Un’Ilva al 100% a idrogeno entro 10 anni: questa la sintesi dell’incontro che si è tenuto al ministero dello Sviluppo economico il 13 dicembre scorso a cui hanno partecipato i ministri Giorgetti e Orlando, la Regione Puglia, Invitalia, Acciaierie d’Italia e le organizzazioni sindacali.
Secondo quanto detto dall’ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, entro il 2025 il 25% della produzione sarà green per passare gradualmente a una conversione totale “senza mai spegnere impianti, ma solo sostituendo”.
DOMANI È UN ALTRO GIORNO
“Continuiamo a ricevere piani o progetti di aggiornamento mentre la situazione dell’industria siderurgica è in continuo cambiamento. Noi dobbiamo provare a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Un piano di dieci anni come quello che ci è stato a grandi linee accennato, di cui quindi non conosciamo i dettagli, è una eternità e la situazione impiantistica intanto è disastrosa, gli impianti si fermano e i lavoratori vengono messi continuamente a rischio”. Così ha commentato a caldo Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, a margine dell’incontro.
“Il tema che ho posto al tavolo è innanzitutto capire se noi vogliamo che ci sia una giusta transizione verso la decarbonizzazione – spiega Palombella – perché è chiaro che su questo siamo tutti d’accordo, ma la decarbonizzazione non si fa in un giorno. L’insidia non è la magistratura – continua – perché con questo trend gli impianti si fermeranno prima, questa è la verità. L’industria siderurgica ha bisogno di investimenti continui”.
IL FUTURO OCCUPAZIONE A RISCHIO
Al momento migliaia di lavoratori sono in cassa integrazione, le ditte terze non vengono pagate e i lavoratori di Ilva in Amministrazione straordinaria non sono stati neanche considerati dai partecipanti al tavolo ministeriale. “Siamo in grado di assicurare un futuro a questi lavoratori? Quando iniziamo?”, si chiede Palombella. “L’unica certezza – spiega – ce la può dare il rifacimento dell’altoforno 5, con tecnologie innovative a zero impatto ambientale come previsto dall’unico accordo sindacale del 6 settembre 2018, altrimenti diciamoci con chiarezza che possiamo già passare al piano b”.
IL DISSEQUESTRO
E per quanto riguarda il dissequestro, il Leader Uilm è stato perentorio: “Occorre fare gli investimenti necessari affinché ciò avvenga, diversamente è chiaro che il giudizio della magistratura sarà negativo. Ma dobbiamo fare quello che tocca a noi per arrivare a quell’appuntamento con un piano credibile”.
Sebbene quindi l’incontro non sia stato più chiarificatore di altri, le parti si sono dette tutte concordi a dare il via a un confronto che dovrà portare alla discussione e all’approvazione di un piano che dovrà davvero tutelare ambiente e occupazione.