di Loretta Tani
La scorsa settimana nelle giornate del 11 e 12 maggio ha avuto luogo l’Assemblea nazionale del Coordinamento Uil delle Pari opportunità e Politiche di genere a Roma in forma ibrida. L’apertura dei lavori è stata affidata al Segretario organizzativo, Emanuele Ronzoni, che ha dato il benvenuto alle presenti e ha parlato dell’organizzazione del prossimo Congresso confederale stabilendo quali saranno gli obiettivi per il prossimo futuro. Ha tenuto a precisare che la prossima tornata congressuale dovrà cambiare, come dovrà cambiare il modo di pensare. Ha puntualizzato che nella composizione di tutti i Consigli/Esecutivi regionali di categoria, chi verrà eletto componente dovrà essere una persona che contribuirà a far crescere l’organizzazione, dovrà essere una persona intuitiva in grado di programmare ma soprattutto partecipare e essere sempre presente a ogni riunione che sarà indetta.
SENSO D’APPARTENENZA
Ivana Veronese, Segretaria confederale, riallacciandosi alle parole di Ronzoni ha ribadito l’importanza che ogni iscritta, militante, delegata, deve sentire forte il senso di appartenenza a un’organizzazione che guarda al futuro. Elencando le problematiche relative alle donne che spesso devono decidere se avere una carriera o una famiglia, donne che subiscono violenza economica psicologica e fisica, ciò che più mi ha colpito nel suo intervento è stato questo passaggio: “Voglio far notare che non si tratta di temi delle donne, si tratta di temi di tutti i cittadini e pertanto non sono i nostri temi, ma i temi di tutta la società, di tutta la Uil, perché il coordinamento delle pari opportunità e delle politiche di genere, non è la ‘riserva indiana in cui rinchiuderci’. Il diritto delle donne alla scelta della maternità ma anche a scelte diverse, le donne a cui viene lasciata la totale cura delle nuove generazioni e delle generazioni che le hanno precedute quelle che definiamo comunemente donne sandwich, deve essere una priorità per tutti”.
UNA QUESTIONE SOCIALE
Sonia Ostrica, coordinatrice confederale P.O., affrontando il tema della maternità ha parlato dei congedi parentali facoltativi che così come sono strutturati oggi danno un indennizzo pari al 30% dello stipendio per ogni giorno che viene utilizzato, “ma se lo guardiamo sotto un altro punto di vista, e cominciamo a dire che ogni giorno di congedo parentale facoltativo comporta la perdita del 70% dello stipendio, ci rendiamo realmente conto quale ne sia l’effetto. La genitorialità deve essere assunta come questione sociale e non deve essere scaricata invece su chi una famiglia cerca di crearla”. Ha poi affrontato il tema del lavoro per le donne, dichiarando che il part-time deve essere una scelta e non una imposizione, e il precariato deve essere breve e di natura formativa. Il part time e il precariato così come sono utilizzati oggi vanno a discapito della stabilità. Un contratto sicuro da’ la possibilità di potersi disegnare un futuro, è libertà, è sicurezza ed è protezione, e protezione anche dalla violenza.
SULLE DONNE IL PESO DELLA FAMIGLIA
PierPaolo Bombardieri il suo intervento è stato comprensivo di tutti gli argomenti iniziando dalla politica europea, parlando del viaggio a Berlino per discutere con Schulz, al viaggio a Varsavia insieme al sindacato polacco ed ucraino per aprire una casa di accoglienza per le donne che scappano dalla guerra ucraina. Questo grazie alla raccolta di fondi fatta dalla ONG Progetto Sud, alla disponibilità e generosità di tante categorie, strutture Uil, i nostri iscritti, simpatizzanti, impiegati e dirigenti. Parlando della politica italiana ha affrontato il discorso della extra tassa per le aziende che hanno tratto profitto durante la pandemia. Sul tema delle pensioni che riguardano le donne ha dichiarato: “Abbiamo utilizzato le donne, le donne sono quelle che hanno garantito la scuola a casa, perché i bambini non erano in grado di farlo da soli, e nell’85% dei casi sono state le mamme, le nonne, che hanno garantito il sistema. Tutti hanno riconosciuto che durante il periodo della pandemia, l’assistenza famigliare, agli anziani che spesso stavano male e da soli, è stata garantita da chi aveva sulle spalle il maggior peso, maggior carico della famiglia, cioè le donne! Allora noi chiediamo a gran voce al Governo e alla politica coerenza. Se questo è vero dovete riconoscere alle donne, per andare in pensione il fatto che lavorano più degli uomini, altrimenti questo sistema non funziona!”
