Manovra: Cgil Cisl e Uil iniziano un percorso di mobilitazione

Un percorso di mobilitazione con assemblee sui posti di lavoro, iniziative e manifestazioni regionali, con tutte le modalità e gli strumenti per garantire la più ampia partecipazione: è questa la decisione presa da Cgil Cisl e Uil per sostenere le proposte e le piattaforme presentate al Governo in questi mesi e nell’incontro del 26 ottobre al premier Draghi per modificare il tal senso le misure previste in legge di stabilità.
Le iniziative – come si legge in una nota congiunta – si svolgeranno a partire dal deposito della legge di stabilità in Parlamento e avranno momenti di verifica entro il mese di novembre per rafforzare e ricalibrare se necessario le iniziative di mobilitazione, non escludendo iniziative nazionali. Il percorso sarà sottoposto alla discussione degli organismi dirigenti dei sindacati nei prossimi giorni.

IL VOTO DELLA UIL ALLA MANOVRA
“Cinque meno meno, con margini di miglioramento”. È questo il secco giudizio sulla legge di bilancio espresso dal Segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, ospite il 29 ottobre scorso della trasmissione Agorà su Rai3. In particolare, a proposito del capitolo pensioni, il leader della Uil ha sottolineato che “la quota 102 è un ambo secco, è una presa in giro, riguarda solo 15mila persone: tranne che per costoro, sostanzialmente, rientra in gioco la Fornero. Inoltre – ha proseguito Bombardieri – restano problemi strutturali per le future pensioni dei giovani e delle donne. Mi chiedo allora perché non si sia affrontata la questione della riforma delle pensioni sei mesi fa, quando avevamo chiesto al Governo di aprire un tavolo. Peraltro, non capisco perché il Presidente Draghi continui a parlare di retributivo, che non c’è più: ormai il percorso pensionistico viene calcolato sulla base del contributivo e ci sono solo pochi lavoratori nel sistema misto”.

LE PROPOSTE DEL SINDACATO
Le pensioni, dunque, restano uno dei temi prioritari da affrontare. Dopo i primi positivi interventi di modifica alla legge Monti-Fornero introdotti in questi anni grazie all’iniziativa sindacale, occorre continuare a cambiare il sistema previdenziale al fine di eliminarne gli aspetti iniqui, fra i più restrittivi d’Europa, e determinare risultati concreti in linea con le richieste indicate da tempo nella piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil che rimane il riferimento per una riforma organica del sistema previdenziale del nostro Paese.
Nel documento di Cgil Cisl e Uil i punti sono i seguenti: flessibilità in uscita, contratti di espansione e isopensione, sostegno alle categorie più deboli, il lavoro di cura e delle donne, la tutela dei giovani, del lavoro povero e del lavoro discontinuo, la previdenza complementare, la tutela dei redditi da pensione, Tfr e Tfs e prescrizione della contribuzione per i pubblici dipendenti, esattoriali, separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale, interventi nel sistema contributivo.

SUL FISCO
“Incrementare i redditi lordi e netti di lavoratori e pensionati è un’esigenza non più rinviabile per rispondere anche al progressivo impoverimento di salari e pensioni. Tutte le risorse previste per le misure fiscali in legge di Bilancio dovranno essere finalizzate a questo obiettivo, privilegiando le fasce di reddito basse e medio-basse. C’è una esigenza di giustizia e di equità, che non può essere ignorata o sottovalutata”. È quanto affermano, in una nota, la vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi, e i segretari confederali di Cisl e Uil Giulio Romani e Domenico Proietti. Inoltre, i tre dirigenti sindacali chiedono “misure, a partire dalla manovra, che consentano di rafforzare il contrasto all’evasione fiscale e la tracciabilità di flussi, redditi e patrimoni”. “In un Paese con 183 miliardi di economia sommersa, di cui almeno 100 miliardi di evasione, non ci si può permettere tentennamenti o ambiguità sugli obiettivi”, concludono.

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