L’Editoriale

Cari lavoratori,

mentre mi accingo a commentare gli avvenimenti sindacali delle ultime due settimane, nel giro di poche ore è stata messa in discussione la lotta generosa e significativa dei lavoratori della Whirlpool di Napoli, che durava da due anni e mezzo, e che hanno creduto di poter continuare a produrre lavatrici nel loro stabilimento avendo tutte le carte in regola per poter continuare a rivendicare questo obiettivo.

Senza voler ripercorrere tutta la storia, l’impegno e le alterne situazioni che si sono verificate in questo lungo periodo, nelle ultime settimane abbiamo tutti quanti lottato e creduto in una possibile soluzione alternativa alla produzione di lavatrici e la continuità occupazionale con altri soggetti industriali in grado di garantire l’occupazione e una missione produttiva del sito.

Nell’arco di poche ore la situazione è precipitata: in primo luogo l’invio delle lettere di licenziamento ai lavoratori di Napoli e poi il rigetto del ricorso per attività antisindacale da parte del Tribunale di Napoli, alla vigilia di un’assemblea di fabbrica a Napoli. Il tutto è avvenuto a pochi giorni dalla dichiarazione del ministro Orlando che aveva assicurato di voler garantire la continuità occupazionale e dalla visita del viceministro Todde nel sito campano dove, oltre a confermare il suo impegno, aveva detto che bisognava solo selezionare i futuri acquirenti.

Noi riteniamo che il Governo debba continuare a portare avanti gli impegni che si era assunto fin dall’inizio della vertenza e cioè ricercare una solida soluzione occupazionale scongiurando il licenziamento, evitando la prospettiva di un trasferimento dalla propria residenza o peggio ancora un misero incentivo che condannerebbe i lavoratori a un’inevitabile indigenza, considerando anche le poche opportunità che offre il territorio campano. La nostra lotta continua a sostegno dei lavoratori di Napoli, nei confronti del Governo e di Whirlpool per cercare concrete e durature soluzioni occupazionali e produttive nel territorio campano.

Abbiamo salutato positivamente le decisioni dell’Esecutivo nazionale Uil di avviare una fase di mobilitazione per tutto il periodo dell’iter parlamentare della legge di bilancio. Posizione condivisa dal Consiglio nazionale della Uilm che si è riunito a Roma il 27 ottobre scorso: realizzare e sviluppare tutte quelle iniziative assembleari e di lotta per modificare l’attuale testo della manovra.

Abbiamo anche deciso di continuare la mobilitazione per quanto riguarda Acciaierie d’Italia e Piombino con una manifestazione nazionale a Roma per il 10 novembre. Purtroppo le questioni industriali continuano a preoccuparci, soprattutto alla luce della sfida della transizione ecologica che continua a vedere, come è risultato lampante durante l’ultimo G20 realizzato in Italia, una mancanza di condivisione da parte di importanti Stati come Cina, Russia e India sull’obiettivo emissioni zero.

Pensiamo non ci siano alternative a questo e i potenti del mondo devono trovare ogni soluzione affinché ci sia una regolamentazione omogenea e uguale per tutti per evitare che alcune attività industriali possano creare differenziazioni economiche tra gli Stati.

Inoltre, siamo preoccupati per l’aumento delle tariffe di luce, gas e benzina e beni di prima necessità come pane e pasta, perché rappresentano un freno alla ripresa post Covid e rischiano di vanificare sforzi finora realizzati, tra cui i rinnovi contrattuali che potrebbero essere insufficienti rispetto all’aumento dei prezzi. Per questo Cgil Cisl Uil devono richiedere al Governo un tavolo di confronto anche su questi temi.

Riteniamo sia indispensabile avviare un confronto anche sulla riforma del sistema pensionistico, evitando modifiche che non tengano in considerazione le necessità di alcuni settori produttivi.

Quota 100 è stato un provvedimento che ha causato più problemi che benefici, svuotando interi settori come la Pubblica amministrazione, e non risolvendo le criticità che denunciamo da anni.

Pensiamo che Quota 102 sia un intervento sbagliato che opera differenziazioni tra lavoratori e non considera, come Quota 100, che non tutti i lavori sono uguali e che bisogna trovare delle soluzioni che vadano nella direzione di tutelare i più usuranti.

Per quanto riguarda la proposta di Cgil Cisl Uil di Quota 41 riteniamo sia una buona misura e può rappresentare la base per l’avvio del confronto con il Governo.

Novembre e dicembre saranno mesi decisivi per continuare ad affrontare le tante criticità del mondo del lavoro, le vertenze aperte che interessano migliaia di lavoratori e continuare a mobilitarci per fare pressione sul Governo al fine di modificare leggi sbagliate che vorrebbe approvare.

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