IL NOSTRO CCNL
Il mio intervento si è basato sulla nostra contrattazione, quella dei metalmeccanici, sia a livello nazionale che al secondo livello, menzionando ciò che abbiamo inserito nel nostro contratto nazionale a favore delle donne vittime di molestia/violenza e dell’avvio, previsto sempre nel nostro contratto, della commissione pari opportunità nazionale. Ho proseguito citando il welfare, che nel contratto nazionale è pari a un valore di 200 euro, mentre con la contrattazione di secondo livello in alcune aziende si ha la possibilità di spostare il premio di risultato nel welfare, con il vantaggio che l’importo deciso non viene decurtato dalle tasse e aumentato del 10% a carico dell’azienda. Tali somme vengono utilizzate dalle lavoratrici/lavoratori nelle piattaforme aziendali per acquistare beni o servizi per la famiglia.
IL BONTON DEL TEMPO
Gli interventi delle delegate hanno maggiormente evidenziato la difficoltà ad essere elette come tali, di dover dimostrare in ogni ambito la loro capacità, e spesso di non avere il tempo e le risorse adeguate da impegnare nell’attività sindacale. Una suggerimento interessante è stato fatto dalla Segretaria della Uil Scuola, Francesca Ricci, che ha parlato di “bonton del tempo”, cioè fissare gli impegni all’interno dell’orario di lavoro, perché molte volte capita che gli orari in cui si fissano le riunioni non lo rispettano, vanno oltre, questo va a discapito delle ore dedicate alla vita famigliare, capita spesso che vanno a sovrapporsi, ed è questa già una discriminazione per la donna che tende a sottrarsi in quanto consapevole degli impegni affettivi.
Valeria Cabrini della Uil Pensionati ha sottolineato come il gap pensionistico è strettamente correlato al gap salariare. “Se il tuo stipendio è basso la tua pensione sarà bassa”. La Segretaria confederale Tiziana Bocchi è tornata sul discorso delle Rsu sottolineando che è importate e fondamentale incoraggiare e spingere le donne a presentarsi nelle liste di candidati alle elezioni e di votarle senza pregiudizi, riferendosi a quelle banali invidie tra colleghe, perché “solo quando noi siamo unite e facciamo squadra, vinciamo”.
UNA MISSIONE
E dopo queste due giornate di lavoro, come ne esco? Sicuramente molto più convinta che quello che portiamo avanti è una missione! La missione di aiutare tante persone, che vivono disagiate economicamente, senza un futuro stabile, sfruttate. Viviamo con tante belle leggi qui in Italia, che dovrebbero proteggerci, ma poi quei diritti conquistati che pensiamo siano indelebili e per sempre, nella realtà basta poco per abrogarli. Se giriamo lo sguardo un po’ più il là del nostro Paese, ci rendiamo conto di quanto possa essere veloce il cambiamento, donne che negli anni Settanta portavano la minigonna oggi sono costrette a indossare il burca e gli viene negata la libertà e l’istruzione.
Donne che ancora oggi, nel 2022 vengono stuprate considerando quest’atto da chi lo pratica una pulizia etnica o un’arma di guerra, nonostante che nello statuto della Corte penale internazionale, adottato nel 1998, siano stati introdotti tra i “crimini contro l’umanità e i crimini di guerra lo stupro, la schiavitù sessuale, la prostituzione forzata, la gravidanza forzata, la sterilizzazione forzata e altre forme di violenza”. In Texas, paese democratico, resta il divieto d’aborto, e in quasi tutti gli Stati Uniti c’è una vera e propria battaglia perché vogliono cancellare questo diritto.
Il nostro impegno è quello di non smettere mai di lottare e continuare a parlarne. Mi viene in mente una frase detta da Madeleine Albricht (Praga, 15 maggio 1937 – Washington, 23 marzo 2022) Prima Segretaria di stato degli Stati Uniti d’America: “Mi ci è voluto molto tempo per trovare la mia voce, e ora che ce l’ho, non rimango in silenzio”.