorio per mano della xilella.

AL CENTRO IL LAVORO
La Uilm di Lecce con le sinergie confederali porterà al centro del dibatto la questione lavoro soprattutto perché possiede asset importanti come il settore delle macchine movimento terra e agricole dove operano CNHI (stabilimento del Gruppo FIAT) e AIM di proprietà di OVV; l’automotive con LASIM; l’aerospazio con LEONARDO e SUPERMONTE per lavorati in acciaio; e poi DFV, azienda anche essa leader internazionale; MEC OFFICINE, ITALBOATS e LUNITO per il comparto nautico e molteplici aziende connesse al settore metalmeccanico leccese. Queste devono rappresentare occasioni di rilancio territoriale e non di discussioni e prospettive diluite da mancati rafforzamenti geo politici.

RELAZIONI INDUSTRIALI
Un grande territorio come il nostro, con una straordinaria tradizione di impresa e di lavoro, ha assoluto bisogno di sviluppare relazioni industriali efficienti. Ancora di più in questa delicata fase di ripresa su cui gravano tante incognite. L’enorme aumento del costo dell’energia, le strozzature nelle catene globali di approvvigionamento, le ripercussioni economiche dell’aggressione della Russia all’Ucraina, stanno ribaltando scenario e previsioni di crescita per il 2022. L’allarme del mondo delle imprese per l’erosione di competitività e sostenibilità produttiva, a cui si aggiunge la chiusura dell’export verso la Russia, è motivo di seria preoccupazione anche per il mantenimento dei livelli occupazionali.
In un quadro così difficile e complesso noi pensiamo che occorra una risposta organica, per sbloccare gli investimenti, rompere le diseconomie e rilanciare una crescita che generi benefici da redistribuire su salari, pensioni e famiglie. Un nuovo patto per Lecce per costruire le basi della ripartenza e dare impulso a un modello di sviluppo più solidale, competitivo, partecipativo. Un’intesa complessiva per una nuova politica dei redditi a sostegno delle retribuzioni.

FIDUCIA
Abbiamo consapevolezza e fiducia nella nostra azione. Guardiamo al futuro in maniera positiva. Abbiamo sempre affrontato a viso aperto anche le scelte più difficili, anche quelle impopolari, subalterni a nessuno, assumendoci fino in fondo le responsabilità che ci competono per il bene delle lavoratrici, dei lavoratori, delle pensionate, dei pensionati, dei giovani che vogliamo rappresentare.

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