Care lavoratrici e cari lavoratori,
mentre mi accingo a scrivere questo editoriale, si è appena conclusa la grandissima manifestazione di Piazza del Popolo a Roma e le altre quattro realizzate nelle più importanti città italiane: Milano, Bari, Palermo, Cagliari.
Questo numero di Fabbrica società rimarrà sicuramente nella storia sindacale, poiché oltre a essere l’ultimo del 2021, è coinciso con la dichiarazione di sciopero generale di Uil e Cgil.
Sono trascorsi sei anni dallo sciopero del 14 dicembre 2014, anche quella volta voluto dalla Uil e lanciato durante il Congresso che stava per eleggere Carmelo Barbagallo alla guida della nostra organizzazione succedendo a Luigi Angeletti. All’epoca, lo sciopero era stato dichiarato al governo Renzi che aveva modificato le sostanziali regole del mercato del lavoro inserendo il jobs act, modifiche di cui ancora oggi continuiamo a pagare le conseguenze. Anche in quella occasione la Cisl decise di non aderire allo sciopero generale, con argomentazioni poco convincenti.
Da ormai due anni Cgil Cisl e Uil rivendicano ai vari governi che si sono succeduti (Conte 1, Conte 2 e adesso Draghi) di poter discutere i contenuti della piattaforma unitaria presentata nel 2019. Si sono svolti diversi incontri, ma sostanzialmente non c’è stata alcuna disponibilità dei governi a trovare un accordo con le parti sociali.
Il 6 dicembre scorso si è tenuto un incontro di Cgil Cisl e Uil con il presidente Draghi che si è concluso, ancora una volta, con un nulla di fatto. Quello che il governo aveva già deciso sulla Legge di Stabilità era blindato, senza possibilità di aprire una vera discussione. E nonostante l’insoddisfazione di tutti e tre i Segretari, la Cisl ha deciso di prendere le distanze dalle dichiarazioni di Bombardieri e Landini.
A quel punto si è reso necessario dichiarare lo sciopero generale. Sono state sollevate diverse critiche da una parte della politica, ma nonostante questo la macchina organizzativa si è mobilitata in tempi record. Era importante dare un segnale forte al governo, ai partiti, al parlamento per dire che non siamo disponibili a incontri finti.
Il coraggio di Bombardieri e Landini è stato ripagato dal consenso dei lavoratori alle assemblee e soprattutto allo sciopero generale del 16 dicembre, che ha avuto una grande adesione. In tutte le piazze le bandiere, i cappellini, i palloncini blu non erano meno di quelli rossi. La Uil era presente con tutta la sua dignità e con delegazioni motivate. Se ne sono accorti tutti, tranne alcuni organi di stampa e una parte della politica: è un errore non prendere atto del disagio che esiste nel Paese.
Come metalmeccanici, oltre a sostenere tutti i punti della piattaforma sui temi confederali, abbiamo continuato a sostenere le questioni industriali. Centinaia di crisi continuano a giacere e mettere in discussione i posti di lavoro. Dopo questa grande manifestazione ci aspettiamo che il governo convochi Cgil Cisl e Uil e avvii un percorso serio di discussione e confronto.
Mancano pochi giorni alla pausa natalizia e per questa ragione approfitto di questo numero per ringraziarvi di quello che avete fatto. È stato un anno importante sul fronte dei rinnovi contrattuali e lo è stato anche grazie a voi, all’impegno e alla determinazione che ci contraddistingue.
A nome di tutto il comitato di redazione e di tutti coloro che hanno scritto dai Territori, vi auguriamo di trascorrere delle buone feste!